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Maggior danno locazione: offerta dell’inquilino prova

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’offerta di un nuovo contratto di locazione a un canone superiore, proveniente dallo stesso inquilino in ritardo nella riconsegna dell’immobile, costituisce prova sufficiente del maggior danno locazione subito dal proprietario. Il rifiuto del locatore di accettare tale proposta non riduce il suo diritto al risarcimento, poiché non è tenuto a contrattare con la parte inadempiente.

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Maggior Danno Locazione: l’Offerta dell’Inquilino è Prova Contro di Lui

Quando un inquilino tarda a restituire un immobile, il proprietario ha diritto a un risarcimento. Ma come si calcola questo danno, specialmente se va oltre il semplice canone? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha chiarito un punto fondamentale sul maggior danno locazione: un’offerta per un nuovo contratto a un canone più alto, fatta dallo stesso inquilino inadempiente, costituisce una prova decisiva del danno subito dal locatore. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda riguarda una società conduttrice di un immobile commerciale che, alla scadenza del contratto, non lo riconsegna tempestivamente al proprietario, un ente previdenziale. Durante il periodo di occupazione illegittima, la stessa società conduttrice avanza una proposta per la stipula di un nuovo contratto di locazione, offrendo un canone di importo significativamente superiore a quello precedente.

Il proprietario rifiuta l’offerta ma, al contempo, agisce in giudizio per ottenere il risarcimento del maggior danno subito a causa del ritardo, quantificandolo proprio nella differenza tra il vecchio canone e quello, più alto, offerto dalla società conduttrice. La Corte d’Appello accoglie parzialmente la richiesta, condannando la società al pagamento. Quest’ultima, ritenendo ingiusta la decisione, propone ricorso in Cassazione, sostenendo che il danno fosse stato in realtà causato dal rifiuto del proprietario di accettare la sua vantaggiosa offerta.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della società conduttrice, confermando la decisione dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno ribadito un principio consolidato: l’offerta di un canone maggiorato, proveniente proprio dal conduttore in mora, assume il valore di una prova presuntiva grave, precisa e concordante del danno subito dal locatore.

Le Motivazioni e la Prova del Maggior Danno Locazione

Il cuore della pronuncia risiede nell’analisi dell’articolo 1591 del Codice Civile, che disciplina il risarcimento per la ritardata restituzione della cosa locata. Il locatore ha diritto non solo a ricevere un’indennità pari al canone pattuito, ma anche al risarcimento del “maggior danno”. Per dimostrare tale danno, il locatore deve provare di aver perso un’occasione concreta di rilocare l’immobile a condizioni più vantaggiose.

La Cassazione chiarisce che la “specifica e seria proposta di nuova locazione” non deve necessariamente provenire da un terzo. Può validamente provenire anche dallo stesso conduttore inadempiente. Inoltrando tale offerta, il conduttore, di fatto, riconosce che il valore di mercato del godimento dell’immobile è superiore al vecchio canone. Questo “riconoscimento” assume un carattere probatorio decisivo.

Il Rifiuto del Locatore è Irrilevante

Un punto cruciale affrontato dalla Corte è l’argomento del conduttore secondo cui il danno sarebbe stato causato dal comportamento del locatore, che ha rifiutato l’offerta. La Cassazione smonta questa tesi, affermando che il locatore non ha alcun obbligo di accettare una proposta contrattuale, specialmente se proveniente dalla parte che si è già resa inadempiente. Il rifiuto, pertanto, non integra una forma di concorso di colpa del danneggiato (ex art. 1227 c.c.) e non interrompe il nesso di causalità tra il ritardo nella riconsegna e il danno economico subito.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un orientamento fondamentale in materia di locazioni e risarcimento del danno. Le implicazioni sono chiare per entrambe le parti del rapporto contrattuale:

1. Per i Locatori: Un’offerta a canone maggiorato da parte dell’inquilino moroso è un’arma potentissima in un eventuale giudizio per il risarcimento del maggior danno. Costituisce una prova quasi inconfutabile che non richiede ulteriori dimostrazioni di altre occasioni perse.
2. Per i Conduttori: Avanzare una proposta di rinnovo a condizioni più elevate mentre si occupa illegittimamente l’immobile è una mossa estremamente rischiosa. Tale offerta può essere utilizzata dal locatore come parametro per quantificare il danno da ritardata consegna, trasformando un tentativo di negoziazione in un’ammissione di valore che fonda la richiesta risarcitoria.

In sintesi, la libertà contrattuale del locatore viene tutelata: egli non può essere costretto a proseguire un rapporto con un soggetto inadempiente, e il suo rifiuto non può essere usato come scudo per escludere il diritto al risarcimento del danno.

Un locatore può chiedere un risarcimento basato su un’offerta di affitto più alta fatta dallo stesso inquilino che è in ritardo nella riconsegna dell’immobile?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che tale offerta costituisce una prova presuntiva, dotata di gravità, precisione e concordanza, del maggior danno subito dal locatore a causa del mancato guadagno.

Il proprietario è obbligato ad accettare la nuova proposta dell’inquilino inadempiente per evitare di essere considerato corresponsabile del danno?
No. Secondo la sentenza, il locatore non ha alcun dovere di accettare l’offerta. Il suo rifiuto è legittimo e non diminuisce il suo diritto al risarcimento, poiché non si può pretendere che egli contratti con la parte che non ha rispettato gli obblighi precedenti.

Cosa serve per dimostrare il maggior danno da ritardata riconsegna di un immobile?
In base a questa decisione, una prova efficace e sufficiente è costituita da una proposta seria e specifica per una nuova locazione a un canone più elevato. Tale proposta è valida come prova anche se proviene dallo stesso conduttore inadempiente, in quanto funge da riconoscimento del maggior valore di mercato dell’immobile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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