LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Patto di manleva: limiti e varianti nell’appalto

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2148/2024, ha definito i limiti di un patto di manleva in un contratto di appalto. Una società acquirente, che aveva commissionato lavori aggiuntivi, ha chiesto il rimborso dei costi alla società venditrice in virtù di una clausola di manleva. La Corte ha stabilito che la manleva copre solo le varianti rientranti nell’alea fisiologica del contratto originario e non le opere completamente nuove ed extracontrattuali, ordinate direttamente dall’acquirente. Di conseguenza, ha respinto il ricorso, confermando che i costi per tali opere aggiuntive restano a carico di chi le ha commissionate.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Patto di manleva e appalto: chi paga per le opere extra?

In complesse operazioni immobiliari e commerciali, il patto di manleva è uno strumento cruciale per allocare i rischi tra le parti. Tuttavia, la sua efficacia dipende dalla chiarezza con cui vengono definiti i suoi confini. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sui limiti di tale garanzia, specialmente quando si tratta di costi imprevisti in un contratto di appalto. La Corte ha stabilito che la manleva non può estendersi a coprire opere extracontrattuali ordinate direttamente dalla parte garantita.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un contratto di cessione con cui una società SGR (la “Cessionaria”) subentrava in un complesso contratto di leasing e locazione immobiliare detenuto da un’altra società (la “Cedente”). L’accordo includeva anche il subentro in due contratti di appalto “a corpo” per lavori di ristrutturazione su alcuni edifici.

Nel contratto di cessione, la Cedente si era impegnata a garantire la Cessionaria tramite un patto di manleva, obbligandosi a tenerla indenne da qualsiasi perdita, danno o costo derivante dalla non corretta esecuzione dei contratti di appalto. Inoltre, la Cedente aveva promesso che l’appaltatrice non avrebbe richiesto compensi maggiori, anche in caso di “eventuali varianti”.

Durante i lavori, tuttavia, la Cessionaria ordinava direttamente all’appaltatrice delle opere aggiuntive, non previste nei progetti originali, per soddisfare le esigenze del conduttore finale degli immobili. L’appaltatrice, di conseguenza, iscriveva riserve per un importo significativo e, tramite un lodo arbitrale, otteneva la condanna della Cessionaria al pagamento di tali somme extra.
A questo punto, la Cessionaria citava in giudizio la Cedente, chiedendo di essere rimborsata in virtù del patto di manleva.

La Decisione dei Giudici di Merito

In primo grado, il Tribunale accoglieva la domanda della Cessionaria, ritenendo che la promessa della Cedente coprisse anche il maggior prezzo derivante dalle varianti. La Corte d’Appello, però, ribaltava la decisione. I giudici di secondo grado distinguevano tra “eventuali varianti”, intese come modifiche necessarie all’esecuzione dell’opera progettata e rientranti nell’alea normale del contratto, e “lavori aggiuntivi”, ossia opere completamente nuove e non previste, ordinate per esigenze della committenza. Secondo la Corte d’Appello, il patto di manleva era limitato alla prima categoria e non poteva coprire i costi di opere che la stessa Cessionaria aveva commissionato.

Le Motivazioni della Cassazione e i Limiti del Patto di Manleva

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della Cessionaria, confermando la decisione d’appello. Il ragionamento dei giudici supremi si è concentrato sulla corretta interpretazione della volontà delle parti e sulla natura del contratto di appalto a corpo.

La Corte ha chiarito che esiste una differenza sostanziale tra:
1. Varianti in corso d’opera: modifiche necessarie per la completa e migliore esecuzione del progetto originario, che rientrano nell’alea fisiologica del contratto.
2. Opere extracontrattuali: lavori nuovi, con una propria individualità, non necessari all’esecuzione del progetto iniziale ma richiesti per altre esigenze.

Nel caso specifico, era stato accertato che i lavori che avevano generato i costi extra erano state opere aggiuntive ordinate direttamente dalla Cessionaria. Il patto di manleva stipulato dalla Cedente era stato interpretato come una garanzia contro i rischi legati alla corretta esecuzione del contratto originario, non come una copertura illimitata per qualsiasi nuova opera che la Cessionaria avesse deciso di commissionare. Estendere la manleva a tali opere avrebbe significato imporre alla garante un obbligo economico indeterminato e indeterminabile, rendendo la clausola nulla.

La Corte ha inoltre ritenuto irrilevante il fatto che la Cedente avesse formalmente la “gestione” dell’appalto, poiché l’ordine specifico per i lavori aggiuntivi era partito direttamente dalla Cessionaria, superando di fatto tale gestione e creando un’obbligazione economica nuova e diretta a suo carico.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale nella redazione e interpretazione dei contratti: la chiarezza è essenziale. Un patto di manleva, per essere valido ed efficace, deve avere un oggetto determinato o determinabile. Non può essere interpretato come una sorta di “assicurazione onnicomprensiva” contro qualsiasi evento futuro, specialmente se causato da decisioni discrezionali della parte garantita.

Per le imprese, la lezione è duplice. Chi beneficia di una manleva deve essere consapevole dei suoi limiti e non può aspettarsi di essere coperto per costi derivanti da proprie iniziative che esulano dall’oggetto originario del contratto. Chi presta la garanzia, d’altra parte, vede tutelata la propria posizione da pretese che vadano oltre il rischio contrattuale ragionevolmente assunto. In definitiva, la responsabilità per le opere extracontrattuali ricade su chi le commissiona, a meno che non sia stato esplicitamente e chiaramente pattuito diversamente.

Un patto di manleva in un contratto di appalto copre anche i costi per lavori aggiuntivi non previsti nel progetto originale?
No. Secondo la Corte, il patto di manleva è limitato ai rischi derivanti dalla non corretta esecuzione del contratto originario e alle varianti necessarie all’opera progettata (l'”alea fisiologica”). Non copre, salvo patto contrario esplicito, i costi di opere extracontrattuali completamente nuove ordinate direttamente dalla parte che beneficia della manleva.

Cosa si intende per “alea fisiologica” di un contratto a corpo?
Si intende il normale e prevedibile margine di rischio legato a piccole modifiche o necessità esecutive che possono sorgere durante la realizzazione di un’opera il cui prezzo è stato fissato in modo forfettario. Non include opere nuove che alterano la natura e l’estensione del progetto originario.

Perché la Corte ha ritenuto irrilevante che la società cedente avesse la “gestione” formale dell’appalto?
Perché, nei fatti, l’ordine di eseguire i lavori aggiuntivi era stato impartito direttamente dalla società cessionaria (la beneficiaria della manleva). Questo atto ha superato la “gestione” formale della cedente, creando un nuovo rapporto obbligatorio per le opere extra direttamente tra la cessionaria e l’appaltatrice, rendendo tali costi estranei all’ambito della manleva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati