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Calcolo interessi usurari: no alla somma con la mora

Una società ha impugnato una sentenza che rigettava le sue richieste di dichiarare l’usurarietà di due contratti di mutuo. L’appellante sosteneva che il calcolo degli interessi usurari dovesse includere la somma del tasso corrispettivo e di quello di mora. La Corte d’Appello ha respinto l’appello, confermando che i due tassi devono essere valutati separatamente e non cumulativamente, in linea con i principi della Cassazione a Sezioni Unite. Anche la domanda di nullità di una fideiussione è stata rigettata per tardività e genericità.

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Calcolo interessi usurari: la Cassazione dice no alla somma con la mora

Una recente sentenza della Corte d’Appello di Torino ha ribadito un principio fondamentale in materia di diritto bancario, cruciale per chiunque abbia un mutuo: il calcolo degli interessi usurari non si effettua sommando il tasso corrispettivo a quello di mora. Questa pronuncia si allinea all’orientamento consolidato della Corte di Cassazione a Sezioni Unite, facendo chiarezza su una questione spesso fonte di contenzioso tra clienti e istituti di credito.

I Fatti del Caso: La controversia su mutui e fideiussione

Il caso nasce dall’appello di un cliente e della sua società contro una banca. In primo grado, il cliente aveva contestato due contratti di mutuo, sostenendo diverse tesi:

1. Usurarietà dei tassi: Si denunciava il superamento del tasso soglia, basando il calcolo sulla somma tra interessi corrispettivi e interessi di mora.
2. Anatocismo: Si lamentava l’applicazione di un piano di ammortamento “alla francese” che, a dire dell’attore, nascondeva una forma di capitalizzazione degli interessi.
3. Nullità della fidejussione: Si chiedeva di dichiarare nulla una garanzia prestata perché redatta su un modulo uniforme ABI, oggetto di un provvedimento della Banca d’Italia del 2005 per violazione della concorrenza.

Il Tribunale di primo grado aveva rigettato tutte le domande, spingendo il cliente a ricorrere in appello.

La Decisione della Corte d’Appello: Analisi del calcolo interessi usurari

La Corte d’Appello di Torino ha confermato integralmente la decisione di primo grado, rigettando l’appello. La sentenza si articola su tre punti chiave, fornendo motivazioni dettagliate che rafforzano i principi già espressi dalla giurisprudenza di legittimità.

Le Motivazioni della Corte

Il “Principio di Sommatoria” e la Giurisprudenza delle Sezioni Unite

Il cuore della decisione riguarda la metodologia per il calcolo degli interessi usurari. La Corte ha smontato la tesi dell’appellante, secondo cui il tasso corrispettivo e il tasso di mora andrebbero sommati. Richiamando la fondamentale sentenza della Cassazione a Sezioni Unite (n. 19597/2020), i giudici hanno spiegato che tale sommatoria è errata e incompatibile con la normativa antiusura. Il motivo è logico e giuridico: gli interessi corrispettivi e quelli di mora sono destinati ad applicarsi in momenti diversi e antitetici del rapporto contrattuale.

* Interessi corrispettivi: Remunerano la banca per la concessione del capitale in una fase di regolare adempimento del contratto.
* Interessi di mora: Scattano solo in caso di inadempimento (ritardo nel pagamento) e hanno una funzione risarcitoria.

Sommarli significherebbe creare un tasso artificiale che non corrisponde a nessuna fase reale del rapporto. La verifica dell’usura va, quindi, condotta separatamente per le due tipologie di tasso.

L’esclusione di altri costi dal calcolo

La Corte ha anche confermato che altri costi, come la penale per l’estinzione anticipata, non devono essere inclusi nel calcolo dell’usura. Questa penale rappresenta un costo alternativo agli interessi, previsto per un’ipotesi specifica (la chiusura anticipata del finanziamento), e non un onere che si aggiunge agli interessi nel corso ordinario del rapporto.

La questione della Fidejussione ABI

Infine, è stata respinta anche la censura relativa alla nullità della fideiussione. La Corte ha ritenuto che la domanda fosse stata sollevata tardivamente e in modo generico in primo grado. Inoltre, ha precisato che, anche qualora si accertasse la presenza di clausole anticoncorrenziali, la conseguenza non sarebbe la nullità dell’intero contratto di garanzia, ma solo la nullità parziale delle singole clausole viziate, come previsto dall’art. 1419 c.c. L’appellante non aveva fornito alcuna prova del perché la nullità di alcune clausole avrebbe dovuto travolgere l’intera fidejussione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza offre importanti spunti pratici per i consumatori e le imprese:

1. Correttezza nel calcolo dell’usura: Chi intende contestare un contratto bancario per usura deve basare le proprie analisi su metodologie corrette, evitando il “principio di sommatoria” dei tassi, ormai unanimemente rigettato dalla giurisprudenza.
2. Specificità delle contestazioni: Le domande di nullità, specialmente quelle complesse come nel caso delle fideiussioni omnibus, devono essere formulate in modo tempestivo, specifico e ben argomentato. Non è sufficiente un generico richiamo a una presunta invalidità.
3. Distinzione dei costi: Non tutti i costi legati a un finanziamento sono rilevanti ai fini della verifica dell’usura. È fondamentale distinguere tra oneri applicati durante la vita fisiologica del rapporto e costi eventuali o alternativi, come le penali di estinzione.

Per verificare se un mutuo è usurario, si possono sommare il tasso di interesse corrispettivo e quello di mora?
No. La sentenza, in linea con la giurisprudenza della Cassazione a Sezioni Unite, stabilisce che il tasso corrispettivo e il tasso di mora devono essere valutati separatamente. Hanno funzioni diverse e non possono essere sommati per confrontare il risultato con il tasso soglia antiusura.

La penale per l’estinzione anticipata di un mutuo rientra nel calcolo degli interessi ai fini dell’usura?
No. La Corte ha chiarito che la penale per estinzione anticipata è un costo alternativo agli interessi, non cumulativo. Svolge una funzione diversa e quindi non viene inclusa nel calcolo per la verifica del superamento del tasso soglia.

Una fideiussione basata su uno schema ABI dichiarato anticoncorrenziale è automaticamente nulla per intero?
No, non automaticamente. La sentenza evidenzia che la nullità riguarda solitamente solo le singole clausole anticoncorrenziali (nullità parziale), non l’intero contratto. Inoltre, la parte che invoca la nullità deve sollevare l’eccezione in modo tempestivo e specifico, dimostrando come tali clausole abbiano inficiato la validità dell’intero accordo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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