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Interessi moratori PA: la legge speciale non prevale

Una società di factoring ha citato in giudizio un’azienda ospedaliera pubblica per il pagamento di interessi di mora su un contratto di servizi del 2005. Le corti di merito avevano applicato il tasso legale, richiamando le norme speciali sulla contabilità pubblica. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che la disciplina sui ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali (D.Lgs. 231/2002) si applica anche ai contratti con la PA. Di conseguenza, gli **interessi moratori PA** decorrono automaticamente e al tasso più alto pattuito nel contratto, senza necessità di una formale messa in mora.

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Interessi Moratori PA: La Cassazione Conferma la Prevalenza del D.Lgs. 231/2002

La gestione dei crediti verso la Pubblica Amministrazione rappresenta una sfida costante per le imprese. Un aspetto cruciale è il calcolo degli interessi moratori PA in caso di ritardato pagamento. Con la sentenza n. 7160/2024, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale, stabilendo che la normativa europea sui ritardi di pagamento prevale sulle disposizioni speciali della contabilità pubblica, anche per i contratti stipulati prima delle riforme più recenti.

I Fatti del Contenzioso: Un Appalto di Servizi e il Ritardo nei Pagamenti

Una società specializzata in servizi di raccolta e smaltimento rifiuti aveva stipulato nel 2005 un contratto d’appalto con un’importante azienda ospedaliera pubblica. Successivamente, la società di servizi cedeva i propri crediti a una società di factoring.

A fronte del mancato pagamento di fatture emesse tra il 2005 e il 2006, la società di factoring avviava un’azione legale per ottenere il saldo del capitale e i relativi interessi di mora, come previsti dal contratto. Sebbene l’azienda ospedaliera avesse poi saldato il capitale, la controversia proseguiva per la determinazione della misura e della decorrenza degli interessi.

La Decisione della Corte d’Appello: Prevale la Contabilità Pubblica?

La Corte d’Appello, riformando parzialmente la decisione di primo grado, aveva sostenuto una tesi sfavorevole al creditore. Secondo i giudici di secondo grado, la natura di ente pubblico del debitore imponeva l’applicazione delle norme speciali sulla contabilità pubblica. Questo comportava due conseguenze principali:

1. Il tasso di interesse applicabile era quello legale, e non quello, più elevato, pattuito dalle parti nel contratto.
2. La decorrenza degli interessi non era automatica, ma richiedeva un atto formale di costituzione in mora, identificato nella notifica dell’atto di citazione.

La Corte d’Appello riteneva che la disciplina speciale nazionale dovesse prevalere sulla normativa di derivazione europea (D.Lgs. 231/2002) che regola i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali.

Gli Interessi Moratori PA secondo la Cassazione: Applica il D.Lgs. 231/2002

La Corte di Cassazione ha completamente ribaltato la prospettiva della Corte d’Appello, accogliendo il ricorso della società di factoring. Il punto centrale della decisione è l’applicabilità ratione temporis del D.Lgs. n. 231/2002, nella sua formulazione originaria, al contratto stipulato nel 2005.

La Portata del D.Lgs. 231/2002 nelle Transazioni con la PA

La Suprema Corte ha chiarito che il decreto legislativo, attuativo della direttiva europea 2000/35/CE, definisce in modo molto ampio sia la nozione di “transazione commerciale” sia quella di “pubblica amministrazione”. Il contratto d’appalto per la fornitura di servizi rientra pienamente nella prima categoria, e l’azienda ospedaliera nella seconda. Di conseguenza, non vi è motivo di escludere l’applicazione di tale normativa.

Derogabilità Convenzionale e Decorrenza Automatica

Il D.Lgs. 231/2002 stabilisce due principi cardine che la Corte d’Appello aveva ignorato:

1. Decorrenza Automatica: Gli interessi moratori decorrono automaticamente dal giorno successivo alla scadenza del termine di pagamento, senza che sia necessaria alcuna intimazione scritta (art. 4). Questo rende superflua la tradizionale messa in mora richiesta per le obbligazioni della PA.
2. Autonomia Contrattuale: Le parti possono concordare un tasso di interesse diverso e superiore a quello legale. L’art. 5 del decreto fa espressamente “salvo diverso accordo tra le parti”, legittimando le clausole contrattuali che fissano tassi di mora specifici.

Le Motivazioni della Sentenza

La Cassazione ha motivato la sua decisione sottolineando che l’obiettivo della direttiva europea e del decreto nazionale di recepimento è proprio quello di contrastare i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali per tutelare la liquidità delle imprese, a prescindere dal fatto che il debitore sia un’impresa privata o un’autorità pubblica. Escludere un’intera categoria di contratti, come gli appalti pubblici, da questo ambito di tutela vanificherebbe lo scopo della normativa. La Corte ha inoltre richiamato importanti precedenti, sia della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sia delle Sezioni Unite della stessa Cassazione, che confermano l’ampia applicabilità del D.Lgs. 231/2002 ai rapporti con la Pubblica Amministrazione.

Conclusioni: Cosa Cambia per le Imprese che Lavorano con la PA

La sentenza n. 7160/2024 rafforza significativamente la posizione delle imprese creditrici nei confronti della Pubblica Amministrazione. Si afferma il principio che la disciplina a tutela contro i ritardi di pagamento è una norma di portata generale che prevale sulle disposizioni specifiche e più datate della contabilità pubblica. Le imprese possono quindi fare legittimo affidamento sulle clausole contrattuali che stabiliscono termini di pagamento e tassi di mora specifici, sapendo che gli interessi moratori PA scatteranno automaticamente in caso di ritardo, senza ulteriori oneri formali.

Per i contratti con la Pubblica Amministrazione stipulati prima del 2013, quali regole si applicano per gli interessi moratori?
Si applica la disciplina del D.Lgs. n. 231/2002, nella sua formulazione originaria. Questa normativa, di derivazione europea, prevale sulle norme speciali della contabilità pubblica e si applica a tutte le transazioni commerciali, incluse quelle con enti pubblici.

È necessaria una lettera di messa in mora per far scattare gli interessi di ritardato pagamento dovuti dalla Pubblica Amministrazione in una transazione commerciale?
No. Secondo l’art. 4 del D.Lgs. 231/2002, gli interessi moratori decorrono automaticamente dal giorno successivo alla scadenza del termine di pagamento, senza necessità di alcuna costituzione in mora formale da parte del creditore.

Le parti possono accordarsi su un tasso di interesse moratorio diverso da quello legale in un contratto d’appalto con un ente pubblico?
Sì. La sentenza conferma che l’art. 5 del D.Lgs. 231/2002 consente alle parti di derogare convenzionalmente al saggio di interesse legale, pattuendo nel contratto una misura diversa e specifica per gli interessi di mora.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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