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Limite di finanziabilità: la Cassazione salva il mutuo

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribaltato una decisione di merito che aveva dichiarato nullo un contratto di mutuo fondiario per superamento del limite di finanziabilità. Accogliendo il ricorso di una società creditrice, la Corte ha stabilito, in linea con un recente intervento delle Sezioni Unite, che la violazione di tale limite non costituisce una causa di nullità del contratto, bensì una violazione di norme di condotta prudenziale. Di conseguenza, il contratto di mutuo resta valido. Il caso è stato rinviato al Tribunale per una nuova valutazione alla luce di questo principio.

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Limite di Finanziabilità: la Cassazione Conferma la Validità del Mutuo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha segnato un punto di svolta sul tema del limite di finanziabilità nei mutui fondiari. Contrariamente a un precedente orientamento, la Suprema Corte ha stabilito che il superamento di tale soglia non comporta la nullità del contratto. Questa decisione, in linea con un recente pronunciamento delle Sezioni Unite, ha importanti implicazioni per il settore bancario e immobiliare.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dall’opposizione presentata da una società creditrice, cessionaria di un credito originariamente concesso da un istituto bancario a una società immobiliare, poi dichiarata fallita. Il credito derivava da due fonti: un mutuo fondiario garantito da ipoteca e uno scoperto di conto corrente.

Il Giudice Delegato del fallimento aveva ammesso solo parzialmente i crediti, escludendo una parte della somma e, soprattutto, dichiarando la nullità della garanzia ipotecaria. La motivazione era che il mutuo era stato in parte utilizzato per coprire uno scoperto di conto corrente, violando la sua finalità.

La società creditrice si è opposta a questa decisione davanti al Tribunale. Durante questo giudizio, la curatela fallimentare ha sollevato un’ulteriore eccezione: la nullità dell’intero contratto di mutuo fondiario per superamento del limite di finanziabilità previsto dall’art. 38 del Testo Unico Bancario (TUB).

La Decisione del Tribunale e il Ricorso in Cassazione

Il Tribunale, aderendo a un orientamento giurisprudenziale all’epoca prevalente, ha accolto l’eccezione della curatela. Ha calcolato che l’importo concesso a mutuo (3.300.000,00 euro) superava l’80% del valore dei terreni e del costo di costruzione, attestandosi all’84,5%. Di conseguenza, ha dichiarato la nullità del contratto di mutuo, escludendo totalmente il credito della società dal passivo fallimentare.

Il Tribunale ha inoltre ritenuto tardiva la richiesta della società creditrice di “convertire” il mutuo fondiario nullo in un normale mutuo ipotecario, poiché tale richiesta non era stata avanzata tempestivamente.

Contro questa decisione, la società creditrice ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando, tra i vari motivi, l’errata applicazione delle norme sulla nullità del contratto in relazione alla violazione del limite di finanziabilità.

La Violazione del Limite di Finanziabilità non Causa Nullità

Il motivo centrale del ricorso, e quello che la Cassazione ha accolto, riguardava la natura della norma che impone il limite di finanziabilità. La questione era se tale limite fosse un elemento essenziale del contratto, la cui violazione ne determinasse la nullità strutturale, oppure una norma di comportamento imposta alla banca per ragioni prudenziali.

La Corte ha risolto la questione richiamando la fondamentale sentenza delle Sezioni Unite n. 33719 del 2022, che ha composto il contrasto giurisprudenziale sul punto.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha chiarito che la norma contenuta nell’art. 38, comma 2, del TUB, che fissa il limite di finanziabilità, non è una norma imperativa la cui violazione comporta la nullità del contratto ai sensi dell’art. 1418 del codice civile. Piuttosto, si tratta di una norma di “vigilanza prudenziale”.

Il suo scopo non è quello di definire il contenuto essenziale del contratto, ma di proteggere la stabilità patrimoniale della banca stessa, limitando l’esposizione al rischio in operazioni di credito garantite da immobili. La violazione di questa regola, quindi, non inficia la validità del negozio giuridico tra banca e cliente.

Secondo le Sezioni Unite, e come ribadito in questa ordinanza, considerare nullo il contratto finirebbe per danneggiare proprio l’interesse che la norma intende proteggere. Infatti, la nullità comporterebbe la perdita della garanzia ipotecaria, aumentando il rischio per la banca e pregiudicando la stabilità del sistema creditizio.

La violazione del limite, pertanto, è un comportamento che espone la banca a sanzioni da parte delle autorità di vigilanza, ma non rende invalido il mutuo concesso al cliente.

Conclusioni

La decisione della Cassazione è di fondamentale importanza. Accogliendo il ricorso, ha cassato il decreto del Tribunale e ha rinviato la causa per un nuovo esame. Il Tribunale dovrà ora rivalutare il caso partendo dal principio che il superamento del limite di finanziabilità non ha causato la nullità del contratto di mutuo.

Le implicazioni pratiche sono notevoli:
1. Salvezza dei Contratti: I contratti di mutuo fondiario che superano la soglia dell’80% non sono nulli. Mantengono la loro validità ed efficacia.
2. Tutela delle Garanzie: Le ipoteche iscritte a garanzia di tali mutui rimangono valide, tutelando la posizione della banca creditrice, anche in caso di fallimento del debitore.
3. Certezza del Diritto: Viene consolidato un principio che offre maggiore stabilità e prevedibilità alle operazioni di finanziamento immobiliare, a beneficio sia degli istituti di credito che dei mutuatari.

Cosa succede se un mutuo fondiario supera il limite di finanziabilità dell’80%?
Secondo la Corte di Cassazione, il contratto di mutuo non è nullo. La violazione di tale limite non incide sulla validità del contratto, che resta pienamente efficace tra le parti.

Perché la violazione del limite di finanziabilità non causa la nullità del contratto?
Perché la norma che stabilisce il limite (art. 38 TUB) è considerata una regola di “vigilanza prudenziale”, finalizzata a proteggere la stabilità patrimoniale della banca, e non un elemento essenziale del contenuto del contratto. La sua violazione riguarda il comportamento della banca e non la struttura del negozio giuridico.

Quali sono le conseguenze per la banca che concede un mutuo oltre il limite?
La banca non perde la validità del contratto o della garanzia ipotecaria. Tuttavia, il suo comportamento può essere soggetto a sanzioni da parte delle autorità di vigilanza bancaria (come la Banca d’Italia) per aver violato le norme prudenziali sulla gestione del rischio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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