LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Opposizione accertamento tecnico preventivo: il caso

Una cittadina ha proposto opposizione ad un accertamento tecnico preventivo (ATP), lamentando sia una valutazione peritale incompleta sia un successivo aggravamento delle sue condizioni di salute. Il Tribunale ha rigettato il ricorso. La motivazione principale risiede nel fatto che la limitazione dell’indagine peritale era stata richiesta proprio dal legale della ricorrente. Inoltre, una successiva perizia sull’aggravamento ha concluso che l’intervento chirurgico subito aveva migliorato la condizione preesistente, non integrando i requisiti per l’handicap grave. Le spese legali sono state compensate tra le parti.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Opposizione Accertamento Tecnico Preventivo: Analisi di una Sentenza

L’opposizione ad accertamento tecnico preventivo (ATP) ex art. 445-bis c.p.c. rappresenta un momento cruciale nel contenzioso previdenziale e assistenziale. Una recente sentenza del Tribunale di Milano offre spunti fondamentali su come le scelte processuali e la valutazione delle prove mediche sopravvenute possano determinare l’esito del giudizio. Analizziamo questo caso per comprendere le logiche seguite dal giudice, che ha rigettato la domanda di una ricorrente nonostante un evidente aggravamento del suo stato di salute.

I Fatti di Causa

Una lavoratrice avviava un procedimento per l’accertamento tecnico preventivo chiedendo il riconoscimento di due distinti benefici: una percentuale di invalidità civile del 60%, utile per l’iscrizione nelle liste del collocamento mirato (L. 68/99), e lo status di handicap in situazione di gravità ai sensi dell’art. 3, comma 3, della Legge 104/92.

Al termine della procedura di ATP, la relazione del Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) si esprimeva solo su uno dei due quesiti. La lavoratrice, insoddisfatta, presentava opposizione, fondandola su due motivi principali:
1. Mancata motivazione: La decisione del CTU non aveva considerato la richiesta relativa alla percentuale di invalidità, concentrandosi unicamente sulla questione dell’handicap.
2. Aggravamento clinico: Nel corso del giudizio di opposizione, la ricorrente presentava nuova documentazione medica attestante un significativo peggioramento della sua salute, culminato con un intervento chirurgico per una ‘lesione espansiva extra-assiale’.

Di fronte a queste nuove prove, il giudice disponeva un’integrazione della perizia per valutare l’incidenza dell’aggravamento sulla richiesta di handicap grave.

La Decisione del Tribunale

Nonostante l’aggravamento e la nuova perizia, il Tribunale di Milano ha rigettato integralmente l’opposizione, dichiarandola infondata. Tuttavia, ha disposto l’integrale compensazione delle spese di lite tra le parti, inclusi gli oneri della CTU, da dividere a metà.

La decisione si basa su due pilastri: uno di natura procedurale e l’altro di merito medico-legale.

Le Motivazioni della Sentenza: Focus sull’Opposizione all’Accertamento Tecnico Preventivo

Il giudice ha articolato la sua decisione smontando punto per punto le doglianze della ricorrente.

La Scelta Processuale Vincolante

In merito alla prima censura, relativa alla mancata valutazione della percentuale di invalidità, il Tribunale ha osservato che la scelta di limitare l’indagine peritale era stata presa proprio dal procuratore della ricorrente. Durante l’udienza di conferimento dell’incarico al CTU, era stato proprio il legale a chiedere espressamente di ‘concentrarsi l’accertamento sull’handicap grave’.

Secondo il giudice, una parte non può dolersi in un secondo momento di una scelta processuale da essa stessa compiuta. Questa iniziativa di parte ha, di fatto, limitato l’oggetto dell’accertamento, rendendo la successiva lamentela infondata. Si tratta di un’applicazione del principio di auto-responsabilità processuale.

La Valutazione delle Sopravvenienze Cliniche

Per quanto riguarda il secondo punto, l’aggravamento della salute, il giudice ha seguito la procedura corretta, disponendo un supplemento di perizia. Tuttavia, l’esito di questa nuova valutazione non è stato favorevole alla ricorrente.

Il CTU, esaminata la documentazione relativa all’intervento chirurgico, ha concluso che ‘è verosimile ritenere che il successo del trattamento chirurgico ricevuto abbia migliorato la condizione preesistente’. In altre parole, l’operazione, pur essendo un evento clinico rilevante, non solo non aveva prodotto un peggioramento funzionale tale da integrare la nozione di handicap grave, ma aveva addirittura migliorato il quadro clinico precedente. Il perito non ha riscontrato alterazioni psichiche o funzionali tali da far sorgere il sospetto di una condizione che richiedesse un intervento assistenziale ‘permanente, continuativo e globale’, come richiesto dalla L. 104/92.

Infine, il giudice ha giustificato la compensazione delle spese di lite con la presenza di ‘sopravvenienze cliniche’. L’aggravamento, sebbene non sufficiente a fondare il diritto, rappresentava una ragione grave ed eccezionale (ex art. 92 c.p.c.) che rendeva giustificata l’azione legale, anche se poi risultata infondata nel merito.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa sentenza offre due lezioni fondamentali per chi affronta un’opposizione ad accertamento tecnico preventivo. La prima è l’importanza capitale delle scelte strategiche compiute durante la fase di ATP: limitare il quesito al perito può essere una mossa tattica, ma è una decisione vincolante che preclude future contestazioni sul punto. La seconda è che un aggravamento sanitario, anche serio come un intervento chirurgico, non si traduce automaticamente nel riconoscimento di un beneficio. Ciò che conta è la sua incidenza concreta sull’autonomia individuale e sulla necessità di assistenza, secondo i rigidi criteri definiti dalla legge. Il giudice non valuta la patologia in sé, ma le sue conseguenze funzionali.

Posso contestare in sede di opposizione il fatto che il perito (CTU) non abbia valutato un requisito sanitario che avevo richiesto?
No, se durante l’udienza per il conferimento dell’incarico al perito, il tuo stesso avvocato ha chiesto di limitare l’accertamento ad altri aspetti. La scelta processuale di limitare l’indagine è vincolante e non può essere usata come motivo di doglianza in un secondo momento.

Un aggravamento della mia salute, come un intervento chirurgico, dopo la perizia iniziale (ATP), garantisce il riconoscimento dell’handicap grave?
Non necessariamente. Il giudice valuterà l’impatto funzionale dell’aggravamento. In questo caso, nonostante un intervento chirurgico, il perito ha concluso che il trattamento ha migliorato la condizione preesistente e non ha creato le condizioni per un handicap grave, il quale richiede un’assistenza permanente, continuativa e globale.

Se perdo la causa di opposizione, devo sempre pagare le spese legali all’altra parte?
Non sempre. Il giudice può decidere di ‘compensare’ le spese, cioè ogni parte paga le proprie. In questo caso, il giudice ha compensato le spese a causa della ‘sopravvenienza clinica’ (l’aggravamento della salute), che ha giustificato l’azione legale anche se alla fine è stata rigettata, rappresentando una ragione grave ed eccezionale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati