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Occupazione illegittima: la Cassazione fa il punto

Una proprietaria chiede il risarcimento per l’occupazione illegittima di parte del suo terreno da parte di un Comune. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ritiene la questione complessa, soprattutto in relazione alla “rinuncia abdicativa” della proprietà, e rimette la causa a una pubblica udienza per un esame più approfondito, in attesa di una pronuncia delle Sezioni Unite.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Occupazione Illegittima da Parte della PA: La Cassazione Rimette la Questione alla Pubblica Udienza

L’occupazione illegittima di un terreno privato da parte di un ente pubblico è una problematica complessa che tocca il cuore del diritto di proprietà. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ha evidenziato la delicatezza di tali questioni, scegliendo di non decidere immediatamente ma di rinviare il caso a una pubblica udienza per un esame più approfondito. Vediamo nel dettaglio i fatti e le ragioni di questa importante decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine dalla richiesta di risarcimento danni avanzata da una cittadina nei confronti del proprio Comune. L’ente pubblico aveva occupato, senza alcun titolo legittimo, una porzione di circa 20 metri quadri del suo terreno per realizzarvi un marciapiede e una panchina.

Il Tribunale di primo grado aveva accolto parzialmente la domanda, accertando l’illegittimità dell’occupazione e condannando il Comune a un risarcimento di 7.000 euro. La Corte d’Appello aveva successivamente confermato tale quantificazione, riformando solo la decisione sulle spese legali.

La proprietaria, non soddisfatta, ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando due questioni principali:

1. Il mancato riconoscimento del danno per la perdita totale della proprietà, sostenendo che l’occupazione parziale rendeva di fatto inutilizzabile l’intero lotto.
2. Un errore nel metodo di calcolo del danno, che a suo avviso doveva essere quantificato secondo i criteri dell’art. 42-bis del Testo Unico Espropri, e non come una somma una tantum.

La Complessa Questione dell’Occupazione Illegittima e della Rinuncia alla Proprietà

Un punto cruciale del dibattito giuridico riguardava la cosiddetta “rinuncia abdicativa”. Secondo una tesi, la richiesta di risarcimento del danno per la perdita del bene da parte del privato comporterebbe una sua implicita rinuncia al diritto di proprietà. La Corte d’Appello aveva ritenuto superata questa tesi, citando una sentenza dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato (n. 2/2020), ma la ricorrente contestava che su questo punto si fosse formato un giudicato.

La Decisione dell’Ordinanza e il Rinvio

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha ritenuto che le questioni sollevate dalla ricorrente meritassero una disamina più approfondita. Invece di emettere una sentenza definitiva, ha scelto la via del rinvio della causa alla pubblica udienza della prima sezione civile.

Le Motivazioni

La principale motivazione dietro questa scelta risiede nella complessità e nella rilevanza delle questioni di diritto sollevate, in particolare quella relativa alla rinuncia abdicativa del diritto di proprietà immobiliare. I giudici hanno evidenziato che su questo stesso tema sono pendenti dei rinvii pregiudiziali davanti alle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, sollevati da altri tribunali.

Di conseguenza, al fine di armonizzare la futura decisione con le motivazioni che saranno rese dalle Sezioni Unite e di tenere conto di un inquadramento normativo di carattere generale, il Collegio ha ritenuto indispensabile un dibattito in pubblica udienza. Questa procedura consente un esame più completo e approfondito, garantendo una maggiore coerenza e certezza del diritto su un tema fondamentale come la tutela della proprietà privata di fronte all’azione della pubblica amministrazione.

Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria non chiude la vicenda, ma la pone in una fase di attesa strategica. La decisione di rimettere la causa alla pubblica udienza sottolinea la volontà della Suprema Corte di affrontare con la massima cautela e completezza il delicato bilanciamento tra l’interesse pubblico e il diritto fondamentale di proprietà. Le future pronunce, in particolare quella delle Sezioni Unite, saranno decisive per definire in modo chiaro i rimedi a disposizione del cittadino che subisce una occupazione illegittima e le conseguenze delle sue azioni legali sul diritto di proprietà.

Cosa succede quando un Comune occupa una parte di un terreno privato senza titolo?
Il proprietario ha diritto a chiedere il risarcimento del danno per l’occupazione illegittima. Il caso in esame discute le modalità di calcolo di tale risarcimento e se la richiesta stessa implichi una rinuncia al diritto di proprietà.

La richiesta di risarcimento del danno per la perdita di un bene equivale a una rinuncia alla proprietà?
L’ordinanza non fornisce una risposta definitiva. Riconosce che si tratta di una questione giuridica complessa e controversa, tanto da essere attualmente all’esame delle Sezioni Unite della Cassazione, e per questo merita un approfondimento in pubblica udienza.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte ha ritenuto le questioni sollevate, specialmente quella sulla “rinuncia abdicativa”, di notevole importanza e complessità. Per garantire una decisione coerente con altri importanti casi pendenti e per consentire un esame più approfondito, ha preferito rinviare la causa a una pubblica udienza invece di decidere immediatamente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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