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Onere della prova usura: le regole della Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 5709/2025, ha rigettato il ricorso di un fideiussore in una causa di usura su un mutuo. La Corte ha chiarito che l’onere della prova usura grava sul debitore, il quale non solo deve produrre le prove, ma deve prima di tutto allegare in modo puntuale e specifico i fatti a fondamento della sua eccezione, indicando tassi applicati, tassi soglia e periodi di riferimento. La mancata allegazione specifica rende inammissibile l’esame della questione.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Onere della Prova Usura: Allegazioni Specifiche Sono Decisive

Quando si contesta un tasso di interesse come usuraio, non basta sollevare una generica lamentela. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce in modo inequivocabile l’onere della prova sull’usura che grava su chi agisce in giudizio. Il debitore deve fornire allegazioni precise e dettagliate, indicando specificamente tassi, periodi e parametri di riferimento. Vediamo nel dettaglio cosa ha stabilito la Suprema Corte.

I Fatti del Caso

La vicenda giudiziaria nasce dall’opposizione a un decreto ingiuntivo presentata da un fideiussore, condannato in appello al pagamento di oltre 100.000 euro a favore di una società finanziaria. In primo grado, il Tribunale aveva accolto l’opposizione, revocando il decreto ingiuntivo perché la banca non aveva fornito prove sufficienti del proprio credito.

La Corte d’Appello, tuttavia, ribaltava la decisione. Valutando diversamente gli elementi probatori (inclusi documenti prodotti solo nel secondo grado di giudizio), condannava il fideiussore al pagamento delle somme dovute in base a un contratto di mutuo. Il fideiussore, a questo punto, ricorreva in Cassazione, sollevando diverse questioni, tra cui la presunta usurarietà degli interessi.

I Motivi del Ricorso e l’Onere della Prova sull’Usura

Il ricorrente basava la sua difesa su quattro motivi principali, ma i più rilevanti riguardavano la questione dell’usura. Egli sosteneva che:
1. I decreti ministeriali che fissano i tassi soglia, essendo atti normativi, avrebbero dovuto essere conosciuti dal giudice d’ufficio, anche senza essere prodotti in giudizio.
2. La Corte d’Appello aveva erroneamente posto a suo carico l’onere di specificare per quali periodi si fosse verificato il superamento del tasso soglia.

La Corte di Cassazione ha esaminato congiuntamente questi due motivi, dichiarando il primo inammissibile e il secondo infondato, cogliendo l’occasione per ribadire un principio fondamentale in materia.

L’importanza dell’Allegazione Specifica

Il punto centrale della decisione è la distinzione tra l’onere di allegazione e l’onere della prova. Prima ancora di dover provare l’usura, il debitore ha il dovere di allegare in modo puntuale e specifico i fatti su cui si fonda la sua eccezione. Questo significa che non è sufficiente affermare genericamente che i tassi sono usurari. È necessario indicare con precisione:

* Il tipo di contratto e la clausola contestata.
* Il tasso di interesse applicato.
* Il tasso soglia vigente nel periodo di riferimento.
* I parametri specifici che si assumono violati.

La Corte d’Appello aveva basato la sua decisione su una duplice ratio decidendi: da un lato, la mancata produzione dei decreti ministeriali; dall’altro, e in via autonoma, la genericità dell’eccezione, priva dell’indicazione di tassi e periodi. Poiché il ricorrente non ha efficacemente contestato questa seconda, autonoma ragione, essa da sola è sufficiente a sorreggere la decisione, rendendo irrilevante la discussione sulla conoscibilità d’ufficio dei decreti.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha stabilito che la decisione della Corte di appello era corretta nell’applicare il principio di diritto secondo cui spetta al debitore, che eccepisce l’usurarietà, indicare gli elementi di fatto specifici. L’allegazione puntuale dei fatti costitutivi dell’eccezione è un’attività distinta e preliminare rispetto alla produzione di prove. In assenza di una contestazione specifica e dettagliata, il giudice non è tenuto a esaminare nel merito la questione dell’usura. La Corte ha inoltre dichiarato inammissibili gli altri motivi del ricorso: quello relativo all’anatocismo, perché sollevato per la prima volta in Cassazione, e quello sulla ripartizione delle spese legali, poiché la valutazione sull’opportunità di compensare le spese rientra nel potere discrezionale del giudice di merito e non è sindacabile se non in caso di violazione del principio che impedisce di condannare la parte totalmente vittoriosa.

Le Conclusioni

Questa ordinanza conferma un orientamento consolidato e offre una lezione pratica fondamentale: chi intende contestare l’usurarietà di un tasso di interesse deve preparare la propria difesa con estrema cura. L’onere della prova sull’usura non si esaurisce nel fornire documenti, ma inizia con una precisa e circostanziata allegazione dei fatti. Una difesa generica è destinata a fallire, poiché il giudice non può e non deve sopperire alle carenze assertive della parte. Pertanto, è cruciale affidarsi a un professionista che possa analizzare nel dettaglio il contratto e formulare un’eccezione di usura solida, specifica e ben documentata sin dal primo grado di giudizio.

Chi ha l’onere della prova quando si contesta l’usurarietà degli interessi?
L’onere della prova, ai sensi dell’art. 2697 del codice civile, grava sul debitore che intende dimostrare l’entità usuraria degli interessi. Questo onere include il dovere di dedurre e allegare in modo specifico il tipo contrattuale, la clausola negoziale, i tassi applicati, i tassi soglia e il periodo di riferimento.

È sufficiente per il debitore lamentare in modo generico l’applicazione di tassi usurari?
No, non è sufficiente. La Corte ha chiarito che il giudice ha correttamente disatteso l’eccezione di usura a causa del difetto di una puntuale allegazione dei fatti, mancando l’indicazione del tasso applicato, di quello soglia e del periodo di riferimento. L’allegazione specifica è un requisito preliminare all’esame del merito.

È possibile introdurre per la prima volta in Cassazione una questione non discussa nei precedenti gradi di giudizio?
No. La Corte ha dichiarato inammissibile il motivo di ricorso relativo all’anatocismo, poiché investiva una questione (il superamento del tasso soglia a causa degli interessi moratori) che non risultava essere stata trattata nella sentenza di appello. Questioni nuove non possono essere prospettate per la prima volta in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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