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Pagamento assegno non trasferibile: la negligenza

Una società assicuratrice inviava un assegno per posta ordinaria, che veniva pagato da un operatore postale a un soggetto diverso dal beneficiario. La Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità dell’operatore, evidenziando la sua negligenza nel non aver rilevato un errore nel codice fiscale del presentatore. Ha inoltre dichiarato inammissibile l’eccezione di concorso di colpa del mittente, in quanto non riproposta correttamente in appello. La sentenza ribadisce l’importanza della diligenza nel pagamento assegno non trasferibile.

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Pagamento Assegno non Trasferibile: la Responsabilità per Errata Identificazione

Il pagamento di un assegno non trasferibile a una persona diversa dal legittimo beneficiario è una questione delicata che chiama in causa la diligenza professionale di banche e intermediari finanziari. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato i principi di responsabilità in materia, sottolineando come la mancata verifica di dati essenziali, come il codice fiscale, costituisca una grave negligenza. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso: L’Assegno Pagato alla Persona Sbagliata

Una compagnia di assicurazioni inviava, tramite posta ordinaria, un assegno bancario di 4.700 euro a una propria cliente. Tuttavia, l’assegno veniva incassato presso un ufficio postale da un soggetto che, solo in seguito, si scopriva non essere il legittimo beneficiario. La compagnia assicuratrice, costretta a risarcire nuovamente la propria cliente, citava in giudizio l’operatore postale per ottenere il rimborso della somma indebitamente pagata.

Mentre il Giudice di Pace rigettava la domanda, il Tribunale, in sede di appello, ribaltava la decisione, condannando l’operatore postale al pagamento. La vicenda approdava così dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte: Negligenza e Inammissibilità

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’operatore postale, confermando la sua piena responsabilità. La decisione si fonda su due pilastri fondamentali:

1. Negligenza nell’identificazione: Il primo motivo di ricorso, basato sulla presunta assenza di colpa, è stato giudicato infondato.
2. Inammissibilità del concorso di colpa: Il secondo motivo, relativo al presunto concorso di colpa della compagnia assicuratrice per aver spedito l’assegno con posta ordinaria, è stato dichiarato inammissibile per un vizio procedurale.

Le Motivazioni: Analisi della Negligenza nel Pagamento Assegno non Trasferibile

La Corte ha ritenuto provata la negligenza dell’operatore postale sulla base di elementi fattuali incontestabili emersi nei precedenti gradi di giudizio. In particolare, è stato decisivo il mancato rilievo dell’erroneità del codice fiscale fornito dalla persona che aveva incassato l’assegno. I giudici hanno sottolineato che il codice fiscale è un dato unico e irripetibile, determinato da parametri oggettivi (cognome, nome, data e luogo di nascita). La sua scorrettezza avrebbe dovuto immediatamente allertare l’addetto allo sportello e impedirgli di procedere al pagamento. Questo errore, secondo la Corte, era la prova evidente della mancata applicazione delle corrette procedure di verifica, come quelle indicate anche in circolari di settore.

Di grande rilevanza è anche la parte della sentenza che riguarda il concorso di colpa. L’operatore postale sosteneva che anche la compagnia assicuratrice fosse in parte responsabile per aver scelto un metodo di spedizione non sicuro come la posta ordinaria. Tuttavia, la Corte ha rilevato che questa difesa, pur essendo stata sollevata in primo grado, non era stata correttamente riproposta in appello. Poiché la questione era stata ‘assorbita’ (cioè non decisa esplicitamente) dal Giudice di Pace, la parte interessata aveva l’onere di riproporla specificamente nel giudizio di secondo grado. Non avendolo fatto, sulla questione si è formato il cosiddetto ‘giudicato interno’, rendendola non più esaminabile nelle fasi successive del processo.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Banche e Intermediari

Questa ordinanza offre due importanti lezioni. La prima è di natura sostanziale: la diligenza richiesta a chi effettua il pagamento di un assegno non trasferibile è massima. La verifica dell’identità del presentatore non può essere superficiale e deve includere un controllo attento di tutti i dati, in primis il codice fiscale, la cui anomalia è un campanello d’allarme che non può essere ignorato. La seconda lezione è di natura procedurale: nel processo civile, le difese e le eccezioni devono essere coltivate con attenzione in ogni fase. Un’eccezione non riproposta al momento giusto si considera rinunciata, con conseguenze potenzialmente decisive per l’esito della lite.

Chi è responsabile se un assegno non trasferibile viene pagato alla persona sbagliata?
Secondo la sentenza, la responsabilità ricade sulla banca o sull’intermediario finanziario che ha effettuato il pagamento, qualora non abbia agito con la necessaria diligenza nell’identificare correttamente il beneficiario.

La mancata verifica del codice fiscale del presentatore dell’assegno costituisce negligenza?
Sì. La Corte ha stabilito che il mancato rilievo di un’erroneità nel codice fiscale è un elemento dirimente che comprova la negligenza dell’operatore, poiché tale dato è unico e irripetibile e la sua verifica è un passaggio fondamentale.

Si può accusare chi ha spedito l’assegno per posta ordinaria di concorso di colpa?
In linea teorica sì, ma questa eccezione deve essere sollevata e mantenuta attiva in ogni grado di giudizio. Se una parte omette di riproporla specificamente in appello dopo che è stata ‘assorbita’ in primo grado, la questione non può più essere esaminata perché si considera coperta da giudicato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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