LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Interessi crediti privilegiati: la regola generale

La Corte di Cassazione chiarisce la disciplina degli interessi su crediti privilegiati nelle procedure concorsuali. Con l’ordinanza in esame, è stato stabilito che, per gli anni successivi a quello della dichiarazione di insolvenza, si applica il tasso di interesse legale generale (art. 1284 c.c.) e non eventuali tassi speciali più elevati previsti da normative di settore. La decisione riafferma il principio della parità di trattamento tra i creditori, interpretando l’espressione ‘misura legale’ dell’art. 2749 c.c. come un rinvio al saggio generale, prevalente sulle disposizioni speciali in un contesto di concorso tra creditori.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Interessi su crediti privilegiati: la Cassazione conferma la regola generale

Quando un’azienda entra in una procedura concorsuale, come l’amministrazione straordinaria, la gestione dei debiti diventa complessa. Una questione cruciale riguarda il calcolo degli interessi su crediti privilegiati, ovvero quei crediti che per legge hanno la precedenza sugli altri. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale: nelle procedure fallimentari, la regola generale del tasso di interesse legale prevale sulle norme speciali che potrebbero prevedere tassi più elevati. Vediamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine dal ricorso di un ente garante che, dopo aver saldato il debito di un’impresa insolvente verso una banca, si è insinuato nel passivo della procedura di amministrazione straordinaria di quest’ultima per recuperare la somma versata. L’ente vantava un credito privilegiato ai sensi di una normativa speciale (d.lvo 123/1998) che prevedeva un tasso di interesse di favore, pari al Tasso Ufficiale di Sconto maggiorato di cinque punti percentuali.

Il Tribunale, in sede di rinvio, aveva riconosciuto questo tasso speciale solo per l’anno in corso alla data della dichiarazione di insolvenza. Per il periodo successivo, fino alla ripartizione dell’attivo, aveva invece applicato il più basso tasso di interesse legale previsto dal Codice Civile (art. 1284 c.c.). L’ente garante ha impugnato questa decisione, sostenendo che la norma speciale dovesse applicarsi per tutta la durata della procedura, data la sua specificità e la finalità pubblica del suo intervento.

La questione degli interessi su crediti privilegiati nel fallimento

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’articolo 2749 del Codice Civile. Questa norma estende il privilegio anche agli interessi, ma con dei limiti precisi: copre gli interessi dovuti per l’anno in corso e quello precedente alla data del pignoramento (equiparato alla dichiarazione di fallimento) al tasso pattuito, mentre per gli interessi successivi la copertura del privilegio è limitata alla ‘misura legale’.

L’ente ricorrente sosteneva che l’espressione ‘misura legale’ dovesse includere anche il tasso speciale previsto dalla sua normativa di riferimento, in quanto anch’esso stabilito ‘per legge’. Il Tribunale e, successivamente, la Corte di Cassazione hanno invece adottato un’interpretazione più restrittiva e sistematica.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando l’orientamento consolidato della giurisprudenza. I giudici hanno spiegato che la disciplina fallimentare ha una natura speciale e mira a tutelare la parità di trattamento tra tutti i creditori (la cosiddetta par condicio creditorum). In questo contesto, il richiamo alla ‘misura legale’ contenuto nell’art. 2749 c.c. (e in norme analoghe per pegni e ipoteche) non può essere inteso come un rinvio a qualsiasi tasso previsto da una legge, ma specificamente al saggio di interesse legale generale definito dall’art. 1284 c.c.

Questa interpretazione ha lo scopo di creare una regola uniforme e generale per tutti i crediti in sede concorsuale, evitando che alcuni creditori privilegiati possano beneficiare di tassi speciali a scapito della massa degli altri creditori. La legge fallimentare, in quanto disciplina organica della crisi d’impresa, prevale sulle normative settoriali che prevedono condizioni di favore in contesti ordinari. Pertanto, una volta aperta la procedura concorsuale, la regola comune del tasso legale si impone per garantire un’equa ripartizione delle risorse disponibili.

le conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale del diritto fallimentare: la prevalenza delle norme generali volte a garantire l’equità tra i creditori rispetto a disposizioni speciali che operano al di fuori del contesto concorsuale. La decisione implica che i titolari di crediti assistiti da privilegio, pur avendo la precedenza sul capitale, non possono pretendere che la loro garanzia si estenda a tassi di interesse speciali per il periodo successivo all’apertura della procedura. Per gli interessi su crediti privilegiati maturati dopo tale momento, la garanzia del privilegio opera solo fino alla concorrenza del tasso legale generale, assicurando così un equilibrio tra la tutela del creditore privilegiato e quella della collettività degli altri creditori.

In una procedura concorsuale, quale tasso di interesse si applica a un credito privilegiato per il periodo successivo alla dichiarazione di insolvenza?
Per il periodo successivo alla dichiarazione di insolvenza, la garanzia del privilegio sugli interessi è limitata alla misura del saggio legale generale previsto dall’art. 1284 del Codice Civile, anche se una legge speciale prevedeva un tasso superiore.

Una legge speciale che stabilisce un tasso di interesse più alto può derogare alla disciplina fallimentare?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la disciplina fallimentare è speciale e prevale sulle normative settoriali. Il suo scopo è garantire la parità di trattamento tra i creditori, pertanto si applica la regola generale del tasso legale per gli interessi maturati durante la procedura.

Cosa si intende per ‘misura legale’ degli interessi ai sensi dell’art. 2749 c.c. nel contesto di un fallimento?
Nel contesto di una procedura concorsuale, l’espressione ‘misura legale’ non si riferisce a qualsiasi tasso stabilito per legge, ma specificamente al saggio di interesse legale generale. Questa interpretazione serve a uniformare il trattamento dei crediti e a non svantaggiare la massa dei creditori.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati