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Giurisprudenza Civile

Azione revocatoria fondo patrimoniale: la Cassazione
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro un'azione revocatoria fondo patrimoniale. La sentenza conferma che la valutazione sulla sufficienza del patrimonio residuo del debitore è un giudizio di fatto non sindacabile in sede di legittimità e che l'eccezione di nullità della fideiussione per violazione di norme antitrust non può essere sollevata per la prima volta in Cassazione se non sono stati allegati i fatti costitutivi nei gradi di merito.
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Ricorso inammissibile: la Cassazione chiarisce i limiti
Una creditrice, già in possesso di un'ordinanza di assegnazione esecutiva contro un istituto di credito per un assegno circolare, ha intentato una nuova causa per lo stesso credito. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per difetti procedurali e per carenza di interesse ad agire, non avendo la ricorrente dimostrato un'utilità giuridica aggiuntiva rispetto al titolo già posseduto. La parte ricorrente è stata inoltre condannata per lite temeraria.
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Copertura assicurativa ODL: quando è valida?
La Cassazione ha stabilito che la copertura assicurativa ODL è operante solo se la nomina dell'amministratore in un ente esterno deriva da una preventiva e chiara 'designazione o richiesta' da parte della società contraente. Un mero interesse successivo non è sufficiente. Inoltre, ha ribadito la nullità delle clausole che assicurano il pagamento di sanzioni amministrative.
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Irrisorietà della pretesa: no indennizzo per lungaggine
La Corte di Appello di Ancona ha respinto una richiesta di indennizzo per l'eccessiva durata di una procedura fallimentare (oltre 10 anni). Sebbene la durata fosse irragionevole, la Corte ha negato il risarcimento a causa dell'irrisorietà della pretesa della società creditrice, un credito chirografario di soli 676,32 euro. La decisione si fonda sul principio 'de minimis non curat praetor', stabilendo che un pregiudizio, per essere indennizzabile, deve superare una soglia minima di gravità, che in questo caso non è stata raggiunta.
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Ricorso inammissibile: i vizi che portano al rigetto
La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato da un debitore e dal suo garante contro una società creditrice. L'appello, basato su tredici motivi, è stato rigettato per gravi vizi procedurali, tra cui la mancanza di autosufficienza, l'errata qualificazione dei vizi denunciati (confondendo questioni di merito con violazioni di legge) e la formulazione di censure cumulative. La Corte ha condannato i ricorrenti al pagamento delle spese legali e a sanzioni per lite temeraria, ribadendo che il giudizio di legittimità non può riesaminare i fatti già accertati nei gradi precedenti.
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Retribuzione accessoria: no a tagli forfettari
La Corte di Cassazione ha annullato la decisione di una Corte d'Appello che aveva ritenuto illegittimo un taglio del 30% sulla retribuzione accessoria di alcuni dirigenti medici. La Suprema Corte ha chiarito che, sebbene le leggi sul contenimento della spesa pubblica impongano una riduzione dei fondi, un taglio forfettario è illegittimo. La metodologia corretta prevede di bloccare il fondo al livello del 2010 e ridurlo in proporzione al personale cessato, per poi ripartirlo. Il caso è stato rinviato per il corretto ricalcolo.
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Eccezione incompetenza territoriale: guida alla validità
Una società creditrice ottiene un decreto ingiuntivo contro una società debitrice e il suo garante. Il garante si oppone sollevando un'eccezione di incompetenza territoriale basata su una clausola contrattuale. La Corte di Cassazione ha stabilito che l'eccezione è inammissibile. La clausola sul foro competente non era esclusiva e il garante, nell'opporsi, aveva l'onere di contestare tutti i possibili fori alternativi previsti dalla legge, incluso quello della sede della società debitrice. Non avendolo fatto, la sua eccezione è stata respinta e la competenza del tribunale originariamente adito è stata confermata.
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Fideiussione Omnibus: Cassazione sulla nullità parziale
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di alcuni garanti che chiedevano la nullità di un contratto di fideiussione. L'ordinanza chiarisce che il provvedimento della Banca d'Italia del 2005 si applica solo alla fideiussione omnibus e non costituisce prova automatica per i contratti successivi. In un'azione 'stand-alone', spetta al garante l'onere di provare l'esistenza di un'intesa anticoncorrenziale, la natura 'omnibus' del contratto e la corrispondenza delle clausole.
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Giurisdizione amministrativa appalti: il caso brevetto
La Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha stabilito che rientra nella giurisdizione amministrativa appalti la controversia sull'aggiudicazione di una gara pubblica, anche se la contestazione si fonda sulla violazione di un brevetto. Se un'offerta tecnica propone soluzioni coperte da brevetto altrui senza averne la disponibilità, la questione non riguarda la tutela della proprietà industriale (di competenza del giudice ordinario), ma la mancanza di un requisito essenziale dell'offerta, che spetta al giudice amministrativo valutare ai fini dell'annullamento dell'aggiudicazione.
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Concessioni balneari: limiti al potere del giudice
Una società di gestione balneare ha impugnato una decisione del Consiglio di Stato che, disapplicando le proroghe legislative nazionali, aveva confermato la scadenza della sua concessione demaniale marittima. La società lamentava un eccesso di potere giurisdizionale, sostenendo che i giudici avessero invaso la sfera del legislatore. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che interpretare le norme e disapplicare quelle interne in contrasto con il diritto dell'Unione Europea rientra pienamente nella funzione del giudice e non costituisce un vizio di giurisdizione.
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Pignoramento del credito: obblighi del debitore
Un'ordinanza della Corte di Cassazione affronta il complesso caso del pignoramento del credito. Un debitore, soggetto a esecuzione forzata da parte di un ente creditore, si oppone sostenendo che il proprio debito verso l'ente era stato a sua volta pignorato da terzi. La Corte rigetta il ricorso, stabilendo che il pignoramento del credito non blocca automaticamente la prima esecuzione. Il debitore pignorato (debitor debitoris) ha l'onere di dichiarare la pendenza di altre procedure per non rischiare di pagare due volte.
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Libertà di insegnamento: i limiti secondo la Cassazione
Una docente, richiamata da un incarico all'estero per presunta incapacità didattica, ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo che il provvedimento fosse illegittimo e violasse la sua libertà di insegnamento. La Corte Suprema ha respinto il ricorso, affermando che la libertà di insegnamento non è un diritto assoluto, ma è subordinato al diritto allo studio degli alunni e non può giustificare una manifesta inadeguatezza professionale.
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Onere della prova affidamento: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 28990/2025, ha rigettato il ricorso di un correntista, confermando che l'onere della prova dell'affidamento bancario, inclusa la specificazione del suo limite, spetta interamente al cliente. Tale prova è fondamentale per contrastare l'eccezione di prescrizione sollevata dalla banca riguardo alle rimesse effettuate sul conto. La Corte ha chiarito che senza la dimostrazione precisa del limite del fido, è impossibile distinguere tra rimesse solutorie (che estinguono un debito) e ripristinatorie (che ricostituiscono la disponibilità), rendendo di fatto inefficace la difesa del correntista. La documentazione della Centrale Rischi è stata ritenuta insufficiente a tal fine.
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Retribuzione dipendente in comando: chi paga?
La Corte di Cassazione ha chiarito che, in caso di un dipendente pubblico in comando, l'obbligo di corrispondere l'intera retribuzione, inclusi gli straordinari, spetta all'amministrazione di appartenenza. Quest'ultima rimane l'unico datore di lavoro formale e il soggetto legittimato passivo nell'azione legale del lavoratore. La norma che prevede il rimborso da parte dell'ente utilizzatore regola esclusivamente i rapporti interni tra le due amministrazioni e non incide sul diritto del dipendente a ricevere il proprio stipendio dall'ente di provenienza.
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Impugnazione lodo irrituale: il ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un lavoratore contro un ente pubblico. A seguito dell'annullamento di un lodo arbitrale favorevole, il tentativo di riproporre la domanda in sede ordinaria è fallito per vizi procedurali. La decisione sottolinea l'importanza del principio di autosufficienza nell'impugnazione lodo irrituale, evidenziando come la mancata specificità dei motivi e l'omessa trascrizione degli atti essenziali precludano l'esame nel merito da parte della Suprema Corte.
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Iscrizione fondo previdenza: il CCNL è decisivo
Una società contestava l'obbligo di iscrizione al fondo previdenza di un proprio dipendente, in quanto non svolgeva mansioni tipiche del settore. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che il criterio determinante è l'applicazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) di categoria al rapporto di lavoro, a prescindere dall'attività concreta svolta dal dipendente.
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Onere di allegazione per mansioni superiori
Un lavoratore, impiegato come autista soccorritore, ha richiesto il pagamento di differenze retributive per lo svolgimento di mansioni superiori. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. Il motivo principale risiede nel mancato assolvimento dell'onere di allegazione da parte del lavoratore, ovvero la mancata descrizione specifica e dettagliata delle attività concretamente svolte che avrebbero giustificato un inquadramento superiore. Senza una precisa allegazione iniziale, il principio di non contestazione non può operare e il giudice non può procedere alla valutazione della richiesta.
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Nullità atto introduttivo: la Cassazione fa chiarezza
Un'Azienda Sanitaria Locale chiedeva la restituzione di somme a una cittadina, basando la domanda su una sentenza penale di prescrizione. Il Tribunale rigettava la domanda per genericità dell'atto introduttivo. La Corte d'Appello, invece, accoglieva il gravame, ritenendo che l'atto di appello avesse sanato la carenza iniziale. La cittadina ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando la violazione delle norme sulla nullità dell'atto introduttivo e sul divieto di domande nuove in appello. La Suprema Corte, ravvisando la rilevanza nomofilattica della questione, ha rimesso la causa alla pubblica udienza per un esame approfondito.
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Perdita di chance: la prova della probabilità di successo
Un lavoratore ha richiesto il risarcimento per non essere stato selezionato per un incarico dirigenziale. La Corte di Cassazione ha chiarito che, per ottenere un risarcimento per perdita di chance, non basta dimostrare un'irregolarità nella selezione. È necessario provare una probabilità concreta e significativa di successo, valutata confrontando il proprio profilo con quello di tutti gli altri candidati idonei, non solo con quello del vincitore. La Corte ha annullato la precedente decisione, rinviando il caso per una nuova valutazione basata su questo principio.
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Prescrizione credito datore: accordo sindacale e termini
Una lavoratrice otteneva in giudizio l'accertamento della prescrizione del credito di un ente previdenziale per il recupero di un assegno 'ad personam'. L'ente sosteneva che i termini di un accordo sindacale fossero stati tacitamente prorogati, interrompendo la prescrizione. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso dell'ente inammissibile, stabilendo che la valutazione sulla durata e l'interpretazione dell'accordo sindacale è una questione di fatto, non riesaminabile in sede di legittimità. La decisione sottolinea l'importanza dei termini definiti negli accordi e i limiti del giudizio di Cassazione in tema di prescrizione credito datore.
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