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Obblighi informativi intermediario: la Cassazione decide

La Cassazione, con l’ordinanza 8458/2024, ha stabilito che gli obblighi informativi dell’intermediario finanziario persistono anche dopo il Regolamento Consob 16190/2007. L’intermediario deve fornire informazioni dettagliate sui rischi specifici del prodotto, un dovere autonomo rispetto alla valutazione di appropriatezza. La semplice segnalazione di non appropriatezza non esonera la banca da questa responsabilità. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva negato il risarcimento a un investitore, riaffermando la centralità della trasparenza per una scelta consapevole.

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Obblighi informativi intermediario: Il Dovere di Chiarezza non Conosce Eccezioni

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione riafferma un principio fondamentale nella tutela degli investitori: gli obblighi informativi dell’intermediario finanziario non possono essere annacquati o elusi. Anche quando un’operazione viene richiesta direttamente dal cliente, la banca ha sempre il dovere di fornire un’informativa chiara e completa sui rischi specifici del prodotto finanziario. Questa decisione chiarisce che tale dovere è autonomo e non viene meno neppure a seguito dell’entrata in vigore delle normative più recenti, come il Regolamento Consob del 2007.

I Fatti: L’Acquisto di Titoli ad Alto Rischio

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda due investitori che, nel luglio 2008, a ridosso di una grave crisi finanziaria globale, avevano acquistato tramite un istituto di credito obbligazioni emesse da una nota banca d’affari statunitense, poi fallita. A seguito del default dell’emittente e della conseguente perdita del capitale investito, i risparmiatori avevano citato in giudizio la banca, lamentando la violazione dei suoi doveri informativi.
Nei primi due gradi di giudizio, le decisioni erano state discordanti: mentre una cliente aveva ottenuto la risoluzione del contratto e il risarcimento, la domanda dell’altro investitore era stata respinta.

La Decisione della Corte d’Appello: Un’Interpretazione Restrittiva

La Corte d’Appello aveva rigettato la richiesta di risarcimento di uno degli investitori sulla base di un’interpretazione restrittiva della normativa. Secondo i giudici di secondo grado, con l’avvento del Regolamento Consob n. 16190/2007, l’obbligo dell’intermediario nei contratti di sola esecuzione di ordini si limiterebbe a una valutazione di ‘appropriatezza’, senza estendersi a un’informativa dettagliata sui rischi specifici del singolo prodotto. In sostanza, la Corte territoriale riteneva che, una volta avvertito il cliente della non appropriatezza dell’operazione, la banca avesse adempiuto ai suoi doveri.

Gli Obblighi Informativi dell’Intermediario Secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha completamente ribaltato questa visione, accogliendo il ricorso dell’investitore. Gli Ermellini hanno stabilito che l’interpretazione della Corte d’Appello è errata e in contrasto con i principi cardine della normativa a tutela del risparmio.

Il Principio di Diritto: Informazione Specifica vs. Valutazione di Appropriatezza

Il punto centrale della decisione è la netta distinzione tra due diversi doveri dell’intermediario:
1. L’informativa sullo strumento finanziario: un obbligo di fornire al cliente un corredo informativo completo sulle caratteristiche e sui rischi specifici del prodotto che si sta per acquistare. Questo serve a mettere l’investitore nelle condizioni di compiere una scelta consapevole.
2. La valutazione di appropriatezza (o adeguatezza): un giudizio che la banca esprime sulla base delle informazioni fornite dal cliente riguardo alla sua esperienza, conoscenza e obiettivi di investimento.

La Cassazione ha chiarito che questi due obblighi sono autonomi e non sovrapponibili. La violazione del primo non può essere sanata dall’adempimento del secondo. Anche se la banca avverte il cliente che l’operazione non è appropriata al suo profilo, non è comunque esonerata dal dovere di illustrare in modo trasparente tutti i rischi intrinseci di quel particolare titolo.

La Persistenza del Dovere Informativo

La Corte ha inoltre specificato che l’obbligo di informazione dettagliata sussiste anche dopo l’entrata in vigore del Regolamento Consob n. 16190/2007 e si applica pienamente anche ai servizi di negoziazione per conto del cliente. Sconsigliare genericamente un’operazione non è sufficiente; è indispensabile fornire gli elementi specifici che consentano al risparmiatore una valutazione ponderata.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si fonda sulla centralità della trasparenza e della protezione dell’investitore nel sistema dell’intermediazione finanziaria. L’informazione non è un mero orpello formale, ma lo strumento essenziale per riequilibrare l’asimmetria informativa che caratterizza il rapporto tra banca e cliente. Consentire all’intermediario di trincerarsi dietro una generica segnalazione di non appropriatezza svuoterebbe di significato le tutele previste dal Testo Unico della Finanza (TUF). La Corte ha ribadito che il nesso causale tra la mancata informazione e il danno subito dall’investitore è assistito da una presunzione legale, poiché si presume che un cliente correttamente informato non avrebbe concluso un’operazione svantaggiosa.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rappresenta un’importante conferma della solidità degli obblighi informativi dell’intermediario. Per gli investitori, significa avere la garanzia che, indipendentemente dalla tipologia di contratto, hanno diritto a ricevere informazioni specifiche e dettagliate prima di ogni operazione. Per gli intermediari, è un monito a non abbassare la guardia, ricordando che la diligenza professionale impone una trasparenza assoluta e che l’omessa o incompleta informazione costituisce un grave inadempimento contrattuale, fonte di responsabilità risarcitoria.

L’intermediario finanziario è esonerato dal fornire informazioni specifiche sui rischi di un prodotto se l’operazione è richiesta dal cliente e viene segnalata come non appropriata?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’obbligo di fornire un’informativa dettagliata sulle caratteristiche e sui rischi specifici di uno strumento finanziario è un dovere autonomo e distinto dalla valutazione di appropriatezza. Pertanto, anche in presenza di una segnalazione di non appropriatezza, l’intermediario non è esonerato da tale obbligo.

Il Regolamento Consob n. 16190/2007 ha eliminato l’obbligo per la banca di informare sui rischi specifici del singolo investimento nei contratti di sola esecuzione ordini?
No. Secondo la Suprema Corte, anche dopo l’entrata in vigore del Regolamento Consob n. 16190/2007, l’obbligo informativo a carico dell’intermediario sussiste. Questo dovere rientra a pieno titolo tra “i servizi e attività di investimento” e non può essere escluso o ridotto alla sola valutazione di appropriatezza.

La violazione degli obblighi informativi da parte dell’intermediario costituisce un inadempimento grave?
Sì. La sentenza afferma che la motivazione sulla gravità dell’inadempimento risiede nella “trasparente sottolineatura della centralità degli obblighi informativi” nel sistema dell’intermediazione finanziaria. La presunzione del nesso causale tra la violazione di tali obblighi e il danno subito dall’investitore è una presunzione legale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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