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Nullità fideiussione: sempre rilevabile d’ufficio

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1592/2025, ha stabilito un principio fondamentale in materia di nullità fideiussione. Il caso riguardava dei garanti che avevano eccepito la nullità del loro impegno, basato su un modello ABI anticoncorrenziale, solo nelle fasi finali del giudizio d’appello. La Corte d’Appello aveva ritenuto la domanda tardiva. La Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che la nullità per violazione di norme imperative è rilevabile d’ufficio in ogni stato e grado del processo, a condizione che i fatti su cui si fonda siano già stati acquisiti agli atti. Di conseguenza, il giudice d’appello avrebbe dovuto esaminare la questione nel merito. La sentenza è stata cassata con rinvio su questo punto.

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Nullità Fideiussione ABI: la Cassazione conferma la Rilevabilità d’Ufficio

Un’importante ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 1592 del 2025, ribadisce un principio cruciale per chiunque abbia sottoscritto una garanzia bancaria: la nullità della fideiussione per violazione della normativa antitrust può essere fatta valere in qualsiasi momento del processo, anche se l’eccezione viene sollevata tardivamente. Questa decisione rafforza la tutela dei garanti nei confronti di contratti basati su modelli anticoncorrenziali, come quelli derivanti da intese dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI).

I Fatti di Causa

La vicenda nasce dall’azione di alcuni fideiussori che avevano garantito le obbligazioni di una società nei confronti di un istituto di credito. In secondo grado, i garanti avevano sollevato la questione della nullità del loro impegno contrattuale. La loro tesi si fondava sul fatto che il contratto di fideiussione era stato redatto su un modulo standard, predisposto dall’ABI in violazione della normativa a tutela della concorrenza.

Tuttavia, questa eccezione era stata sollevata per la prima volta solo nella comparsa conclusionale del giudizio d’appello. La Corte territoriale, ritenendola una domanda tardiva, l’aveva dichiarata inammissibile, senza entrare nel merito della questione. I garanti, vedendosi negare la possibilità di discutere la validità del loro impegno, hanno presentato ricorso in Cassazione.

La Nullità della Fideiussione: un’Eccezione Senza Scadenza

La Corte di Cassazione ha accolto il motivo di ricorso dei fideiussori, cassando la sentenza d’appello. Il cuore della decisione risiede nella natura della nullità per violazione di norme imperative, come quelle antitrust. Secondo la Suprema Corte, tale nullità dà origine a un’eccezione ‘in senso lato’.

Questo significa che non è soggetta alle preclusioni processuali tipiche delle altre difese. Può essere sollevata dalle parti in ogni stato e grado del giudizio di merito e, cosa ancora più importante, può e deve essere rilevata ‘d’ufficio’ dal giudice, anche in assenza di una specifica richiesta di parte. L’unico limite è che i fatti a fondamento della nullità (ad esempio, l’utilizzo di un determinato modulo contrattuale) devono già essere presenti nel fascicolo di causa e provati.

La Corte ha specificato che il giudice d’appello ha commesso un errore nel non esaminare l’eccezione, anche se proposta solo in fase conclusionale. Il fatto che un’eccezione sia proponibile ‘in ogni stato e grado’ significa che può essere introdotta anche per la prima volta in appello e persino nelle memorie finali, poiché il giudice ha comunque il dovere di rilevarla autonomamente.

Il Rigetto del Motivo sull’Ammortamento ‘alla Francese’

Parallelamente, i ricorrenti avevano contestato anche la legittimità del piano di ammortamento del finanziamento garantito (noto come ‘alla francese’), sostenendo che producesse un effetto anatocistico occulto. Su questo punto, la Cassazione ha dichiarato il motivo inammissibile per difetto di specificità. I giudici hanno osservato che i ricorrenti si erano limitati a riproporre le stesse argomentazioni già respinte in primo grado, senza contestare in modo puntuale e critico le motivazioni della sentenza d’appello, che aveva escluso la capitalizzazione degli interessi.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Suprema Corte si fondano su un orientamento consolidato, rafforzato dalla pronuncia delle Sezioni Unite n. 26242/2014. Il principio cardine è che la nullità contrattuale, quando deriva dalla violazione di norme poste a tutela di interessi generali e indisponibili, trascende l’interesse delle singole parti e deve essere sempre rilevata dal giudice. Questo potere-dovere del magistrato garantisce la legalità e l’ordine pubblico economico, impedendo che contratti illeciti possano produrre effetti nell’ordinamento.

Nel caso specifico, la presunta violazione della normativa antitrust da parte del modello ABI rappresenta una violazione di norme imperative. Pertanto, la nullità che ne deriva non è una semplice eccezione a disposizione della parte, ma un vizio fondamentale del contratto che l’ordinamento giuridico non può tollerare. Di conseguenza, il giudice d’appello avrebbe dovuto procedere all’esame nel merito della questione, verificando se la fideiussione fosse effettivamente nulla.

Conclusioni

L’ordinanza in commento offre un’importante lezione pratica: la difesa basata sulla nullità della fideiussione per contrasto con la normativa antitrust è un’arma potente e non soggetta a rigide scadenze processuali. Anche se scoperta o sollevata in una fase avanzata del giudizio, i giudici hanno il dovere di prenderla in considerazione. La decisione della Cassazione cassa la sentenza impugnata e rinvia la causa alla Corte d’Appello, che dovrà, in diversa composizione, attenersi a questo principio e finalmente valutare nel merito la validità della garanzia.

È possibile denunciare la nullità di una fideiussione per la prima volta nelle memorie conclusive del processo di appello?
Sì, secondo la Corte di Cassazione è possibile. La nullità per violazione di norme imperative, come quelle antitrust, costituisce un’eccezione in senso lato che può essere sollevata in ogni stato e grado del processo, inclusa la comparsa conclusionale, e deve essere rilevata anche d’ufficio dal giudice.

Perché la Corte di Cassazione ha stabilito che la nullità per violazione di norme imperative è sempre rilevabile?
Perché tale nullità non riguarda solo l’interesse delle parti private, ma tutela interessi pubblici fondamentali. Consentire a un contratto nullo di produrre effetti sarebbe contrario all’ordinamento giuridico. Pertanto, il giudice ha il potere e il dovere di rilevarla autonomamente per garantire il rispetto della legalità.

Qual è il requisito fondamentale affinché un giudice possa rilevare d’ufficio la nullità di un contratto?
Il requisito fondamentale è che i presupposti di fatto su cui si basa la nullità (ad esempio, il testo del contratto contestato) siano già stati acquisiti al processo e risultino dagli atti di causa, nel rispetto delle preclusioni assertive e istruttorie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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