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Patrocinio a spese dello Stato: rinvio in Cassazione

Una società agricola e i suoi garanti ricorrono in Cassazione contro una banca e un’assicurazione per un caso di leasing. La Corte, prima di decidere nel merito, rileva un problema procedurale cruciale: il patrocinio a spese dello Stato dichiarato dai ricorrenti potrebbe essere stato revocato prima del ricorso. Data la complessità e le implicazioni della questione sull’ammissibilità, la causa viene rinviata a pubblica udienza per un esame approfondito.

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Patrocinio a spese dello Stato: la Cassazione fa il punto sulla procedibilità del ricorso

L’accesso alla giustizia è un diritto fondamentale, ma cosa accade quando sorgono dubbi sulla validità dell’ammissione al patrocinio a spese dello Stato in un giudizio di Cassazione? Con l’ordinanza interlocutoria n. 4263 del 2024, la Suprema Corte ha deciso di rinviare la decisione a una pubblica udienza, sottolineando la delicatezza e la novità di una questione procedurale che potrebbe precludere l’esame nel merito di un complesso caso di leasing e risarcimento danni.

La vicenda processuale

Il caso trae origine da una disputa tra una società cooperativa agricola, insieme ai suoi garanti personali (fideiussori), e una società di leasing. La controversia riguardava due contratti di leasing per una serra e un sistema di fertirrigazione, beni che furono successivamente distrutti a seguito di atti vandalici. La società di leasing, dopo aver risolto i contratti, ottenne un decreto ingiuntivo per il pagamento dei canoni residui e la restituzione dei beni.

La cooperativa e i garanti si opposero, sostenendo che la distruzione dei beni avrebbe dovuto estinguere le loro obbligazioni. Chiamarono inoltre in causa la compagnia assicurativa per ottenere il pagamento dell’indennizzo. Tuttavia, sia il Tribunale che la Corte d’Appello diedero ragione alla società di leasing, rigettando le difese della cooperativa e condannandola anche per responsabilità processuale aggravata. La Corte territoriale, in particolare, ritenne che il rischio del perimento dei beni gravasse sull’utilizzatore in base al contratto e sollevò dubbi sulla veridicità dei fatti denunciati.

La questione del patrocinio a spese dello Stato

Giunta in Cassazione, la vicenda ha subito una battuta d’arresto su un aspetto puramente procedurale. Nel ricorso, i ricorrenti avevano dichiarato di essere stati ammessi al patrocinio a spese dello Stato. La compagnia di assicurazioni, costituitasi con controricorso, ha eccepito che tale ammissione era stata revocata prima ancora della notifica del ricorso, mettendo in dubbio la stessa procedibilità dell’impugnazione.

Secondo l’art. 369 del codice di procedura civile, il ricorrente che è stato ammesso al gratuito patrocinio deve depositare, a pena di improcedibilità, copia del provvedimento di ammissione. Un precedente della stessa Cassazione (n. 21905/2021) ha confermato che la mancanza di tale deposito, o il deposito di un provvedimento revocato, comporta l’improcedibilità del ricorso.

La difesa dei ricorrenti ha sostenuto che, in ogni caso, l’eventuale improcedibilità non potrebbe colpire uno dei garanti che non aveva mai richiesto il beneficio, sollevando un’ulteriore questione sulla scindibilità delle posizioni processuali.

Le motivazioni della Corte

La Terza Sezione Civile, di fronte a questo complesso scenario, ha ritenuto di non poter decidere la questione in camera di consiglio. L’ordinanza evidenzia che la problematica presenta “profili nomofilattici” e una “novità della questione nei concreti termini in cui si è posta”. In altre parole, la Corte ritiene che il caso meriti una discussione più ampia e approfondita per stabilire un principio di diritto chiaro e uniforme.

La decisione su cosa comporti la revoca del patrocinio a spese dello Stato prima del deposito del ricorso e quali siano le conseguenze per gli altri ricorrenti non ammessi al beneficio necessita di un dibattito in pubblica udienza, con il coinvolgimento del Pubblico Ministero. Questa scelta denota la prudenza della Corte di fronte a una questione che tocca direttamente il diritto di difesa e le condizioni di accesso al giudizio di legittimità.

Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria n. 4263/2024 non risolve la controversia principale, ma la sospende per affrontare un nodo procedurale di fondamentale importanza. La futura sentenza, che verrà emessa dopo la pubblica udienza, è destinata a fare chiarezza sulle conseguenze processuali legate alle vicende del patrocinio a spese dello Stato. La decisione avrà un impatto significativo, definendo in modo più netto gli oneri a carico dei ricorrenti e le conseguenze di eventuali irregolarità, bilanciando il rigore delle norme procedurali con la tutela del diritto di accesso alla giustizia.

Cosa succede se sorgono dubbi sulla validità dell’ammissione al patrocinio a spese dello Stato in Cassazione?
La Corte di Cassazione deve verificare la regolarità della documentazione depositata. Se, come in questo caso, la questione presenta aspetti complessi, nuovi o di rilevanza per l’uniforme interpretazione della legge (profili nomofilattici), può rinviare la causa a una pubblica udienza per un esame più approfondito prima di decidere sull’ammissibilità del ricorso.

La revoca del patrocinio a spese dello Stato prima del ricorso ne causa l’improcedibilità?
Secondo un precedente citato (Cass. n. 21905/2021), la mancanza del deposito del provvedimento di ammissione, o il fatto che questo sia stato revocato, comporta l’improcedibilità del ricorso ai sensi dell’art. 369 c.p.c. Tuttavia, l’ordinanza in esame mostra che la Corte ritiene la questione meritevole di un ulteriore approfondimento in pubblica udienza, data la specificità del caso.

Se il ricorso è proposto da più persone, l’improcedibilità per una di esse si estende a tutte?
Questa è una delle questioni che la Corte dovrà risolvere. I ricorrenti hanno sostenuto che l’eventuale improcedibilità per coloro che avevano (e si sono visti revocare) il patrocinio statale non dovrebbe pregiudicare la posizione del co-ricorrente che non aveva richiesto il beneficio. La decisione finale chiarirà se le posizioni processuali possano essere considerate scindibili in questo contesto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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