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Lodo arbitrale: opponibilità al fallimento anche senza

Una società creditrice si è vista negare l’ammissione al passivo fallimentare di un credito derivante da un lodo arbitrale, poiché privo di exequatur prima della dichiarazione di fallimento. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che un lodo arbitrale rituale è opponibile alla massa dei creditori dalla data dell’ultima sottoscrizione, poiché da quel momento acquisisce efficacia di sentenza, a prescindere dalla successiva dichiarazione di esecutività.

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Lodo Arbitrale e Fallimento: la Cassazione fa Chiarezza sull’Opponibilità

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione interviene su una questione cruciale per le aziende che si affidano all’arbitrato: l’efficacia di un lodo arbitrale nei confronti di una procedura fallimentare. La decisione chiarisce che il lodo è opponibile al fallimento dalla data della sua sottoscrizione, anche se privo del decreto di esecutività (exequatur). Questo principio rafforza la natura giurisdizionale dell’arbitrato e offre maggiori tutele ai creditori.

I Fatti di Causa

Una società creditrice aveva ottenuto un lodo arbitrale che le riconosceva un cospicuo credito nei confronti di un’altra azienda. Successivamente, quest’ultima veniva dichiarata fallita. La società creditrice chiedeva quindi di essere ammessa allo stato passivo del fallimento per l’importo stabilito nel lodo. Tuttavia, la sua richiesta veniva respinta sia dal Giudice Delegato sia dal Tribunale in sede di opposizione.

La ragione del rigetto si basava su un’interpretazione restrittiva: il lodo arbitrale non era stato depositato in cancelleria e non aveva ottenuto l’exequatur prima della data di dichiarazione del fallimento. Secondo i giudici di merito, in assenza di tale formalità, il lodo non poteva essere equiparato a una sentenza e, di conseguenza, era inopponibile alla massa dei creditori, venendo degradato al rango di una semplice scrittura privata.

L’importanza del lodo arbitrale rituale

Contro questa decisione, la società creditrice ha proposto ricorso in Cassazione. La questione fondamentale posta alla Suprema Corte era determinare il momento esatto in cui un lodo arbitrale rituale acquisisce un’efficacia tale da poter essere fatto valere nei confronti di terzi, in particolare nell’ambito di una procedura concorsuale come il fallimento.

Il ricorrente sosteneva che il lodo, in quanto decisione di natura giurisdizionale, produce gli effetti di una sentenza fin dal momento dell’ultima sottoscrizione da parte degli arbitri, come previsto dall’art. 824-bis del codice di procedura civile. L’esecutorietà, conferita con il successivo exequatur, sarebbe solo un requisito ulteriore per l’esecuzione forzata, ma non inciderebbe sulla sua natura e sulla sua opponibilità.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto le ragioni della società creditrice, cassando il decreto del Tribunale. I giudici supremi hanno ribadito un principio fondamentale: il lodo arbitrale rituale è pienamente assimilabile a una sentenza giurisdizionale dal momento della sua ultima sottoscrizione. È in quella data che il provvedimento viene a esistenza e inizia a produrre i suoi effetti giuridici, inclusa la capacità di accertare un diritto con efficacia di cosa giudicata.

La Corte ha chiarito che l’opponibilità del lodo alla procedura fallimentare non dipende dall’ottenimento dell’exequatur. Quest’ultimo, infatti, attiene esclusivamente alla possibilità di avviare l’esecuzione forzata del credito, un’eventualità che non toglie né aggiunge nulla alla natura sostanziale del lodo come atto giurisdizionale. Pertanto, un lodo sottoscritto prima della dichiarazione di fallimento è un atto con data certa e opponibile alla massa dei creditori, anche se la richiesta di esecutività è successiva.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida l’orientamento giurisprudenziale che equipara il lodo arbitrale rituale a una sentenza. Le implicazioni pratiche sono significative:

1. Maggiore Tutela per i Creditori: I creditori che ottengono un lodo favorevole prima del fallimento del debitore possono far valere il loro diritto nella procedura concorsuale senza dover attendere l’exequatur.
2. Certezza del Diritto: Viene fatta chiarezza sulla distinzione tra l’efficacia del lodo come accertamento del diritto (che nasce con la sottoscrizione) e la sua forza esecutiva (che deriva dall’exequatur).
3. Valorizzazione dell’Arbitrato: La decisione rafforza l’istituto dell’arbitrato come strumento alternativo di risoluzione delle controversie, riconoscendone la piena dignità giurisdizionale.

In definitiva, la Cassazione ha stabilito che ciò che conta per l’opponibilità al fallimento è che l’atto di accertamento del credito (il lodo) sia venuto a esistenza prima dell’apertura della procedura, non che fosse già munito di forza esecutiva.

Un lodo arbitrale non ancora esecutivo è valido nei confronti di un fallimento?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, il lodo arbitrale rituale è opponibile alla procedura fallimentare dalla data dell’ultima sottoscrizione, anche se il decreto che lo rende esecutivo (exequatur) viene emesso dopo la dichiarazione di fallimento.

Da quale momento un lodo arbitrale produce gli effetti di una sentenza?
Un lodo arbitrale rituale acquisisce l’efficacia di una sentenza giudiziaria dal momento dell’ultima sottoscrizione da parte degli arbitri, come stabilito dall’art. 824-bis del codice di procedura civile. Da quel momento, il lodo esiste giuridicamente e produce i suoi effetti.

Che differenza c’è tra l’efficacia di sentenza del lodo e la sua esecutività?
L’efficacia di sentenza riguarda la capacità del lodo di accertare un diritto in modo vincolante e definitivo tra le parti, una volta divenuto inimpugnabile. L’esecutività, invece, è la qualità aggiuntiva, conferita tramite l’exequatur, che permette al creditore di avviare l’esecuzione forzata (es. pignoramento) per soddisfare il proprio diritto qualora il debitore non adempia spontaneamente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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