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Inammissibilità ricorso Cassazione: la specificità

Una cooperativa immobiliare ricorre in Cassazione contro la decisione che annullava l’assegnazione di un immobile a un terzo, a favore di un socio con priorità. La Suprema Corte dichiara l’inammissibilità ricorso cassazione, evidenziando come i motivi fossero generici e non adeguatamente documentati, ribadendo l’onere di specificità a carico del ricorrente.

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Inammissibilità Ricorso Cassazione: Quando la Mancanza di Specificità è Fatale

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un’importante lezione sull’onere di precisione che grava sulla parte che impugna una sentenza. Il caso in esame, relativo a una complessa vicenda di assegnazione di un immobile da parte di una cooperativa edilizia, si è concluso con una declaratoria di inammissibilità ricorso cassazione proprio a causa della genericità e della mancata autosufficienza dei motivi presentati. Analizziamo insieme i fatti e le ragioni di questa drastica decisione.

I Fatti del Contendere: L’Assegnazione di un Immobile Cooperativo

La vicenda trae origine dalla rinuncia all’assegnazione di un immobile da parte di una socia di una cooperativa edilizia. La socia, in punto di morte, aveva espresso il desiderio che l’appartamento fosse assegnato a una terza persona, come ringraziamento per l’assistenza ricevuta. Il consiglio di amministrazione della cooperativa aveva dato seguito a questa volontà con una delibera.

Tuttavia, il figlio della socia defunta, a sua volta socio della cooperativa, ha impugnato tale delibera, sostenendo di avere un diritto di priorità nell’assegnazione. Il contenzioso, inizialmente portato davanti al tribunale ordinario, è stato poi trasferito in sede arbitrale a causa di una clausola compromissoria presente nello statuto della cooperativa.

Il Percorso Giudiziario: Dall’Arbitrato alla Corte d’Appello

Il collegio arbitrale ha dato ragione al socio, dichiarando la nullità della delibera e ordinando alla cooperativa di assegnargli l’immobile. La cooperativa ha quindi impugnato il lodo arbitrale dinanzi alla Corte d’Appello, la quale ha parzialmente riformato la decisione. Pur confermando l’illegittimità dell’assegnazione al terzo, la Corte ha annullato l’ordine di trasferimento coattivo dell’immobile, ravvisando un vizio legato alla mancanza della documentazione urbanistica e catastale.

Non soddisfatta, la cooperativa ha presentato ricorso per cassazione, basandolo su tre motivi principali.

L’Inammissibilità Ricorso Cassazione e i Motivi della Decisione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso dichiarandolo inammissibile in ogni sua parte. Vediamo perché.

Primo e Secondo Motivo: La Questione della Riassunzione Tardiva

I primi due motivi del ricorso della cooperativa lamentavano presunti vizi procedurali legati alla riassunzione del giudizio in sede arbitrale. In particolare, si sosteneva che la riassunzione fosse avvenuta tardivamente e dinanzi a un organo arbitrale non corretto.

La Cassazione ha ritenuto questi motivi inammissibili perché la cooperativa non ha dimostrato di aver sollevato tempestivamente tali eccezioni nel giudizio arbitrale, né ha trascritto nel ricorso le parti pertinenti dei propri atti difensivi. La Corte ha ricordato che, per denunciare un error in procedendo, il ricorrente ha l’onere di essere estremamente specifico, riportando testualmente gli atti processuali rilevanti per permettere alla Corte di valutare la fondatezza della censura senza dover ricercare autonomamente gli atti nei fascicoli.

Terzo Motivo: Il Difetto di Specificità Fatale

Anche il terzo motivo, che contestava nel merito la decisione del lodo arbitrale, è stato giudicato inammissibile per difetto di specificità. La cooperativa si è limitata a riportare la tesi sostenuta nell’atto di impugnazione davanti alla Corte d’Appello, ma ha omesso di trascrivere il motivo specifico con cui aveva sollevato la questione. Questa omissione ha reso impossibile per la Suprema Corte verificare il contenuto esatto della censura e, di conseguenza, la sua fondatezza.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione, nel motivare la sua decisione, ha ribadito un principio fondamentale del processo civile: il ricorso per cassazione deve essere ‘autosufficiente’. Ciò significa che deve contenere tutti gli elementi necessari per consentire al giudice di legittimità di comprendere la questione senza dover consultare altri atti o documenti. Quando si lamenta un errore procedurale o si contesta una statuizione di inammissibilità per difetto di specificità di un motivo d’appello, non basta rinviare genericamente ai propri scritti precedenti. È indispensabile trascrivere nel ricorso le parti salienti e pertinenti, mettendo la Corte nelle condizioni di effettuare il proprio controllo. La mancanza di questa specificità conduce inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità del ricorso cassazione.

Le Conclusioni: L’Onere di Precisione nel Ricorso per Cassazione

Questa ordinanza è un monito per tutti gli operatori del diritto. La preparazione di un ricorso per cassazione richiede una cura meticolosa e una precisione assoluta. Ogni censura deve essere formulata in modo chiaro, completo e autosufficiente. Omettere di trascrivere passaggi cruciali degli atti dei precedenti gradi di giudizio o formulare motivi in modo generico equivale a presentare un’arma spuntata, destinata a essere respinta prima ancora di poter essere esaminata nel merito. La decisione sottolinea come il rispetto delle regole procedurali non sia un mero formalismo, ma una garanzia essenziale per il corretto funzionamento della giustizia di legittimità.

Cosa succede se un giudizio non viene riassunto nei termini previsti dopo una dichiarazione di incompetenza?
La mancata riassunzione del giudizio nel termine prescritto dall’art. 50 c.p.c. non comporta l’invalidità della domanda, ma provoca l’estinzione del giudizio. Questo impedisce la conservazione degli effetti sostanziali e processuali della domanda originaria, come l’interruzione della prescrizione.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i motivi relativi alla riassunzione del giudizio arbitrale?
La Corte li ha dichiarati inammissibili perché la società ricorrente non ha dimostrato di aver sollevato le relative eccezioni precedentemente dinanzi agli arbitri. Inoltre, nel ricorso per cassazione, non ha trascritto testualmente le parti salienti dei propri atti difensivi precedenti, rendendo impossibile per la Corte verificare la fondatezza delle censure procedurali.

Qual è l’onere del ricorrente quando contesta una sentenza per difetto di specificità?
Quando un ricorrente contesta una decisione di inammissibilità per difetto di specificità di un motivo d’appello, ha l’onere di precisare nel ricorso per cassazione le ragioni per cui ritiene erronea tale statuizione. Deve inoltre trascrivere il contenuto del motivo di gravame originale nella misura necessaria a dimostrarne la pretesa specificità, senza potersi limitare a un semplice rinvio all’atto di appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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