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Iscrizione ipotecaria con riserva: ricorso inammissibile

Una società cessionaria di un credito ha richiesto un’iscrizione ipotecaria basata su un titolo ottenuto dal creditore originario. A seguito dell’iscrizione con riserva da parte del Conservatore e del rigetto del reclamo in Corte d’Appello, la società ha proposto ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che il procedimento di iscrizione ipotecaria con riserva rientra nella volontaria giurisdizione. Tali provvedimenti non hanno carattere decisorio e definitivo, pertanto non sono impugnabili con ricorso straordinario, restando salva la possibilità per il creditore di agire in un ordinario giudizio di cognizione per tutelare i propri diritti.

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Iscrizione Ipotecaria con Riserva: la Cassazione nega il Ricorso

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6749 del 13 marzo 2024, ha affrontato un’importante questione procedurale riguardante l’istituto della iscrizione ipotecaria con riserva. La decisione chiarisce in modo definitivo la natura di tale procedimento, inquadrandolo nell’ambito della volontaria giurisdizione e, di conseguenza, escludendo la possibilità di impugnare i relativi provvedimenti con ricorso straordinario in Cassazione. Questa pronuncia offre spunti fondamentali per gli operatori del diritto, specialmente nel settore immobiliare e del recupero crediti.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Iscrizione Ipotecaria da Parte del Cessionario

Una società veicolo, attiva nel campo della cartolarizzazione di crediti deteriorati, aveva acquistato un credito da un istituto bancario. Forte di un decreto ingiuntivo ottenuto dalla banca cedente, la società cessionaria aveva richiesto al Conservatore dei Registri Immobiliari l’iscrizione di un’ipoteca giudiziale su un immobile di proprietà del debitore.

Il Conservatore, riscontrando una discordanza tra il soggetto che aveva ottenuto il titolo (la banca) e quello che richiedeva l’iscrizione (la società cessionaria), nutriva “gravi e fondati dubbi” sulla possibilità di procedere e, pertanto, eseguiva l’iscrizione solo “con riserva”, ai sensi dell’art. 2674-bis del codice civile.

La società presentava reclamo, ma sia il Tribunale che la Corte d’Appello confermavano la correttezza dell’operato del Conservatore, ritenendo che l’iscrizione dovesse essere effettuata a nome del creditore originario, per poi essere annotata a favore del cessionario. Contro questa decisione, la società proponeva ricorso in Cassazione.

L’Inammissibilità del Ricorso per l’iscrizione ipotecaria con riserva

Il cuore della questione portata all’attenzione della Suprema Corte non era tanto il merito della richiesta di iscrizione, quanto l’ammissibilità stessa del ricorso. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, basando la sua decisione sulla natura giuridica del procedimento di iscrizione con riserva.

La Natura Non Contenziosa del Provvedimento

La Corte ha ribadito un orientamento consolidato: il procedimento disciplinato dagli artt. 2674-bis c.c. e 113-ter disp. att. c.c. appartiene alla volontaria giurisdizione. Il suo scopo non è quello di risolvere una controversia tra parti contrapposte in un giudizio contenzioso, ma di offrire una soluzione provvisoria a un dubbio del Conservatore, garantendo al contempo al richiedente di “prenotare” il grado ipotecario.

I provvedimenti emessi in questo contesto, inclusi i decreti del Tribunale e della Corte d’Appello in sede di reclamo, sono privi dei caratteri della decisorietà e della definitività, requisiti indispensabili per poter accedere al ricorso straordinario per cassazione previsto dall’art. 111 della Costituzione.

Le Motivazioni della Cassazione

Le motivazioni della Corte si fondano su una chiara distinzione tra la tutela sommaria e cautelare offerta dal procedimento di reclamo e la tutela piena garantita da un ordinario giudizio di cognizione.

Mancanza dei Requisiti di Decisorietà e Definitività

Il provvedimento che decide sul reclamo avverso un’iscrizione con riserva non incide in modo definitivo e irreversibile sul diritto soggettivo del creditore. Esso si limita a valutare la fondatezza dei dubbi del Conservatore. Non è “decisorio” perché non risolve un conflitto di diritti, e non è “definitivo” perché non preclude al creditore la possibilità di far valere le proprie ragioni in un’altra sede.

La Tutela del Creditore Resta Garantita

La Corte ha sottolineato che la parte il cui reclamo viene respinto non subisce una “denegata giustizia”. La sua tutela non è pregiudicata. Essa conserva pienamente la facoltà di instaurare un autonomo e ordinario giudizio di cognizione per accertare, in modo pieno e definitivo, il suo diritto a ottenere l’iscrizione ipotecaria senza riserve. Solo la sentenza emessa in tale giudizio avrà carattere decisorio e sarà, eventualmente, soggetta ai normali mezzi di impugnazione, inclusa la Cassazione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza in esame consolida un principio fondamentale in materia di pubblicità immobiliare e procedura civile. Chi si vede opporre un’iscrizione con riserva deve essere consapevole che il percorso del reclamo è una via sommaria e non definitiva. L’eventuale esito negativo in sede di reclamo non chiude le porte della giustizia, ma semplicemente indirizza la parte verso lo strumento processuale corretto per la tutela del proprio diritto: il giudizio ordinario a cognizione piena. Questa chiarezza è essenziale per evitare di intraprendere percorsi processuali, come il ricorso in Cassazione, destinati a essere dichiarati inammissibili, con conseguente dispendio di tempo e risorse.

È possibile impugnare in Cassazione un decreto che rigetta un reclamo per iscrizione ipotecaria con riserva?
No. Secondo la Corte di Cassazione, tale provvedimento rientra nella volontaria giurisdizione e non ha carattere decisorio e definitivo, requisiti indispensabili per l’accesso al ricorso straordinario previsto dall’art. 111 della Costituzione.

Perché il procedimento di iscrizione ipotecaria con riserva non è considerato contenzioso?
Perché il suo scopo non è risolvere un conflitto di diritti tra due parti, ma fornire una soluzione provvisoria ai dubbi del Conservatore, consentendo al richiedente di preservare il grado della formalità in attesa di una decisione. L’oggetto del procedimento è l’accertamento della gravità dei dubbi, non del diritto sostanziale.

Il creditore che si vede negata l’iscrizione piena dell’ipoteca in questo procedimento perde il suo diritto?
No. La decisione sul reclamo non pregiudica in modo definitivo il diritto del creditore. Egli conserva la piena facoltà di avviare un autonomo giudizio di cognizione per far accertare, con valore di giudicato, la sussistenza del suo diritto all’iscrizione ipotecaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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