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Onere modale donazione: opponibilità all’acquirente

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’obbligo di alloggio a vita, previsto come onere modale in un atto di donazione, ha natura di obbligazione personale e non è opponibile all’acquirente che si aggiudica l’immobile in seguito a una procedura di espropriazione forzata. Anche se trascritto, l’onere non si trasforma in un diritto reale e non può essere fatto valere nei confronti dei terzi acquirenti, i quali hanno il diritto di ottenere la liberazione dell’immobile.

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Donazione con Obbligo di Alloggio: L’Acquirente all’Asta Deve Rispettarlo?

L’inserimento di un onere modale in una donazione immobiliare, come l’obbligo per chi riceve il bene di garantire un alloggio ai donanti per tutta la loro vita, è una pratica diffusa per tutelare i donanti. Ma cosa succede se il donatario accumula debiti e l’immobile finisce all’asta? L’acquirente è tenuto a rispettare tale obbligo? Con l’ordinanza n. 4357 del 19 febbraio 2024, la Corte di Cassazione ha fornito una risposta netta, chiarendo la natura di questo vincolo e i suoi limiti di efficacia verso i terzi.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda due genitori che avevano donato al proprio figlio un terreno, con l’obbligo (modus) per quest’ultimo di concedere loro, vita natural durante, un alloggio gratuito in una porzione del fabbricato che sarebbe stato costruito. Anni dopo, a causa dei debiti contratti dal figlio, l’immobile viene pignorato e venduto all’asta. L’aggiudicatario, una volta divenuto proprietario, chiede la liberazione dell’immobile, trovandolo occupato dai genitori del debitore. Ne scaturisce una complessa vicenda giudiziaria: i genitori sostengono che il loro diritto di alloggio, risultante da un atto trascritto, sia opponibile al nuovo acquirente.

L’Onere modale nella donazione e la decisione del Tribunale

Inizialmente, il Tribunale aveva dato ragione ai genitori, qualificando il loro diritto come un “diritto personale di godimento” assimilabile a una locazione. Secondo questa interpretazione, essendo l’atto di donazione (e l’onere in esso contenuto) stato trascritto prima del pignoramento e menzionato nella perizia di stima, l’aggiudicatario sarebbe stato tenuto a rispettarlo. Questa decisione, tuttavia, non ha retto al vaglio della Corte di Cassazione.

Le Motivazioni della Cassazione: la natura dell’onere

La Suprema Corte ha ribaltato la decisione, accogliendo il ricorso dell’aggiudicatario. Il punto centrale della motivazione risiede nella corretta qualificazione giuridica dell’obbligo imposto al donatario. Non si tratta di un diritto reale (come l’usufrutto o il diritto di abitazione), né può essere equiparato a un contratto di locazione.

La Corte chiarisce che si tratta, appunto, di un onere modale, un’obbligazione che accede a un atto di liberalità. Ecco i punti salienti del ragionamento:

1. Natura Personale e Non Reale: L’onere modale crea un rapporto obbligatorio esclusivamente tra le parti originarie (donante e donatario). Non dà vita a un diritto reale, che è l’unico ad avere la caratteristica di “seguire” il bene e di essere opponibile a tutti i successivi proprietari.

2. Differenza con la Locazione: L’assimilazione alla locazione è errata perché manca l’elemento essenziale di tale contratto: il corrispettivo (il canone). Il modus, afferma la Corte, non può mai essere considerato una controprestazione, altrimenti snaturerebbe la causa gratuita della donazione stessa, trasformandola in un contratto a prestazioni corrispettive.

3. Irrilevanza della Trascrizione: La trascrizione dell’atto di donazione serve a rendere opponibile ai terzi il trasferimento della proprietà, ma non modifica la natura giuridica delle obbligazioni personali in esso contenute. La trascrizione non può “trasformare” un’obbligazione personale in un diritto reale.

Sulla base di queste premesse, l’obbligazione di fornire alloggio rimane un vincolo personale tra i donanti e il donatario. Di conseguenza, essa non è opponibile né ai creditori che hanno avviato l’espropriazione, né, tantomeno, all’aggiudicatario che ha acquistato il bene all’asta in modo libero da vincoli personali.

Le Conclusioni: il Principio di Diritto e le Implicazioni Pratiche

La Corte di Cassazione ha sancito il seguente principio di diritto: “non è opponibile ai creditori procedenti ed all’aggiudicatario l’obbligazione assunta nell’atto di donazione di un immobile, dal donatario nei confronti del donante, avente ad oggetto la concessione in godimento del medesimo per tutta la vita naturale dei beneficiari”.

Questa ordinanza ha implicazioni significative. Chi riceve un immobile all’asta ha il diritto di ottenerlo libero da vincoli personali che legavano il precedente proprietario, anche se tali vincoli erano noti e trascritti. Per i donanti, ciò significa che l’onere modale in una donazione non fornisce una protezione assoluta in caso di future vicende patrimoniali negative del donatario. Sebbene i donanti possano avere diritto a un risarcimento da parte del donatario inadempiente, perdono ogni diritto sull’immobile una volta che questo viene venduto a terzi in seguito a una procedura esecutiva.

Che cos’è un “onere modale” in una donazione?
È una clausola che impone al beneficiario della donazione (donatario) un’obbligazione di fare, non fare o dare qualcosa. Tuttavia, questo obbligo non costituisce una controprestazione per il bene ricevuto, ma è una limitazione della liberalità.

L’obbligo di fornire alloggio a vita, previsto in una donazione, è opponibile a chi compra l’immobile all’asta?
No. Secondo la Corte di Cassazione, si tratta di un’obbligazione di natura personale tra donante e donatario. Pertanto, non può essere fatta valere nei confronti del terzo acquirente che si è aggiudicato l’immobile in seguito a una procedura di espropriazione forzata.

La trascrizione dell’atto di donazione rende l’onere modale un diritto opponibile a tutti?
No. La Cassazione ha chiarito che la trascrizione non modifica la natura giuridica dell’onere. Un’obbligazione personale, anche se trascritta, non si trasforma in un diritto reale (come l’usufrutto o l’abitazione) e non acquisisce efficacia nei confronti dei terzi acquirenti, specialmente in un contesto di vendita forzata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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