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Oneri non apparenti: la conoscenza esclude la garanzia

Una coppia di acquirenti scopre una condotta fognaria sul terreno comprato da un Comune e ne chiede la rimozione. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la garanzia per oneri non apparenti non opera se l’acquirente era, o poteva essere, a conoscenza del vizio. In questo caso, la presenza di un pozzetto di ispezione è stata considerata prova sufficiente della conoscibilità, escludendo il diritto a risarcimento o riduzione del prezzo.

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Oneri non apparenti: la conoscenza del compratore esclude la garanzia del venditore

Nell’ambito della compravendita immobiliare, la presenza di oneri non apparenti rappresenta una delle problematiche più complesse. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: la garanzia dovuta dal venditore viene meno se l’acquirente era a conoscenza, o avrebbe potuto esserlo con l’ordinaria diligenza, dell’esistenza di tali pesi. Il caso analizzato riguarda la scoperta di una condotta fognaria su un terreno venduto da un ente pubblico come edificabile.

I Fatti di Causa

Due privati cittadini acquistavano da un Comune un lotto di terreno, ceduto tramite un contratto di permuta, con la qualifica di area edificabile. Successivamente, gli acquirenti scoprivano la presenza di una condotta fognaria interrata che attraversava la loro proprietà. Ritenendo che tale servitù di fatto limitasse il pieno godimento del bene, convenivano in giudizio l’ente pubblico venditore, chiedendo la condanna alla rimozione della condotta.

Il tribunale di primo grado accoglieva la domanda, qualificandola come negatoria servitutis e ordinando la rimozione. Tuttavia, la Corte d’Appello ribaltava la decisione. I giudici di secondo grado riqualificavano la domanda come azione contrattuale basata sulla garanzia per vizi della cosa venduta (ex art. 1489 c.c.) e la respingevano. La Corte riteneva che gli acquirenti fossero a conoscenza della fognatura, o che avrebbero potuto facilmente venirne a conoscenza, sulla base di tre elementi:
1. La presenza di un pozzetto di ispezione rilevabile.
2. Il fatto notorio che una strada pubblica è interessata da sotto-servizi.
3. L’esistenza di una convenzione con cui gli stessi acquirenti si erano impegnati alla costruzione di una nuova strada per la riperimetrazione dei lotti.

Contro questa decisione, gli acquirenti proponevano ricorso in Cassazione, articolato in otto motivi.

L’Analisi della Corte di Cassazione sugli oneri non apparenti

La Suprema Corte ha dichiarato inammissibili o infondati tutti i motivi di ricorso, confermando la decisione d’appello. I giudici hanno sottolineato come gran parte delle censure sollevate dai ricorrenti mirassero a una rivalutazione dei fatti, attività preclusa nel giudizio di legittimità. La Corte di Appello aveva compiuto un accertamento di fatto, incensurabile in Cassazione, concludendo che il pozzetto di ispezione era visibile e che, di conseguenza, gli acquirenti erano in condizione di conoscere la presenza della fognatura.

La questione della conoscenza del vizio

Il fulcro della decisione ruota attorno all’articolo 1489 del Codice Civile, che disciplina la garanzia per oneri non apparenti. Questa norma stabilisce che se la cosa venduta è gravata da oneri o da diritti reali o personali non apparenti che ne diminuiscono il libero godimento e non sono stati dichiarati nel contratto, il compratore può domandare la risoluzione del contratto oppure una riduzione del prezzo. La tutela, tuttavia, viene meno se il compratore ne aveva conoscenza. La Cassazione ha confermato che l’accertamento della Corte d’Appello sulla conoscibilità della fognatura da parte degli acquirenti era sufficiente a escludere l’operatività di tale garanzia.

La domanda di risarcimento del danno

I ricorrenti avevano richiesto anche un risarcimento del danno. La Corte ha rigettato anche questa domanda, evidenziando un ulteriore aspetto cruciale. La Corte d’Appello aveva osservato che la presenza della condotta fognaria non diminuiva attualmente il libero godimento del bene, ma rappresentava solo una potenziale limitazione per un eventuale sviluppo futuro dell’immobile (ad esempio, la costruzione di un interrato). Un danno meramente potenziale e futuro non è risarcibile. La giurisprudenza, infatti, è costante nel negare il risarcimento per il cosiddetto “danno in re ipsa“, richiedendo sempre una prova concreta e attuale del pregiudizio subito.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Suprema Corte si fondano su principi consolidati. In primo luogo, il ricorso per cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito della controversia. Le valutazioni dei fatti, come la visibilità di un pozzetto o la desumibile conoscenza di un vizio, spettano esclusivamente ai giudici di merito e non possono essere rimesse in discussione se sorrette da una motivazione logica e non apparente. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione coerente per cui gli acquirenti dovevano ritenersi a conoscenza della fognatura.

In secondo luogo, la disciplina della garanzia per vizi e oneri non apparenti è costruita sulla tutela dell’affidamento del compratore. Se questo affidamento viene meno, perché l’acquirente conosce il vizio o l’onere, la protezione legale cessa di operare. La legge non tutela la negligenza del compratore che, pur potendo accorgersi di un problema con l’ordinaria diligenza, sceglie di non approfondire.

Infine, per quanto riguarda il danno, la Corte ha applicato il principio secondo cui il risarcimento è legato a una lesione effettiva e attuale. Non è sufficiente ipotizzare un pregiudizio futuro e incerto. La richiesta di risarcimento deve fondarsi su una diminuzione concreta del valore o dell’utilità del bene, che nel caso esaminato non era stata dimostrata.

Conclusioni

L’ordinanza in esame offre importanti spunti pratici per chi acquista un immobile. Sottolinea l’importanza di un’attenta verifica preliminare (due diligence) dello stato di fatto e di diritto del bene. La presenza di elementi visibili, come un pozzetto, può essere interpretata come un indizio sufficiente a far sorgere un onere di indagine a carico dell’acquirente. La sentenza conferma che la tutela per gli oneri non apparenti non è assoluta, ma è condizionata dalla diligenza e dallo stato di conoscenza del compratore. Pertanto, prima di concludere un affare, è sempre consigliabile effettuare ispezioni approfondite e, se necessario, avvalersi di tecnici qualificati per evitare spiacevoli sorprese.

La garanzia per oneri non apparenti è sempre dovuta dal venditore?
No. Secondo l’art. 1489 c.c. e come confermato dalla sentenza, la garanzia non è dovuta se il compratore era a conoscenza degli oneri o dei diritti di terzi che gravavano sulla cosa. La conoscenza esclude la tutela.

Come può essere provata la conoscenza dell’acquirente riguardo a un vizio non dichiarato?
La conoscenza può essere provata anche per presunzioni. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che elementi come la visibilità di un pozzetto di ispezione e la notorietà della presenza di sotto-servizi in una strada pubblica fossero sufficienti a presumere la conoscibilità della fognatura da parte degli acquirenti.

Un danno futuro e solo potenziale può essere risarcito?
No. La Corte ha stabilito che la mera possibilità che il bene subisca una diminuzione di godimento in futuro a causa di un eventuale sviluppo edilizio non costituisce un danno attuale e risarcibile. Il danno, per essere risarcito, deve essere una conseguenza concreta e attuale dell’inadempimento, non un’ipotesi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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