LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Legittimazione passiva: chi rimborsa l’indebito?

La Corte di Cassazione chiarisce la questione della legittimazione passiva in un caso di richiesta di rimborso per un’imposta non dovuta. Un’azienda aveva pagato un’addizionale sull’energia elettrica, successivamente rivelatasi illegittima, a una società di factoring a cui la fornitrice di energia aveva ceduto il credito. La Corte ha stabilito che l’azione di restituzione deve essere rivolta esclusivamente contro chi ha materialmente ricevuto il pagamento (l’accipiens), ovvero la società di factoring, e non contro il fornitore originale del servizio, che difetta di legittimazione passiva.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Legittimazione Passiva e Cessione del Credito: Chi Deve Restituire un Pagamento Non Dovuto?

Un’ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un’importante questione di legittimazione passiva: se un utente paga un importo non dovuto a una società di factoring, a cui il fornitore originale aveva ceduto il credito, a chi deve chiedere la restituzione? La risposta della Suprema Corte è netta e si fonda sull’applicazione dei principi del Codice Civile in materia di indebito oggettivo, chiarendo il ruolo dei soggetti coinvolti.

I Fatti del Caso

Una società (l’Utente Finale) aveva stipulato un contratto di fornitura di energia elettrica. Per gli anni 2010 e 2011, si era vista addebitare in bolletta una somma a titolo di “addizionale provinciale all’accisa”, un’imposta che si è poi rivelata contraria al diritto comunitario e, quindi, non dovuta. L’Utente Finale aveva effettuato il pagamento delle fatture, comprensive dell’imposta, non direttamente alla società fornitrice di energia, ma a una Società di Factoring, indicata dalla stessa fornitrice come cessionaria del credito.

Accortasi dell’indebito pagamento, l’Utente Finale aveva citato in giudizio sia la Fornitrice di Energia sia la Società di Factoring, chiedendo la restituzione della somma. Mentre il Tribunale e la Corte d’Appello avevano condannato la Fornitrice di Energia, la questione è giunta fino in Cassazione per definire chi, tra i due soggetti, fosse il legittimato passivo dell’azione di restituzione.

La Decisione della Corte di Cassazione e la Legittimazione Passiva

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della Fornitrice di Energia, ribaltando le decisioni dei gradi precedenti. Il punto centrale della controversia era stabilire la corretta legittimazione passiva. La Corte ha affermato che, nel momento in cui avviene una cessione del credito, il soggetto che ha diritto a ricevere il pagamento non è più il creditore originario (cedente), ma il nuovo creditore (cessionario).

Di conseguenza, se il pagamento effettuato dal debitore risulta non dovuto (perché il titolo su cui si fondava era nullo o inesistente), l’azione di ripetizione dell’indebito deve essere indirizzata esclusivamente verso chi ha materialmente ricevuto la somma, ovvero l’accipiens. Nel caso di specie, l’accipiens era la Società di Factoring. Il pagamento, eseguito nelle mani di quest’ultima, è stato qualificato come un indebito oggettivo, poiché privo di una valida causa.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato la sua decisione distinguendo nettamente tra il rapporto tributario (tra fornitore e Stato) e il rapporto civilistico (tra utente, fornitore e società di factoring). Le norme del Testo Unico sulle accise, che identificano il fornitore come soggetto passivo dell’imposta nei confronti dell’erario, sono state ritenute inconferenti per risolvere la controversia civilistica sulla restituzione.

L’azione di rimborso promossa dall’utente finale non è un’azione tributaria, bensì un’azione civilistica di ripetizione di indebito. Tale azione, secondo i principi generali del Codice Civile, spetta nei confronti di chi ha ricevuto il pagamento senza titolo (l’accipiens). Poiché era stato provato che il credito era stato ceduto alla Società di Factoring e che il pagamento era stato effettuato a quest’ultima, era la Società di Factoring l’unica debitrice dell’obbligo di restituzione. La Fornitrice di Energia, non avendo incassato la somma, difettava di legittimazione passiva. Seguire la tesi opposta, secondo la Corte, porterebbe a paradossi: il fornitore, già tenuto a versare l’imposta all’erario, si troverebbe a doverla restituire anche all’utente, subendo un doppio esborso.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre un principio guida fondamentale per le azioni di restituzione in presenza di una cessione del credito. L’unico soggetto tenuto alla restituzione di una somma non dovuta è colui che l’ha effettivamente percepita (l’accipiens). Pertanto, prima di intraprendere un’azione legale per la ripetizione di un indebito, è cruciale identificare correttamente il soggetto che ha ricevuto il pagamento. Nel caso di fatture pagate a società di factoring, società di recupero crediti o altri cessionari, l’azione dovrà essere intentata contro di loro e non contro il creditore originario, che, avendo ceduto il proprio diritto, non è più parte del rapporto obbligatorio relativo al pagamento.

A chi devo chiedere il rimborso di una somma pagata ma non dovuta, se il credito era stato ceduto a una società di factoring?
L’azione di restituzione deve essere proposta esclusivamente nei confronti della società di factoring (o altro cessionario) che ha materialmente ricevuto il pagamento, in quanto è considerata l’unico ‘accipiens’ (ricevente) della somma.

Perché il fornitore originale del servizio non è tenuto a rimborsare?
Il fornitore originale, avendo ceduto il credito, non è più il soggetto attivo dell’obbligazione e non ha incassato il pagamento. Pertanto, difetta di legittimazione passiva, cioè non è il soggetto corretto contro cui intentare la causa di restituzione.

Questa regola si applica anche se l’importo non dovuto è un’imposta o una tassa?
Sì, la Corte di Cassazione ha chiarito che l’azione dell’utente finale per il rimborso è un’azione civilistica di ripetizione di indebito, soggetta alle regole del Codice Civile. Le norme tributarie che regolano i rapporti tra il fornitore e l’erario non sono rilevanti per determinare chi, tra fornitore e cessionario, debba restituire la somma all’utente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati