LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Nesso di causalità: errata valutazione e cassazione

Una società ha citato in giudizio una banca per i danni derivanti da un’errata segnalazione alla Centrale Rischi. Dopo una prima cassazione, la Corte d’Appello ha nuovamente negato il risarcimento, non ravvisando un nesso causale. La Corte di Cassazione, con questa seconda ordinanza, annulla ancora la decisione, evidenziando l’errore del giudice di merito nell’individuare il “danno-evento”. Ha chiarito che l’analisi doveva concentrarsi sul blocco del credito e sul diniego di nuovi finanziamenti (eventi diretti), e non sulla successiva revoca formale degli affidamenti, imponendo così una nuova valutazione del nesso di causalità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Nesso di Causalità: La Cassazione Annulla per Errata Ricostruzione dei Fatti

L’analisi del nesso di causalità è uno dei passaggi più delicati e cruciali in qualsiasi richiesta di risarcimento del danno. Un’errata valutazione di questo elemento può compromettere l’intero esito di una causa. È quanto emerge da una recente ordinanza della Corte di Cassazione, che ha annullato per la seconda volta una sentenza della Corte d’Appello in un complesso caso di responsabilità bancaria per illegittima segnalazione in Centrale Rischi, riaffermando la necessità di una corretta e rigorosa ricostruzione della catena causale degli eventi.

I Fatti di Causa: Una Segnalazione Illegittima e le Sue Conseguenze

Una società e il suo socio avevano citato in giudizio un istituto di credito, accusandolo di aver illegittimamente protratto per due anni (dal maggio 2000 al giugno 2002) la segnalazione negativa presso la Centrale Rischi della Banca d’Italia, nonostante l’avvenuta estinzione di ogni debito. Secondo gli attori, questa condotta aveva causato gravi danni patrimoniali e non patrimoniali, tra cui la chiusura di un’attività commerciale storica, la svendita della merce e di un immobile, e l’impossibilità di accedere a nuovo credito.

Il percorso giudiziario è stato lungo e tortuoso: dopo una prima sentenza di rigetto in appello, la Cassazione aveva già annullato tale decisione, rinviando la causa per un nuovo esame. Tuttavia, anche la Corte d’Appello in sede di rinvio aveva respinto la domanda, pur riconoscendo l’illegittimità della segnalazione. Il motivo? La mancanza di prova del nesso di causalità tra la condotta della banca e i danni lamentati.

Il Doppio Errore della Corte d’Appello sul Nesso di Causalità

La Corte di Cassazione, investita per la seconda volta della questione, ha individuato un duplice errore di diritto nel ragionamento della Corte d’Appello. Quest’ultima aveva commesso un errore fondamentale nella ricostruzione della sequenza condotta -> danno-evento -> danni-conseguenza.

1. Errata identificazione del primo danno-evento: La Corte territoriale aveva considerato come evento scatenante la revoca formale degli affidamenti bancari, avvenuta nel maggio 2002. Di conseguenza, aveva concluso che tale evento non poteva aver causato danni (come la chiusura del negozio) verificatisi in un momento precedente, tra il 2001 e il 2002. La Cassazione ha corretto questa impostazione, chiarendo che il vero danno-evento non era la revoca formale, bensì il blocco degli affidamenti, iniziato già nel 1999 e, soprattutto, la loro mancata riattivazione a partire da maggio 2000, data in cui il debito era stato estinto.

2. Errata qualificazione del secondo danno-evento: La Corte d’Appello aveva ritenuto irrilevante il diniego di credito da parte di un’altra banca nel settembre 2001, declassandolo a una circostanza avvenuta quando l’impresa era già in crisi. Anche in questo caso, la Cassazione ha ribaltato la prospettiva: il diniego di accesso al credito non era un danno-conseguenza, ma un secondo, autonomo danno-evento, direttamente e materialmente causato proprio dalla persistenza dell’illegittima segnalazione in Centrale Rischi.

La Distinzione Cruciale: Danno-Evento vs. Danno-Conseguenza

La decisione della Suprema Corte si fonda sulla distinzione tecnica tra “danno-evento” e “danno-conseguenza”. Il primo è la lesione immediata dell’interesse protetto (in questo caso, il diritto all’accesso al credito e alla corretta rappresentazione della propria affidabilità finanziaria). Il secondo è l’insieme dei pregiudizi economici finali (la chiusura dell’attività, la perdita di valore dei beni) che scaturiscono da quella lesione. Il giudice di merito deve prima accertare il nesso tra la condotta illecita e il danno-evento, e solo successivamente il legame tra quest’ultimo e i danni-conseguenza.

Le Motivazioni della Cassazione

Secondo la Suprema Corte, la Corte d’Appello ha commesso un errore in iure (errore di diritto) perché, partendo da un presupposto sbagliato (la revoca del 2002 come unico evento rilevante), ha precluso ogni corretta indagine sulla causalità giuridica. Avrebbe invece dovuto considerare come eventi dannosi primari il blocco degli affidamenti (o la loro mancata riattivazione dal maggio 2000) e il rifiuto di credito da parte di terzi. Una volta accertata la riconducibilità di questi eventi alla segnalazione illegittima (nesso di causalità materiale), avrebbe dovuto poi verificare se da essi fosse derivata, come conseguenza logica e probabile, la perdita patrimoniale lamentata dagli attori (nesso di causalità giuridica).

Conclusioni: L’Importanza di una Corretta Analisi Causale

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale: la valutazione del nesso di causalità non può basarsi su ricostruzioni parziali o cronologicamente errate. È dovere del giudice analizzare con rigore l’intera sequenza degli eventi, identificando correttamente quali siano le conseguenze immediate della condotta illecita (danno-evento) e quali i pregiudizi finali che ne derivano (danno-conseguenza). L’omissione di questo corretto percorso logico-giuridico vizia la sentenza e ne impone la cassazione. La causa è stata quindi nuovamente rinviata alla Corte d’Appello di Venezia, che dovrà finalmente deliberare sulla base dei principi di diritto stabiliti dalla Cassazione.

Qual è l’errore principale commesso dalla Corte d’appello nella valutazione del nesso di causalità?
La Corte ha erroneamente identificato l’evento dannoso principale nella revoca formale degli affidamenti del 2002, trascurando gli eventi precedenti e più pertinenti, quali il blocco degli affidamenti e il diniego di accesso al credito da parte di altre banche, che erano le vere conseguenze dirette della segnalazione illegittima.

Perché la Cassazione distingue tra “danno-evento” e “danno-conseguenza”?
Questa distinzione è fondamentale per una corretta analisi causale. Il “danno-evento” è la lesione diretta causata dall’illecito (es. il blocco del credito). Il “danno-conseguenza” sono le perdite finali che derivano da tale lesione (es. la chiusura dell’attività). Il giudice deve prima provare il legame tra illecito e danno-evento, e poi tra danno-evento e danno-conseguenza.

Cosa dovrà fare ora la Corte d’appello a cui è stata rinviata la causa?
La Corte d’appello dovrà riesaminare il caso partendo dalla corretta identificazione dei “danni-evento” (il blocco/mancata riattivazione degli affidamenti e il diniego di nuovo credito). Successivamente, dovrà accertare se esista un nesso di causalità giuridica tra questi eventi e i danni patrimoniali finali lamentati dalla società, come la liquidazione del negozio e della merce.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati