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Limite di fondiarietà: il contratto è valido?

Un garante si oppone a un decreto ingiuntivo, sostenendo la nullità del contratto di credito fondiario per superamento del limite di finanziabilità e la decadenza della garanzia. Il Tribunale, aderendo a un consolidato orientamento della Cassazione, rigetta l’eccezione di nullità, affermando che il superamento del limite di fondiarietà non invalida il contratto. Dopo aver analizzato la legittimazione attiva dei creditori a seguito di cessioni e accertato dei pagamenti parziali, il giudice revoca il decreto ingiuntivo ma condanna il garante al pagamento del debito residuo.

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Limite di Fondiarietà: Superarlo Non Rende Nullo il Contratto di Mutuo

Una recente sentenza del Tribunale di Roma affronta temi cruciali del diritto bancario, primo fra tutti quello del limite di fondiarietà. La decisione chiarisce che il superamento della soglia di finanziamento prevista dalla legge non comporta la nullità del contratto di mutuo. Analizziamo insieme i fatti, il percorso logico del giudice e le importanti conclusioni pratiche.

I Fatti di Causa: un Finanziamento in Pool e la Garanzia Personale

La vicenda ha origine da un contratto di apertura di credito in conto corrente fondiario stipulato da una società per finanziare un’operazione immobiliare. Il finanziamento, dell’importo di 3 milioni di euro, era stato concesso ‘in pool’ da due istituti di credito. A garanzia dell’operazione, due soci della società si costituivano fideiussori per un importo superiore, pari a 4,5 milioni di euro.

A seguito dell’inadempimento della società debitrice, una delle banche, divenuta cessionaria di una parte del credito, otteneva un decreto ingiuntivo nei confronti di uno dei garanti per il pagamento di oltre 1,4 milioni di euro. Il garante proponeva opposizione, sollevando diverse eccezioni.

Le Eccezioni del Garante: Nullità, Decadenza e Difetto di Legittimazione

L’opponente basava la sua difesa su tre argomenti principali:
1. Nullità del contratto: Sosteneva che l’apertura di credito fosse nulla per violazione del limite di fondiarietà stabilito dall’art. 38 del Testo Unico Bancario (T.U.B.), in quanto l’importo concesso superava l’80% del valore dell’immobile.
2. Decadenza della garanzia: Riteneva che il creditore fosse decaduto dal diritto di agire nei suoi confronti per non aver rispettato il termine semestrale previsto dall’art. 1957 del codice civile.
3. Difetto di legittimazione attiva: Contestava che il creditore fosse l’effettivo titolare dell’intera somma richiesta, a causa di una complessa serie di cessioni di credito.

La Questione del Limite di Fondiarietà e la Decisione del Tribunale

Il punto centrale della controversia era la presunta nullità del contratto per superamento del limite di fondiarietà. Su questo tema, il Tribunale ha rigettato completamente la tesi del garante, allineandosi all’autorevole pronuncia delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione (sentenza n. 33719/2022).

Il giudice ha ribadito un principio ormai consolidato: la norma che fissa il limite di finanziabilità non è una norma imperativa la cui violazione determina la nullità del contratto. Si tratta, invece, di una regola di carattere prudenziale, posta a tutela della stabilità patrimoniale della banca e del sistema creditizio. La sua violazione non incide sulla validità del negozio, ma può esporre la banca a sanzioni da parte delle autorità di vigilanza.

Di conseguenza, il contratto di apertura di credito è stato ritenuto pienamente valido ed efficace, e l’eccezione di nullità è stata respinta.

Analisi delle Altre Questioni: Garanzia e Legittimazione

Il Tribunale ha rigettato anche l’eccezione di decadenza della fideiussione. Il contratto di garanzia, infatti, conteneva una clausola specifica che la manteneva ‘valida ed efficace fino al completo adempimento dell’obbligazione garantita’, derogando così espressamente al termine di cui all’art. 1957 c.c.

Più complessa è stata l’analisi sulla legittimazione attiva. A seguito delle cessioni, il credito originariamente diviso tra due banche era stato ulteriormente frammentato. Il giudice ha accertato che il creditore che aveva agito in via monitoria era effettivamente titolare solo di una parte del credito vantato, mentre la quota residua apparteneva a un’altra società di cartolarizzazione, intervenuta nel processo. Pertanto, il difetto di legittimazione è stato accolto solo parzialmente.

Le Motivazioni

Le motivazioni della sentenza si fondano su tre pilastri. In primo luogo, il richiamo alla giurisprudenza delle Sezioni Unite della Cassazione risolve in modo definitivo la questione del limite di fondiarietà: non è causa di nullità del contratto. In secondo luogo, il principio della libertà contrattuale permette alle parti di derogare alla disciplina della decadenza della fideiussione, come avvenuto nel caso di specie. Infine, in tema di onere della prova, il giudice ha sottolineato come il creditore che agisce in giudizio debba dimostrare in modo inequivocabile la propria titolarità del diritto, soprattutto in presenza di articolate operazioni di cessione. Inoltre, è stato dato atto che, nel corso di una procedura esecutiva parallela, i creditori avevano ricevuto pagamenti parziali. Tali somme dovevano essere detratte dal debito complessivo, riducendo l’importo dovuto dal garante.

Le Conclusioni

In conclusione, il Tribunale di Roma ha parzialmente accolto l’opposizione. Ha revocato il decreto ingiuntivo originario, non perché il debito fosse inesistente, ma perché l’importo richiesto era superiore a quello effettivamente dovuto e perché era stato richiesto da un soggetto titolare solo di una parte del credito. Conseguentemente, ha condannato il garante a pagare la somma residua, correttamente calcolata al netto dei pagamenti già ricevuti e a favore del creditore correttamente legittimato. La sentenza conferma l’importanza di una corretta disamina della titolarità dei crediti nelle azioni di recupero e ribadisce un principio fondamentale a tutela della stabilità dei contratti bancari.

Il superamento del limite di fondiarietà rende nullo il contratto di mutuo?
No. La sentenza, conformandosi alla decisione delle Sezioni Unite della Cassazione, stabilisce che la violazione del limite dell’80% è una norma di carattere prudenziale. La sua inosservanza non causa la nullità del contratto, che rimane valido ed efficace.

La garanzia fideiussoria decade se il creditore non agisce entro sei mesi dalla scadenza dell’obbligazione?
No, non necessariamente. Le parti possono prevedere contrattualmente una deroga all’art. 1957 c.c. Nel caso specifico, la garanzia era valida ‘fino al completo adempimento dell’obbligazione’, rendendo inapplicabile il termine di decadenza semestrale.

Cosa accade se, durante la causa, il creditore riceve pagamenti parziali da una procedura esecutiva?
Tali pagamenti devono essere sottratti dal debito totale. La sentenza ha infatti revocato il decreto ingiuntivo per l’intera somma e ha condannato il garante a versare solo l’importo residuo, tenendo conto di quanto i creditori avevano già incassato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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