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Nullità fideiussione ABI: onere della prova decisivo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due fideiussori che chiedevano la nullità fideiussione per violazione della normativa antitrust. La Corte ha stabilito che i ricorrenti non hanno adempiuto all’onere della prova, non dimostrando che le clausole nulle fossero essenziali al punto che, senza di esse, non avrebbero concluso il contratto. Questa mancata prova, su cui si era formato un giudicato interno, ha reso il ricorso inammissibile.

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Nullità Fideiussione ABI: La Cassazione Sottolinea l’Importanza dell’Onere della Prova

La questione della nullità fideiussione basata sulla presunta conformità a schemi anticoncorrenziali dell’ABI è da tempo al centro di un acceso dibattito giurisprudenziale. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata sul tema, non per risolvere la questione nel merito, ma per ribadire un principio processuale fondamentale: l’onere della prova. La decisione chiarisce che chi agisce in giudizio per far dichiarare la nullità di un intero contratto di garanzia deve fornire prove specifiche, senza le quali il ricorso rischia di essere dichiarato inammissibile.

I Fatti del Caso: La Garanzia Contestata

Due fideiussori avevano garantito le obbligazioni di una società verso un istituto di credito per un importo considerevole. Successivamente, i due garanti agivano in giudizio contro la società cessionaria del credito, sostenendo che il loro contratto di fideiussione, stipulato nel 2004, fosse nullo. La ragione? Ricalcava uno schema contrattuale predisposto dall’Associazione Bancaria Italiana (ABI), che la Banca d’Italia, con un provvedimento del 2005, aveva ritenuto contenere clausole in violazione della normativa antitrust. In particolare, venivano contestati gli articoli 2, 6 e 8 del contratto, considerati l’attuazione di un’intesa restrittiva della concorrenza. La richiesta dei fideiussori era, quindi, di accertare l’invalidità o l’inefficacia dell’intero contratto di garanzia.

La Decisione della Corte: La Questione della Nullità Fideiussione

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano rigettato la domanda dei fideiussori. La questione è così giunta dinanzi alla Corte di Cassazione. I giudici di legittimità, tuttavia, non sono entrati nel merito della potenziale nullità delle singole clausole. Hanno invece dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte ha rilevato che la sentenza d’appello si fondava su quattro argomentazioni autonome e indipendenti, ciascuna sufficiente a sorreggere la decisione. I ricorrenti, con i loro motivi di ricorso, non avevano contestato efficacemente tutte queste “rationes decidendi”, in particolare quella relativa alla mancata prova dell’essenzialità delle clausole contestate.

L’onere della prova sulla nullità fideiussione

Il punto cruciale, secondo la Cassazione, risiede nell’onere della prova. La Corte d’Appello aveva stabilito che i fideiussori non avevano dimostrato un elemento fondamentale per ottenere la declaratoria di nullità dell’intero contratto ai sensi dell’art. 1419 c.c.: ovvero che, senza le clausole potenzialmente nulle (artt. 2, 6 e 8), essi non avrebbero comunque prestato la garanzia. In altre parole, non avevano provato che quelle specifiche clausole fossero state determinanti per il loro consenso a firmare il contratto. Questa argomentazione della corte di merito non è stata adeguatamente censurata dai ricorrenti, portando alla formazione di un “giudicato interno” sul punto e, di conseguenza, all’inammissibilità dell’intero ricorso.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte di Cassazione sono eminentemente di natura processuale. La decisione si fonda sul principio che, quando una sentenza è basata su più ragioni giuridiche autonome, il ricorrente ha l’onere di contestarle tutte. Se anche una sola di queste ragioni, di per sé sufficiente a giustificare la decisione, non viene validamente impugnata, il ricorso diventa inammissibile.

Nel caso specifico, la ragione non contestata era proprio la mancanza di prova, da parte dei fideiussori, dell’essenzialità delle clausole anticoncorrenziali. La Corte territoriale aveva sottolineato come i garanti non avessero allegato né dimostrato che, in assenza di tali clausole, non avrebbero concluso il contratto. Questo onere probatorio, secondo la Cassazione (richiamando un precedente del 2022), grava sulla parte che ha interesse alla declaratoria di nullità, ovvero i fideiussori. Non avendo essi assolto a tale onere, e non avendo contestato in Cassazione questa specifica motivazione della sentenza d’appello, il loro ricorso è stato ritenuto inammissibile per carenza di interesse.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame offre importanti spunti pratici. Chi intende agire per la declaratoria di nullità di una fideiussione “tipo ABI” non può limitarsi a sostenere la mera conformità del contratto allo schema censurato dalla Banca d’Italia. È indispensabile, ai fini della declaratoria di nullità dell’intero contratto, dimostrare in modo concreto che le clausole contestate erano un elemento essenziale e determinante del consenso. In mancanza di tale prova, il giudice potrebbe limitarsi a dichiarare la nullità delle singole clausole (nullità parziale), mantenendo valido il resto del contratto, o, come in questo caso, la domanda potrebbe essere rigettata per un difetto probatorio che, se non impugnato, diventa definitivo e preclude l’esame del merito della questione in Cassazione.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso sulla nullità fideiussione?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i ricorrenti non hanno impugnato tutte le autonome ragioni giuridiche su cui si fondava la sentenza d’appello. In particolare, non hanno contestato la motivazione relativa alla mancata prova che le clausole nulle fossero essenziali per la conclusione del contratto.

Chi ha l’onere di provare che le clausole nulle di una fideiussione erano essenziali per la conclusione del contratto?
Secondo la Corte, l’onere di provare che, senza le clausole nulle, il contratto non sarebbe stato concluso grava sulla parte interessata a far dichiarare la nullità dell’intero contratto, ovvero sui fideiussori.

La semplice conformità di una fideiussione allo schema ABI è sufficiente per dichiararne la nullità totale?
No. La sentenza chiarisce che per ottenere la nullità dell’intero contratto non è sufficiente provare la presenza di clausole nulle, ma occorre anche dimostrare che tali clausole erano un elemento essenziale e determinante, senza il quale le parti non avrebbero stipulato l’accordo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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