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Lesione dell’affidamento: la giurisdizione è civile

Un’impresa edile e un ente religioso, dopo aver visto revocato un permesso di costruire, hanno richiesto un risarcimento danni per lesione dell’affidamento. La Corte di Cassazione ha stabilito che la competenza a decidere su tale richiesta spetta al giudice ordinario e non a quello amministrativo, poiché la controversia non riguarda l’esercizio del potere pubblico, ma il comportamento della Pubblica Amministrazione che ha violato i principi di correttezza e buona fede.

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Lesione dell’affidamento: la Cassazione conferma la giurisdizione del Giudice Ordinario

Quando la Pubblica Amministrazione prima concede un permesso e poi lo revoca, a chi spetta decidere sul risarcimento dei danni? La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, interviene ancora una volta su un tema cruciale: la lesione dell’affidamento del cittadino. Con l’ordinanza qui analizzata, si ribadisce un principio fondamentale: le controversie relative al risarcimento per la violazione del legittimo affidamento riposto in un provvedimento favorevole, poi annullato in autotutela, appartengono alla giurisdizione del giudice ordinario.

I Fatti di Causa: Un Progetto Edilizio Interrotto

La vicenda ha origine dalla richiesta di un permesso di costruire presentata da un ente religioso a un Comune per un importante intervento di riqualificazione urbana. Il progetto prevedeva la demolizione di un fabbricato industriale per realizzare un complesso residenziale destinato a Housing Sociale. Dopo aver ottenuto i pareri favorevoli, incluso quello della Soprintendenza, e aver ceduto in permuta il complesso a una società di costruzioni, i lavori avevano avuto inizio.

Tuttavia, a poche settimane dall’avvio del cantiere, la Soprintendenza sospendeva il proprio parere e, di conseguenza, il Comune procedeva al ritiro in autotutela del permesso di costruire. La motivazione del ritiro si basava sulla non conformità dell’intervento alla strumentazione urbanistica. Le imprese, vedendo sfumare l’investimento e subendo un notevole danno economico, decidevano di agire in giudizio contro il Comune e il Ministero competente per ottenere il risarcimento del danno derivante dalla lesione del loro legittimo affidamento.

La Questione di Giurisdizione sulla Lesione dell’Affidamento

In sede di giudizio, le amministrazioni convenute hanno sollevato un’eccezione di difetto di giurisdizione, sostenendo che la controversia dovesse essere trattata dal giudice amministrativo, in quanto legata all’esercizio di un potere pubblico. Di fronte a questa eccezione, le società ricorrenti hanno proposto un regolamento preventivo di giurisdizione alla Corte di Cassazione, chiedendo di affermare la competenza del giudice ordinario.

Il cuore del problema risiede nel capire se la richiesta di risarcimento del danno per lesione dell’affidamento riguardi la legittimità di un atto amministrativo (di competenza del T.A.R.) oppure un comportamento della Pubblica Amministrazione che ha violato le regole generali di correttezza e buona fede (di competenza del giudice civile).

Le Motivazioni della Corte: Comportamento vs. Potere

Le Sezioni Unite, richiamando un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato da oltre un decennio, hanno accolto la tesi delle ricorrenti. La Corte ha chiarito che in casi come questo, ciò che viene in rilievo non è l’esercizio in sé del pubblico potere (la revoca del permesso), ma il “comportamento” complessivo tenuto dall’amministrazione.

Questo comportamento, che ha prima generato un’aspettativa legittima nel privato rilasciando un titolo abilitativo e poi l’ha frustrata con un ritiro tardivo, si assume essere lesivo dell’affidamento. La violazione del principio di affidamento, che discende direttamente dai principi di buona fede e correttezza, non riguarda un interesse legittimo (l’interesse a che la PA agisca correttamente nell’esercizio del suo potere), bensì un diritto soggettivo del privato a non vedere lesa la propria sfera giuridica da condotte scorrette.

La Corte specifica che l’obbligo per l’amministrazione di seguire le regole speciali del diritto amministrativo non la esonera dal rispettare anche le regole generali di correttezza che si applicano a qualsiasi soggetto dell’ordinamento. La tutela contro la violazione di queste regole è proprio quella del diritto soggettivo, la cui cognizione spetta per natura al giudice ordinario.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un principio di garanzia fondamentale per cittadini e imprese che si interfacciano con la Pubblica Amministrazione. Stabilisce con chiarezza che, quando un’amministrazione agisce in modo contraddittorio e lede l’affidamento che i suoi stessi atti avevano generato, non si discute più della legittimità dell’atto finale di revoca, ma della responsabilità per il comportamento tenuto. Di conseguenza, la sede naturale per richiedere il risarcimento dei danni è il tribunale civile, che valuterà la condotta della PA alla stregua dei canoni di correttezza e buona fede, principi cardine del diritto privato. La causa è stata quindi rimessa al Tribunale ordinario per la prosecuzione del giudizio.

A quale giudice ci si deve rivolgere per chiedere il risarcimento dei danni se la Pubblica Amministrazione revoca un permesso di costruire su cui si era fatto legittimo affidamento?
Ci si deve rivolgere al giudice ordinario, in quanto la richiesta di risarcimento non riguarda la legittimità dell’atto di revoca, ma il comportamento complessivo dell’amministrazione che ha violato il principio di buona fede.

Perché la richiesta di risarcimento per lesione dell’affidamento non rientra nella giurisdizione del giudice amministrativo?
Perché la controversia non ha ad oggetto l’esercizio del potere pubblico in sé, ma il “comportamento” dell’amministrazione, che si assume abbia violato i principi generali di correttezza e buona fede, ledendo così un diritto soggettivo del privato.

La Pubblica Amministrazione è sempre tenuta a rispettare i principi di correttezza e buona fede?
Sì, la Corte di Cassazione afferma che la circostanza che l’amministrazione eserciti un potere pubblico non la esclude dall’osservare le regole generali di correttezza e buona fede, la cui violazione è fonte di responsabilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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