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Lodo non definitivo: quando è impugnabile in appello?

Una società cooperativa ha impugnato un lodo non definitivo che rigettava le sue eccezioni preliminari in una causa contro ex soci. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiarendo che un lodo non definitivo è immediatamente impugnabile solo se decide parzialmente nel merito, e non se si limita a risolvere questioni procedurali, rinviando la causa per l’istruttoria.

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Lodo non definitivo: quando si può impugnare? La Cassazione fa chiarezza

Capire i tempi e le modalità per impugnare una decisione arbitrale è cruciale per evitare errori procedurali che possono compromettere l’esito di una controversia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto fondamentale: l’impugnabilità del lodo non definitivo, ovvero quella decisione che risolve solo alcune delle questioni in gioco senza chiudere il giudizio. Vediamo cosa è stato stabilito.

I Fatti del Caso

La vicenda nasce da una controversia tra una società cooperativa, in procedura di concordato preventivo, e alcuni suoi ex soci. Questi ultimi, dopo aver lasciato la società, avevano richiesto la liquidazione delle loro quote, attivando un procedimento arbitrale come previsto dallo statuto societario.

La società cooperativa si era difesa sollevando diverse eccezioni, tra cui l’inesigibilità dei crediti dei soci fino al completo adempimento del piano di concordato e l’inesistenza stessa del credito per via del patrimonio netto negativo. Il collegio arbitrale, con un primo lodo non definitivo, ha rigettato queste eccezioni e ha disposto la prosecuzione del giudizio con una consulenza tecnica per determinare il valore delle quote.

Sentendosi lesa, la cooperativa ha impugnato questo lodo davanti alla Corte d’Appello, che ha però respinto l’impugnazione. La questione è così giunta fino alla Corte di Cassazione.

La decisione sul lodo non definitivo e il principio della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso della cooperativa inammissibile, ma per una ragione puramente procedurale che ribalta la prospettiva. Secondo i giudici supremi, l’errore è stato a monte: la Corte d’Appello non avrebbe dovuto esaminare nel merito l’impugnazione, ma avrebbe dovuto dichiararla essa stessa inammissibile.

Il punto centrale ruota attorno all’interpretazione dell’art. 827, comma 3, del codice di procedura civile. Questa norma stabilisce una distinzione netta:

1. Il lodo che decide parzialmente il merito della controversia è immediatamente impugnabile.
2. Il lodo che risolve solo alcune questioni insorte senza definire il giudizio è impugnabile solo unitamente al lodo definitivo.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha chiarito che il lodo emesso dagli arbitri in questo caso rientrava nella seconda categoria. Rigettare le eccezioni preliminari della cooperativa non significa decidere sul merito del diritto alla liquidazione delle quote. Gli arbitri si sono limitati a sgomberare il campo da ostacoli procedurali per poi proseguire con l’istruttoria necessaria a decidere nel merito. Una decisione di questo tipo, che ha natura meramente interlocutoria, non può essere impugnata immediatamente.

La Cassazione, richiamando un principio consolidato delle Sezioni Unite, ha specificato che l’unica tipologia di lodo non definitivo immediatamente impugnabile è quella che decide parzialmente il merito, come una condanna generica (art. 278 c.p.c.), o che definisce una o più domande tra quelle proposte. Non rientrano in questa categoria i lodi che decidono su questioni pregiudiziali o preliminari.

Poiché l’appello originario era inammissibile, anche il successivo ricorso per cassazione contro la sentenza d’appello che lo ha rigettato è, di conseguenza, inammissibile. La Corte ha quindi corretto l’errore della Corte territoriale, rilevando d’ufficio il vizio procedurale.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica: la fretta nell’impugnare può essere una cattiva consigliera. Prima di contestare un lodo non definitivo, è essenziale analizzarne attentamente la natura. Se la decisione non entra nel merito del diritto controverso ma si limita a risolvere questioni procedurali o preliminari, l’impugnazione è prematura e destinata a essere dichiarata inammissibile. La strategia corretta è attendere il lodo definitivo e, solo in quella sede, sollevare le censure relative a tutte le decisioni, sia intermedie che finali, assunte nel corso del procedimento arbitrale. Una scelta sbagliata non solo comporta una perdita di tempo e risorse, ma può precludere la possibilità di far valere le proprie ragioni nel modo e nel momento corretto.

Quando è possibile impugnare immediatamente un lodo arbitrale non definitivo?
Un lodo non definitivo può essere impugnato immediatamente solo quando decide parzialmente il merito della controversia, ad esempio pronunciando una condanna generica, oppure quando decide su una o più delle domande proposte senza definire l’intero giudizio.

Cosa succede se si impugna un lodo che si limita a risolvere questioni preliminari?
L’impugnazione è inammissibile. Le censure contro un lodo che risolve questioni pregiudiziali o preliminari senza decidere sul merito devono essere proposte unitamente all’impugnazione del lodo definitivo che conclude il procedimento.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della società?
Perché il ricorso si basava su una sentenza della Corte d’Appello che aveva giudicato nel merito un appello che, in realtà, era inammissibile fin dall’inizio. Il lodo arbitrale originario non aveva deciso sul merito ma si era limitato a rigettare eccezioni preliminari, e quindi non era immediatamente impugnabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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