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Obbligazione indivisibile e risarcimento del danno

La Corte di Cassazione chiarisce i limiti del risarcimento del danno in caso di obbligazione indivisibile. Con l’ordinanza n. 24317/2025, è stato stabilito che l’obbligazione di pagare una somma di denaro a titolo di risarcimento è per sua natura divisibile. Pertanto, un proprietario danneggiato non può chiedere il risarcimento per i danni subiti da proprietà di terzi, anche se la causa del danno è la stessa e la riparazione richiederebbe un intervento unitario. Il caso riguardava danni a più immobili causati da un tombino difettoso. La Corte ha confermato la decisione di merito che aveva liquidato il danno in via equitativa solo per la porzione di competenza dei ricorrenti, rigettando la loro pretesa di ottenere l’intera somma necessaria per la riparazione totale.

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Obbligazione Indivisibile e Risarcimento del Danno: la Cassazione fa Chiarezza

L’ordinanza n. 24317/2025 della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale in materia di responsabilità civile: la natura dell’obbligazione indivisibile e i suoi effetti sul diritto al risarcimento quando un danno coinvolge più proprietà distinte. La Suprema Corte stabilisce un principio fondamentale: l’obbligazione di risarcire un danno tramite il pagamento di una somma di denaro è, per sua natura, divisibile. Questo significa che ogni danneggiato può richiedere solo la quota di risarcimento corrispondente al danno subito dalla propria proprietà.

I Fatti di Causa: Danni da Acque Pluviali a Più Proprietà

Un gruppo di cittadini citava in giudizio il proprio Comune per ottenere il risarcimento dei danni subiti da un loro immobile. La causa del danno era stata individuata nell’errata realizzazione di un tombino sulla strada comunale che, in assenza di una rete fognaria adeguata, raccoglieva le acque piovane e le riversava sulle proprietà limitrofe, inclusa quella dei ricorrenti.

Il Tribunale di primo grado accoglieva la domanda, condannando l’ente comunale a un cospicuo risarcimento. Tuttavia, la Corte d’Appello riformava parzialmente la decisione, riducendo significativamente l’importo. La ragione? La perizia tecnica aveva calcolato i costi di ripristino totali, includendo anche interventi necessari su immobili di proprietà di terzi, non coinvolti nella causa. La Corte d’Appello riteneva che i ricorrenti avessero diritto solo al risarcimento per i danni alla loro proprietà e, data l’impossibilità di scorporare con esattezza i costi, liquidava il danno in via equitativa.

La Decisione della Corte di Cassazione sul concetto di obbligazione indivisibile

I cittadini si rivolgevano quindi alla Corte di Cassazione, sostenendo che l’obbligazione di ripristino fosse indivisibile. A loro avviso, essendo l’intervento di riparazione unico e inscindibile, avevano diritto a ricevere l’intera somma necessaria per sistemare tutti gli immobili danneggiati, anche quelli non di loro proprietà. La Cassazione, però, ha rigettato il ricorso, fornendo importanti chiarimenti.

Obbligazione di Pagamento: Sempre Divisibile

Il cuore della decisione risiede nella distinzione tra risarcimento in forma specifica e risarcimento per equivalente. I giudici hanno spiegato che un’obbligazione indivisibile si ha quando la prestazione (la cosa o l’atto) non è suscettibile di divisione.

Un’obbligazione di facere (fare), come la condanna a eseguire direttamente i lavori di ripristino, potrebbe essere considerata indivisibile. Ma nel caso in esame, la richiesta era di risarcimento per equivalente, ovvero il pagamento di una somma di denaro. Un’obbligazione pecuniaria è, per sua essenza, divisibile. Di conseguenza, non si può applicare il regime della solidarietà attiva, che permetterebbe a uno solo dei creditori di esigere l’intera prestazione.

La Legittimazione ad Agire e i Limiti del Risarcimento

La Corte ha inoltre confermato che i ricorrenti non avevano la legittimazione attiva per richiedere il risarcimento dei danni subiti da terzi. Ogni proprietario ha il diritto di agire solo per i danni che affliggono il proprio bene. Ammettere il contrario significherebbe creare una indebita moltiplicazione dell’obbligazione risarcitoria, consentendo a ciascun danneggiato di chiedere l’intero importo per tutti.

La situazione è diversa da quella di un danno a un bene in comproprietà, dove ciascun comproprietario può agire per l’intero, salva la successiva regolazione dei rapporti interni. Qui, le proprietà erano distinte e autonome.

Le Motivazioni della Corte

La Corte Suprema ha motivato la sua decisione rigettando l’interpretazione dei ricorrenti sul concetto di obbligazione indivisibile. Ha specificato che l’indivisibilità si riferisce all’oggetto della prestazione, non alla prestazione stessa. Un’obbligazione pecuniaria, avendo ad oggetto una somma di denaro, è intrinsecamente divisibile. Pertanto, il credito risarcitorio di ciascun proprietario è autonomo e limitato al danno subito dalla rispettiva proprietà. La Corte ha anche dichiarato inammissibili le censure relative alla valutazione equitativa del danno, ribadendo che l’accertamento dei fatti e la valutazione delle prove sono di competenza dei giudici di merito e non possono essere riesaminati in sede di legittimità, se non in casi eccezionali qui non riscontrati.

Le Conclusioni

Questa ordinanza riafferma un principio chiaro e di grande importanza pratica. Quando si richiede un risarcimento monetario (per equivalente), il credito è divisibile. Ciascun danneggiato ha diritto a una somma proporzionale al danno subito e non può pretendere l’importo necessario a riparare anche le proprietà altrui, neanche se l’intervento di ripristino è tecnicamente unitario. La decisione sottolinea la necessità di distinguere attentamente tra la natura della prestazione richiesta (fare o dare) e i limiti della legittimazione ad agire di ogni singolo danneggiato.

Se un danno coinvolge più proprietà distinte, il proprietario di una sola di esse può chiedere il risarcimento per l’intero importo necessario a riparare anche le altre?
No. Secondo la Corte, ogni proprietario ha diritto a richiedere il risarcimento solo per i danni subiti dalla propria proprietà. L’obbligazione di risarcimento per equivalente (pagamento di una somma di denaro) è divisibile e non dà diritto a pretendere l’intero.

Un’obbligazione di risarcimento del danno tramite pagamento di una somma di denaro è considerata una obbligazione indivisibile?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che un’obbligazione che ha per oggetto una somma di denaro è per sua natura divisibile. L’indivisibilità può, al più, riguardare un’obbligazione di ‘fare’, come l’esecuzione diretta di lavori di ripristino, ma non una di ‘dare’ una somma di denaro.

Quando il giudice può liquidare il danno in via equitativa?
Il giudice può liquidare il danno in via equitativa, ai sensi dell’art. 1226 c.c., quando risulta impossibile o particolarmente difficile determinare con esattezza l’ammontare del danno. Nel caso specifico, la Corte d’Appello ha usato questo criterio non potendo scorporare con precisione i costi di ripristino relativi alla sola proprietà dei ricorrenti dall’importo totale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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