LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Indipendenza attestatore: stop a incarichi pregressi

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’indipendenza dell’attestatore in un concordato preventivo è un requisito inderogabile. Anche una singola prestazione professionale retribuita, svolta per il debitore nei cinque anni precedenti, fa venir meno tale requisito, invalidando la relazione e compromettendo la procedura, indipendentemente dalla natura occasionale dell’incarico.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Indipendenza Attestatore nel Concordato: Anche un Solo Incarico Pregresso è Causa di Incompatibilità

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione, Sezione I Civile, affronta un tema di cruciale importanza nel diritto fallimentare: il requisito dell’indipendenza attestatore. Con una decisione netta, la Suprema Corte stabilisce che qualsiasi prestazione professionale retribuita, svolta per l’impresa debitrice nei cinque anni precedenti, è sufficiente a far venir meno tale requisito, anche se si tratta di un incarico meramente occasionale. Questa pronuncia rafforza le tutele per i creditori, delineando confini invalicabili per garantire la terzietà di chi è chiamato a validare un piano di risanamento.

Il Caso: Un Professionista, un Incarico Pregresso e un Concordato a Rischio

Una società di costruzioni presentava domanda di ammissione al concordato preventivo. Il piano veniva attestato da un professionista che, pochi mesi prima, aveva ricevuto e svolto un incarico dalla stessa società: redigere una perizia giurata per la valutazione di alcuni crediti commerciali da conferire in un’altra azienda del gruppo. Una società di leasing, creditrice dissenziente, si opponeva all’omologazione del concordato, sostenendo proprio la mancanza del requisito di indipendenza dell’attestatore, a causa di questo precedente rapporto professionale.

La Posizione dei Giudici di Merito: La Tesi dell’Incarico Occasionale

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello respingevano l’opposizione. Secondo i giudici di merito, l’incarico precedente non comprometteva l’indipendenza dell’attestatore. Si trattava, a loro avviso, di una prestazione d’opera “una tantum” (una tantum), cioè un’attività singola e occasionale. Tale natura non configurava un rapporto “continuativo” in grado di minare la terzietà del professionista. Questa interpretazione, tuttavia, non ha convinto la Corte di Cassazione.

L’Intervento della Cassazione e la Rigorosa Tutela dell’Indipendenza Attestatore

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della società creditrice, cassando la decisione della Corte d’Appello e enunciando un principio di diritto di fondamentale importanza. I giudici hanno chiarito che la normativa di riferimento (in particolare l’art. 67 della Legge Fallimentare, che richiama l’art. 2399 del codice civile) deve essere interpretata in modo rigoroso e cumulativo.

L’Interpretazione Cumulativa delle Norme sull’Indipendenza

La legge stabilisce due ordini di requisiti per l’indipendenza:
1. Un criterio generale: il professionista non deve essere legato all’impresa da rapporti personali o professionali tali da comprometterne l’indipendenza di giudizio.
2. Una serie di ipotesi specifiche: la legge elenca situazioni che, ex lege (cioè per presunzione assoluta di legge), escludono l’indipendenza.

Tra queste ipotesi specifiche, vi è quella di non aver prestato, negli ultimi cinque anni, attività di lavoro autonomo in favore del debitore. La Corte ha sottolineato che questa previsione non lascia spazio a valutazioni discrezionali da parte del giudice. La semplice esistenza di una prestazione d’opera retribuita nel quinquennio precedente è di per sé ostativa alla nomina.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si fondano su una lettura logica e teleologica della norma. L’obiettivo del legislatore è quello di assicurare la massima trasparenza e affidabilità della relazione di attestazione, che rappresenta un pilastro informativo per i creditori chiamati a votare sul piano. Permettere una valutazione caso per caso sulla natura “occasionale” o “continuativa” di un incarico pregresso introdurrebbe un elemento di incertezza e discrezionalità che la legge ha inteso escludere. La locuzione “in ogni caso”, utilizzata dal legislatore, conferma la natura assoluta della preclusione. Pertanto, che l’incarico fosse una perizia giurata, un parere o qualsiasi altra prestazione d’opera autonoma retribuita, è irrilevante: la sua esistenza nel quinquennio antecedente è sufficiente a integrare la causa di incompatibilità.

Le Conclusioni: un Principio di Diritto a Tutela dei Creditori

La Cassazione ha enunciato il seguente principio di diritto: “il professionista designato dal debitore ai sensi dell’art. 161, 3° co., l.fall. non è in possesso dei requisiti di indipendenza […] allorché, fra l’altro, abbia nei cinque anni antecedenti alla designazione […] svolto per conto dello stesso debitore una prestazione d’opera autonoma“.
Questa decisione ha implicazioni pratiche significative. Le imprese in crisi e i professionisti devono prestare la massima attenzione ai rapporti intercorsi nel quinquennio precedente la designazione. Anche un singolo incarico, per quanto limitato nel tempo e nell’oggetto, può invalidare la procedura di concordato. La sentenza rafforza la figura dell’attestatore come garante terzo e imparziale, a presidio della correttezza della procedura e della piena tutela del ceto creditorio.

Un professionista che ha svolto un solo incarico per un’azienda può redigere l’attestazione per il suo concordato preventivo?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che qualsiasi prestazione d’opera autonoma svolta per conto del debitore nei cinque anni precedenti alla designazione esclude il requisito di indipendenza, anche se si tratta di un incarico singolo e occasionale (una tantum).

Il requisito di indipendenza dell’attestatore può essere valutato discrezionalmente dal giudice?
No, non nelle ipotesi specificamente previste dalla legge. La norma stabilisce una presunzione assoluta (ex lege) di non indipendenza se il professionista ha avuto rapporti d’opera con il debitore nel quinquennio precedente. Questa situazione non ammette una valutazione discrezionale del giudice sulla sua effettiva incidenza sull’imparzialità.

Qual è la conseguenza della mancanza di indipendenza dell’attestatore?
La mancanza di questo requisito fondamentale invalida la relazione di attestazione. Di conseguenza, l’intera procedura di concordato preventivo risulta compromessa e non può procedere verso l’omologazione, come dimostra la decisione in esame che ha cassato il decreto e rinviato il caso alla Corte d’Appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati