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Mutuo fondiario: superamento limite non è nullità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5682/2025, ha stabilito che il superamento del limite di finanziabilità (solitamente l’80% del valore dell’immobile) in un contratto di mutuo fondiario non ne determina la nullità. Richiamando una precedente sentenza delle Sezioni Unite, la Corte ha chiarito che la norma sul limite di finanziabilità è una regola di condotta per la banca, posta a tutela della stabilità patrimoniale del sistema creditizio, e non una norma imperativa la cui violazione invalida il contratto. Di conseguenza, il ricorso dei debitori, che lamentavano proprio tale superamento, è stato rigettato.

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Mutuo Fondiario: Superare il Limite di Finanziabilità non Invalida il Contratto

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale in materia di mutuo fondiario: il superamento del limite di finanziabilità, fissato all’80% del valore dell’immobile, non comporta la nullità del contratto. Questa decisione, basata su un precedente intervento delle Sezioni Unite, offre importanti chiarimenti sulla natura delle norme bancarie e sulla tutela della stabilità del sistema creditizio.

I Fatti di Causa

Due mutuatari avevano contratto due mutui con un istituto di credito. Successivamente, si sono opposti a un atto di precetto, sostenendo la nullità del secondo contratto di mutuo. La loro tesi principale era che l’importo erogato superasse il limite di finanziabilità previsto dall’art. 38 del Testo Unico Bancario (D.Lgs. 385/1993), rendendo il contratto nullo per illiceità della causa.

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano rigettato le loro richieste. In particolare, i giudici di secondo grado avevano sottolineato come i debitori non avessero fornito alcuna prova del valore effettivo dell’immobile, un elemento necessario per dimostrare il presunto superamento del limite.

La Questione del Limite nel Mutuo Fondiario

I debitori hanno quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando principalmente due aspetti:

1. La violazione dell’art. 38 del Testo Unico Bancario, sostenendo che la Corte d’Appello avesse errato nell’addossare a loro l’onere di provare il valore dell’immobile.
2. La violazione dell’art. 2697 c.c. sull’onere della prova, argomentando che, poiché stavano eccependo la nullità e quindi l’inesistenza di un diritto, non spettasse a loro fornire tale prova.

La questione centrale ruotava attorno alla natura della norma che fissa il limite di finanziabilità e alle conseguenze della sua violazione.

La Decisione della Cassazione e il Ruolo delle Sezioni Unite

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso principale, dichiarando inammissibile quello incidentale proposto dalla società di gestione del credito. La decisione si fonda interamente su un principio di diritto stabilito dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 33719 del 2022, che ha risolto un annoso contrasto giurisprudenziale.

Secondo le Sezioni Unite, il limite di finanziabilità del mutuo fondiario non è un elemento essenziale del contratto, né la sua violazione integra la violazione di una norma imperativa che porterebbe alla nullità.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si articolano su alcuni punti chiave:

* Natura della Norma: L’art. 38 del Testo Unico Bancario è una norma di condotta, non di validità. È stata posta dal legislatore per garantire la cosiddetta “vigilanza prudenziale” sul sistema bancario. Il suo scopo è proteggere la stabilità patrimoniale della banca e contenere i rischi nella concessione del credito, non tutelare direttamente il mutuatario.
* Conseguenze della Nullità: Dichiarare nullo un contratto di mutuo fondiario per superamento del limite sarebbe controproducente. Comporterebbe il travolgimento del contratto e della relativa garanzia ipotecaria, pregiudicando proprio l’interesse alla stabilità che la norma intende proteggere.
* Qualificazione del Contratto: Se le parti hanno inequivocabilmente voluto stipulare un mutuo fondiario, il giudice non può riqualificare d’ufficio il contratto come un mutuo ordinario, neanche di fronte alla contestazione sul superamento del limite. La volontà delle parti di accedere a quella specifica forma contrattuale deve essere rispettata.

Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza pratica. La validità del contratto di mutuo fondiario non è messa in discussione dal solo fatto che l’importo erogato superi l’80% del valore del bene. Questa interpretazione privilegia la stabilità del sistema finanziario e la certezza dei rapporti giuridici, stabilendo che la violazione dei limiti di finanziabilità non è un vizio genetico del contratto, ma una questione che attiene alla condotta della banca e ai suoi obblighi di vigilanza prudenziale. Per i mutuatari, ciò significa che non è possibile invocare la nullità del contratto su questa base per sottrarsi ai propri obblighi di pagamento.

Il superamento del limite di finanziabilità dell’80% rende nullo un contratto di mutuo fondiario?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il superamento di tale limite non determina la nullità del contratto, poiché la norma che lo stabilisce non è una norma imperativa posta a presidio della validità del contratto stesso.

Perché il superamento del limite di finanziabilità non è considerato una violazione di una norma imperativa?
Perché la norma sull’art. 38 del Testo Unico Bancario è considerata una regola di condotta che rientra nella “vigilanza prudenziale”. Il suo scopo è proteggere la stabilità patrimoniale della banca e del sistema creditizio, non di determinare la validità del singolo contratto con il cliente.

Può un giudice riqualificare un mutuo fondiario in un mutuo ordinario se viene superato il limite di finanziabilità?
No. Se le parti hanno chiaramente manifestato la volontà di stipulare un mutuo fondiario, il giudice non può riqualificare d’ufficio il contratto in un’altra tipologia, anche in presenza di una contestazione sulla validità legata al superamento del limite di finanziabilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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