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Occupazione abusiva: giurisdizione del giudice ordinario

La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha risolto un conflitto di giurisdizione tra tribunale ordinario e TAR. Il caso riguardava una richiesta di pagamento per l’occupazione abusiva di un’area demaniale portuale da parte di una società fallita, a seguito della scadenza di una concessione. La Corte ha stabilito che la giurisdizione appartiene al giudice ordinario, poiché la pretesa dell’ente pubblico non deriva dall’esercizio di poteri autoritativi, ma dalla tutela di un diritto soggettivo di natura patrimoniale, assimilabile a quella di un qualsiasi proprietario.

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Occupazione Abusiva di Demanio: La Cassazione Sceglie il Giudice Ordinario

Quando una concessione su un bene demaniale scade e il concessionario non lo restituisce, si genera una situazione di occupazione abusiva. Questa condizione porta spesso a controversie legali, in particolare sulla richiesta di un’indennità da parte dell’ente pubblico proprietario. Una delle questioni più dibattute in questi casi è: chi ha il potere di decidere? Il giudice ordinario o il giudice amministrativo? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha fornito una risposta chiara, delineando i confini tra le due giurisdizioni.

I fatti del caso: Una concessione scaduta e una richiesta di pagamento

Una società, operante nel settore dei cantieri navali, era titolare di una concessione demaniale marittima per un’area portuale. Dopo la scadenza della concessione, non rinnovata, la società veniva dichiarata fallita. La curatela fallimentare, pur manifestando l’intenzione di subentrare, continuava ad occupare l’area. L’Autorità Portuale, di conseguenza, emetteva un’ingiunzione di pagamento per un’indennità di occupazione abusiva, comprensiva di una maggiorazione del 200%, come previsto da specifiche normative.

La curatela fallimentare si opponeva a tale ingiunzione davanti al Tribunale ordinario, sostenendo l’illegittimità della pretesa per vari motivi, tra cui la mancanza di un credito certo, liquido ed esigibile.

Il conflitto di giurisdizione: Tribunale Ordinario o TAR?

Il Tribunale ordinario adito declinava la propria giurisdizione, ritenendo competente il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), poiché la controversia implicava la qualificazione del rapporto e l’interpretazione di poteri discrezionali dell’Amministrazione. La causa veniva quindi riassunta davanti al TAR. Quest’ultimo, tuttavia, giungeva a una conclusione opposta: la controversia aveva natura puramente patrimoniale e non riguardava l’esercizio di poteri pubblici. Di fronte a questo stallo, il TAR sollevava d’ufficio un conflitto negativo di giurisdizione, rimettendo la decisione finale alla Corte di Cassazione a Sezioni Unite.

L’analisi della Corte: la giurisdizione in caso di occupazione abusiva

La Corte di Cassazione ha risolto il conflitto affermando la giurisdizione del giudice ordinario. Il principio cardine su cui si basa la decisione è la distinzione tra l’esercizio del potere autoritativo della Pubblica Amministrazione e la gestione del proprio patrimonio.

Secondo la Corte, quando l’Amministrazione agisce per ottenere un’indennità per un’occupazione abusiva, non sta esercitando un potere pubblico, ma sta tutelando il suo diritto di proprietà, esattamente come farebbe un qualsiasi soggetto privato. La pretesa non nasce da un atto amministrativo che incide unilateralmente sulla sfera giuridica del privato, ma dalla lesione di un diritto soggettivo: il diritto al ristoro dei danni subiti per la mancata disponibilità del bene.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sul concetto di “petitum sostanziale”. Per determinare la giurisdizione, non si deve guardare solo alla richiesta formale, ma alla vera natura della pretesa. In questo caso, l’Autorità Portuale chiedeva un ristoro economico per un illecito (l’occupazione senza titolo). La controversia non riguardava la legittimità di un provvedimento amministrativo, ma la ricostruzione dei fatti e l’accertamento di un credito. Si trattava, in sostanza, di una questione patrimoniale che non coinvolgeva l’esercizio di poteri discrezionali dell’ente. L’Amministrazione si stava avvalendo degli strumenti ordinari a difesa della proprietà, rientrando così pienamente nella sfera di competenza del giudice ordinario, custode dei diritti soggettivi.

Le conclusioni

La decisione consolida un orientamento giurisprudenziale fondamentale: le controversie relative a canoni, indennità o altri corrispettivi per l’uso di beni pubblici hanno natura meramente patrimoniale e spettano al giudice ordinario, a meno che non vengano in rilievo profili di esercizio del potere pubblico, come ad esempio la contestazione di un atto di revoca della concessione. Questa pronuncia chiarisce che quando l’ente pubblico agisce per un’indennità da occupazione abusiva, la controversia si sposta dal piano del diritto amministrativo a quello del diritto civile, con tutte le conseguenze del caso in termini di giurisdizione e di onere della prova.

Quale giudice è competente a decidere su una richiesta di indennità per occupazione abusiva di un bene demaniale?
È competente il giudice ordinario. La Corte di Cassazione ha chiarito che tale controversia ha natura patrimoniale e riguarda la lesione di un diritto soggettivo (il diritto di proprietà dell’ente), non l’esercizio di un potere pubblico autoritativo.

Perché la controversia non rientra nella giurisdizione del giudice amministrativo?
Non rientra nella giurisdizione amministrativa perché il cuore della disputa non è la legittimità di un atto amministrativo (come un provvedimento di concessione o revoca), ma l’accertamento di un fatto illecito (l’occupazione senza titolo) e la conseguente richiesta di un risarcimento del danno, che è una tipica azione a tutela di un diritto soggettivo.

La natura di ente pubblico dell’autorità che agisce cambia la giurisdizione?
No. Secondo la Corte, il fatto che ad agire sia un ente pubblico non è di per sé sufficiente a radicare la giurisdizione del giudice amministrativo. Ciò che conta è la natura della posizione giuridica fatta valere: se l’ente agisce a tutela del suo patrimonio utilizzando gli strumenti del diritto comune, la giurisdizione è quella ordinaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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