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Oblazione Condono Edilizio: quando è irripetibile?

Un professionista del settore edile ha versato una somma a titolo di oblazione per un condono edilizio come misura precauzionale, chiedendone poi la restituzione poiché non era mai stato avviato un procedimento penale a suo carico. La Corte di Cassazione ha stabilito che il pagamento dell’oblazione per condono edilizio è una scelta volontaria finalizzata proprio a evitare le conseguenze penali dell’abuso. Di conseguenza, la somma versata ha una sua causa giuridica e non può essere considerata un pagamento indebito, rendendola quindi irripetibile (non rimborsabile).

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Oblazione Condono Edilizio: il pagamento è rimborsabile? La Cassazione chiarisce

Il versamento dell’oblazione per condono edilizio rappresenta un passo cruciale per la regolarizzazione di un immobile abusivo. Ma cosa succede se, dopo aver pagato, non viene avviato alcun procedimento penale? È possibile chiedere la restituzione della somma? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha offerto una risposta definitiva, delineando la natura giuridica di questo pagamento e le sue conseguenze.

I Fatti del Caso: Una Sanatoria “Precauzionale”

Un direttore dei lavori, a seguito dell’annullamento di una concessione edilizia da parte del Consiglio di Stato, si trovava a gestire immobili divenuti improvvisamente abusivi. Per evitare possibili conseguenze penali, decideva di presentare istanza di condono e versare una cospicua somma a titolo di oblazione. Tuttavia, non essendo mai stato formalmente indagato né sottoposto a procedimento penale, in seguito agiva in giudizio per ottenere la restituzione di quanto pagato, sostenendo che il versamento fosse avvenuto sine titulo, ovvero senza una valida causa giuridica.

Inizialmente il Tribunale gli dava ragione, condannando l’amministrazione a restituire l’importo. La Corte d’Appello, però, ribaltava la decisione, respingendo la richiesta del professionista. La questione giungeva così all’esame della Corte di Cassazione.

L’Oblazione Condono Edilizio nella Decisione della Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile e manifestamente infondato, confermando la non rimborsabilità della somma. La decisione si fonda su argomentazioni sia procedurali che di merito, che chiariscono in modo inequivocabile la funzione dell’istituto.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha innanzitutto rilevato due profili di inammissibilità del ricorso. In primo luogo, il ricorrente non aveva esposto in modo completo i fatti e le argomentazioni delle fasi precedenti del giudizio. In secondo luogo, e in modo dirimente, non aveva contestato una delle ragioni autonome (ratio decidendi) della sentenza d’appello. La Corte territoriale aveva infatti stabilito che l’oblazione comporta una rinuncia irrevocabile del cittadino alla garanzia giurisdizionale in cambio della rinuncia dello Stato a perseguire il reato: questa motivazione, da sola, era sufficiente a sorreggere la decisione di rigetto.

Nel merito, la Cassazione ha smontato la tesi del pagamento indebito, spiegando la vera natura dell’oblazione condono edilizio. Ecco i punti chiave del ragionamento:

1. Natura Volontaria e Scopo Preventivo: L’oblazione non è un pagamento imposto, ma una scelta volontaria del soggetto. Il suo scopo non è quello di pagare una sanzione a seguito di un accertamento, ma proprio quello di evitare l’avvio di un procedimento penale e le altre conseguenze pregiudizievoli. Il beneficio si ottiene nel momento stesso in cui, grazie al pagamento, si impedisce l’azione penale.

2. Negozio Giuridico Unilaterale: Il versamento dell’oblazione viene qualificato come un negozio giuridico unilaterale. Con questo atto, il soggetto ammette l’esistenza dell’illecito e, in cambio dell’estinzione del reato, rinuncia in modo irrevocabile a contestarlo. A sua volta, lo Stato rinuncia a procedere penalmente.

3. Esistenza del Titolo Giuridico: Il ‘titolo’ del pagamento, ovvero la sua causa giustificativa, risiede proprio in questa transazione. La legge (in particolare l’art. 38 della L. 47/1985) fornisce la base legale per questo scambio. Pertanto, il pagamento non è sine titulo e non può essere richiesto in restituzione ai sensi dell’art. 2033 c.c.

La Corte sottolinea come sarebbe contrario a ogni ragionevolezza consentire a qualcuno di evitare un processo penale pagando una somma, per poi permettergli di riaverla indietro proprio perché il processo non è stato avviato. L’effetto desiderato è stato pienamente conseguito.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La pronuncia della Cassazione consolida un principio fondamentale: l’oblazione per condono edilizio è un atto definitivo e non rimborsabile. Chi sceglie questa via per sanare un abuso edilizio compie una scelta consapevole che produce effetti giuridici stabili: da un lato, il riconoscimento dell’illecito e la rinuncia a difendersi in sede penale; dall’altro, l’estinzione del reato. Non è rilevante che l’azione penale non sia mai stata formalmente esercitata, poiché il presupposto dell’oblazione è il fatto oggettivo dell’abuso edilizio, non l’iscrizione nel registro degli indagati. Questa decisione offre certezza giuridica e ribadisce che gli strumenti deflattivi del contenzioso penale, una volta attivati, non consentono ripensamenti.

Il pagamento dell’oblazione per un condono edilizio è rimborsabile se non viene mai avviato un procedimento penale?
No, secondo la Corte di Cassazione la somma non è rimborsabile. Il pagamento è una scelta volontaria il cui scopo è proprio quello di evitare l’avvio del procedimento penale. Una volta ottenuto questo beneficio, il pagamento si considera giustificato e quindi irripetibile.

Qual è la natura giuridica del versamento dell’oblazione secondo la Cassazione?
È un negozio giuridico unilaterale, processuale o extraprocessuale. Con questo atto, il soggetto riconosce l’illecito e rinuncia irrevocabilmente alla garanzia giurisdizionale, mentre lo Stato rinuncia a procedere penalmente. Il pagamento trova il suo titolo (causa giuridica) nell’art. 38 della legge n. 47/1985.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile, oltre che infondato?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per due ragioni principali: in primis, per la mancata esposizione chiara e completa dei fatti di causa e delle argomentazioni dei gradi precedenti; in secondo luogo, perché il ricorrente non ha impugnato una delle autonome ‘rationes decidendi’ (ragioni della decisione) della sentenza d’appello, rendendo la sua censura inefficace a prescindere.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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