LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Obbligo informativo assicuratore: dovere e limiti

Una banca, beneficiaria di una polizza assicurativa stipulata dalla sua società di trasporto valori, si è vista negare l’indennizzo dopo un furto a causa del mancato rispetto delle misure di sicurezza da parte della società contraente. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’obbligo informativo dell’assicuratore non si estende alla verifica delle dichiarazioni del contraente né all’informazione del terzo beneficiario circa le inadempienze di cui l’assicuratore stesso non sia a conoscenza.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Obbligo Informativo Assicuratore: Fino a Dove si Estende la Responsabilità?

L’ordinanza n. 20658/2024 della Corte di Cassazione offre un’importante chiarificazione sui confini dell’obbligo informativo dell’assicuratore nei contratti di assicurazione per conto altrui. La pronuncia stabilisce che l’assicuratore non è tenuto a verificare l’esattezza delle dichiarazioni fornite dal contraente riguardo alle misure di sicurezza, né a informare il terzo beneficiario di eventuali inadempienze. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi di diritto affermati.

I Fatti di Causa

Una società bancaria aveva affidato a un’impresa specializzata il servizio di trasporto e custodia di valori. Quest’ultima, per l’esecuzione del servizio, si era avvalsa di una seconda società, la quale aveva stipulato un contratto di assicurazione contro furto e rapina con una nota compagnia assicurativa internazionale. La polizza era del tipo “per conto di chi spetta”, designando quindi la banca come beneficiaria finale della copertura.

Nel 2012, un’ingente quantità di valori di proprietà della banca veniva trafugata dal caveau della società di custodia. A seguito del sinistro, la compagnia assicurativa negava l’indennizzo, sostenendo che le misure di sicurezza minime previste dal contratto non erano state adottate. Nello specifico, il caveau era privo di alcuni sistemi di sicurezza imposti dalla polizza e quelli presenti non erano funzionanti.

La banca agiva in giudizio, sostenendo che l’assicuratore avrebbe dovuto informarla delle prescrizioni di sicurezza impartite alla società contraente e della loro mancata adozione. Secondo la banca, se fosse stata informata, avrebbe potuto pretendere l’adeguamento o sciogliere il contratto di appalto, evitando il danno.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della banca, confermando le decisioni dei giudici di merito. Il punto centrale della controversia era stabilire se sull’assicuratore gravasse un obbligo proattivo di verifica e di informazione nei confronti del terzo beneficiario.

La Corte ha ribadito un principio fondamentale del diritto delle assicurazioni: l’onere di descrivere il rischio in modo completo ed esatto ricade interamente sul contraente/assicurato. Il contratto assicurativo si fonda sul principio della uberrima bona fides (massima buona fede), per cui l’assicuratore ha il diritto di fare pieno affidamento sulle dichiarazioni che gli vengono fornite, senza essere obbligato a condurre indagini per verificarne la veridicità.

L’Obbligo Informativo dell’Assicuratore e i Suoi Limiti

La Suprema Corte ha precisato che non esiste una norma che imponga all’assicuratore un dovere generale di sindacare l’onestà del proprio assicurato. Le norme che sanzionano le dichiarazioni inesatte o reticenti (artt. 1892 e 1898 c.c.), prevedendo la perdita o la riduzione dell’indennizzo, non subordinano tale conseguenza all’assenza di indagini da parte dell’assicuratore. L’obbligo di informazione è posto a carico dell’assicurato, non viceversa.

Di conseguenza, la compagnia assicurativa non era tenuta a:
1. Verificare attivamente che la società di custodia avesse effettivamente implementato le misure di sicurezza richieste.
2. Informare la banca (terzo beneficiario) delle prescrizioni di sicurezza impartite alla contraente.
3. Comunicare alla banca la mancata ottemperanza a tali prescrizioni.

L’assicuratore avrebbe avuto un obbligo di informare il beneficiario solo se fosse venuto a conoscenza della falsità delle dichiarazioni del contraente, ma nel caso di specie non vi era prova di tale conoscenza.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sulla struttura stessa del contratto di assicurazione. L’assicuratore valuta e prezza il rischio sulla base delle informazioni fornitegli. Imporgli un onere di verifica significherebbe snaturare il rapporto contrattuale e trasformarlo in un’attività di vigilanza, che non gli compete. La Corte ha formulato il seguente principio di diritto: “nel contratto di assicurazione la descrizione del rischio è un onere dell’assicurato e del contraente, i quali perciò in caso di falsità o reticenze sopporteranno le conseguenze previste dagli artt. 1892, 1898 o 1909 c.c.. L’assicuratore di conseguenza può legittimamente fare affidamento sulle circostanze dichiarate dall’assicurato o dal contraente; non ha alcun obbligo di attivarsi per verificarne la verità, e nell’assicurazione per conto altrui non è tenuto a riferire all’assicurato le dichiarazioni del contraente delle quali ignori incolpevolmente la falsità”. La circostanza che la società contraente avesse dichiarato per iscritto la conformità del caveau alle prescrizioni di sicurezza esonerava l’assicuratore da qualsiasi ulteriore obbligo informativo verso la banca beneficiaria.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento fondamentale in materia assicurativa. I terzi beneficiari di polizze “per conto di chi spetta” devono essere consapevoli che la validità della copertura dipende primariamente dalla correttezza e diligenza del contraente. Non possono fare affidamento sull’assicuratore come garante del comportamento del contraente. Per tutelarsi, i beneficiari dovrebbero considerare l’adozione di meccanismi contrattuali diretti (ad esempio, nel contratto di appalto) che li autorizzino a richiedere prove periodiche del rispetto degli obblighi assicurativi o a effettuare verifiche dirette.

L’assicuratore ha l’obbligo di verificare che il contraente adotti le misure di sicurezza pattuite?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’assicuratore può legittimamente fare affidamento sulle dichiarazioni del contraente in merito al rischio e non ha un obbligo di attivarsi per verificarne la veridicità. L’onere di descrivere correttamente il rischio è a carico del contraente/assicurato.

In un’assicurazione per conto altrui, l’assicuratore deve informare il terzo beneficiario se il contraente non rispetta gli obblighi contrattuali?
No. L’assicuratore non è tenuto a riferire al terzo beneficiario (l’assicurato) le dichiarazioni del contraente o le sue eventuali inadempienze, specialmente se ignora incolpevolmente la loro falsità. Un tale obbligo sorgerebbe solo se l’assicuratore fosse a conoscenza della reticenza o della falsità delle dichiarazioni.

Su chi ricade l’onere di descrivere correttamente il rischio nel contratto di assicurazione?
L’onere di descrivere il rischio in modo esatto e completo ricade sull’assicurato o sul contraente. In caso di dichiarazioni false o reticenti, questi ultimi sopporteranno le conseguenze previste dalla legge, come la perdita totale o parziale del diritto all’indennizzo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati