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Occupazione sine titulo: risarcimento anche senza agibilità

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna al risarcimento del danno per un’occupazione sine titulo pluriennale di un immobile. La Corte ha stabilito che la prova del danno non è in re ipsa, ma può consistere nella dimostrazione della concreta intenzione del proprietario di locare il bene, frustrata dall’occupante. Inoltre, la mancanza del certificato di agibilità è stata ritenuta irrilevante ai fini risarcitori, dato che l’occupante stesso, godendo del bene per anni, ne aveva dimostrato la fruibilità.

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Occupazione sine titulo: Risarcimento Dovuto Anche Senza Certificato di Agibilità

L’occupazione sine titulo di un immobile, ovvero senza un valido contratto o titolo, rappresenta una violazione del diritto di proprietà e genera il diritto al risarcimento del danno. Ma cosa succede se l’immobile in questione è privo del certificato di agibilità? Può l’occupante abusivo usare questa mancanza per evitare di pagare? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali su questo punto, stabilendo principi importanti sulla prova del danno e sull’irrilevanza di alcune formalità amministrative.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dal fallimento di tre società cooperative edilizie, proprietarie di un complesso di villette in costruzione. A seguito del fallimento, dichiarato nel 1994, un soggetto privato occupava una delle villette senza alcun titolo. Le curatele fallimentari, dopo aver intimato più volte il rilascio dell’immobile a partire dal 1995, riuscivano a trasferire la proprietà all’occupante solo nel 2002, tramite un “atto di acquisto transattivo”.

Successivamente, le curatele agivano in giudizio per ottenere il risarcimento del danno derivante dalla prolungata occupazione abusiva, quantificando il pregiudizio nella perdita della possibilità di locare l’immobile a terzi in attesa della vendita. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello accoglievano la domanda, condannando l’ex occupante a pagare una somma a titolo risarcitorio. L’occupante, tuttavia, ricorreva in Cassazione, sostenendo principalmente due tesi: la mancata prova di un danno concreto e l’impossibilità di locare l’immobile a causa dell’assenza del certificato di agibilità.

La Decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, confermando la condanna al risarcimento del danno. La decisione si fonda su un’analisi approfondita della natura del danno da occupazione illegittima e dei requisiti per la sua risarcibilità.

Le Motivazioni della Cassazione sul Risarcimento per Occupazione Sine Titulo

La Suprema Corte ha smontato le difese del ricorrente attraverso una serie di argomentazioni giuridiche precise, che chiariscono i contorni della tutela del proprietario.

La Prova del Danno: Non è ‘in re ipsa’ ma va dimostrata la Concreta Possibilità di Guadagno

Un punto centrale della sentenza riguarda la prova del danno. La Cassazione, allineandosi a un orientamento consolidato delle Sezioni Unite, ha ribadito che il danno da occupazione sine titulo non è ‘in re ipsa’, cioè non può essere considerato automaticamente esistente per il solo fatto dell’occupazione. Il proprietario ha l’onere di allegare e provare le specifiche conseguenze pregiudizievoli.

Nel caso di specie, le curatele fallimentari avevano assolto a tale onere producendo in giudizio una relazione del 1996, indirizzata al Giudice Delegato, in cui manifestavano la chiara intenzione di locare gli immobili occupati, indicando persino i canoni mensili proposti. Questo documento, secondo la Corte, è stato sufficiente a dimostrare la perdita di una concreta e specifica occasione di guadagno, integrando così la prova del ‘danno emergente’ (la perdita subita).

Irrilevanza della Mancanza del Certificato di Agibilità

La difesa più suggestiva del ricorrente era basata sulla mancanza del certificato di agibilità. Secondo la sua tesi, senza tale certificato, l’immobile non sarebbe stato legalmente commerciabile per la locazione e, di conseguenza, nessun danno poteva essere lamentato.

La Corte ha respinto nettamente questa argomentazione. I giudici hanno osservato che la fruibilità di un bene e la sua capacità di generare reddito sono questioni di fatto. Il fatto stesso che l’occupante avesse vissuto nell’immobile per anni, traendone utilità abitative, era la prova più evidente della sua concreta godibilità. La mancanza del certificato amministrativo, pur rilevante sotto altri profili, non costituiva un ostacolo insormontabile alla possibilità di esercitare il diritto di godimento del bene, anche in via indiretta (come la locazione). Pertanto, non poteva essere invocata dall’autore dell’illecito per escludere la propria responsabilità risarcitoria.

Le Conclusioni

Questa ordinanza della Corte di Cassazione offre due importanti insegnamenti pratici. In primo luogo, chi subisce un’occupazione sine titulo e intende chiedere il risarcimento deve essere in grado di provare non solo l’illegittimità dell’occupazione, ma anche il danno concreto subito, come la perdita di specifiche opportunità di locazione o vendita. In secondo luogo, l’occupante abusivo non può appellarsi alla mancanza di requisiti amministrativi, come il certificato di agibilità, per negare il danno, specialmente quando il suo stesso comportamento dimostra la piena fruibilità e utilità del bene.

Il danno derivante da un’occupazione sine titulo è automatico e non necessita di prove?
No, secondo la Corte di Cassazione, il danno non è ‘in re ipsa’ (automatico). Il proprietario deve allegare e dimostrare le concrete conseguenze pregiudizievoli, come la perdita di una specifica opportunità di affittare o vendere l’immobile.

La mancanza del certificato di agibilità impedisce al proprietario di chiedere il risarcimento per l’occupazione abusiva?
No. La Corte ha stabilito che la mancanza del certificato di agibilità non esclude il diritto al risarcimento. Se l’occupante ha di fatto goduto dell’immobile per anni, ne ha dimostrato l’utilità e la fruibilità, rendendo irrilevante la mancanza del documento amministrativo ai fini della richiesta di danno.

Cosa deve provare il proprietario per ottenere il risarcimento del danno per occupazione illegittima?
Il proprietario deve provare la perdita di una concreta possibilità di esercitare il proprio diritto di godimento, diretto o indiretto. Nel caso specifico, è stata ritenuta prova sufficiente una relazione dei curatori fallimentari che manifestava l’intenzione di locare gli immobili a canoni predeterminati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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