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Inadempimento parziale: no decadenza se manca merce

Una società acquirente lamentava un inadempimento parziale per aver ricevuto una quantità di semilavorati metallici inferiore a quella fatturata, calcolata a peso. La Cassazione ha stabilito che non si tratta di un vizio di qualità, ma di un inadempimento parziale. Pertanto, l’azione per recuperare il prezzo pagato in eccesso non è soggetta ai brevi termini di decadenza e prescrizione previsti per la denuncia dei vizi (art. 1495 c.c.).

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Inadempimento parziale: quando la consegna di meno merce non è un vizio

La recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale nei contratti di compravendita: la differenza tra vizio della merce e inadempimento parziale. Se un fornitore consegna una quantità di prodotto inferiore a quella pattuita e pagata, il compratore non è tenuto a rispettare i brevi termini di decadenza previsti per la denuncia dei vizi. Vediamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti di Causa: una fornitura “leggera”

Una società operante nel settore metalmeccanico acquistava periodicamente da un fornitore delle lastre di metallo semilavorato. Il prezzo era concordato a peso (es. euro al chilogrammo). Dopo aver pagato fatture per un totale di oltre 82.000 euro, la società acquirente, al termine del processo di trasformazione dei semilavorati in prodotti finiti, si accorgeva di una anomalia: il peso del prodotto finito era inferiore a quello del materiale acquistato, senza che vi fossero rimanenze in magazzino.

La conclusione era una sola: la quantità di metallo consegnata era stata inferiore a quella fatturata. La società acquirente agiva quindi per ottenere la restituzione della somma pagata in eccesso. La società venditrice si opponeva, sostenendo che si trattasse di un vizio di qualità e che l’acquirente fosse decaduto dal diritto di contestazione per non aver denunciato il difetto entro gli 8 giorni previsti dalla legge (art. 1495 c.c.).

L’iter giudiziario e l’inadempimento parziale

Mentre il Tribunale di primo grado dava ragione all’acquirente, qualificando il fatto come inadempimento parziale, la Corte d’Appello ribaltava la decisione. Secondo i giudici di secondo grado, trattandosi di una vendita a peso, la differenza quantitativa si configurava come un vizio, e dunque l’azione era soggetta ai termini di decadenza.
La questione è quindi giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della società acquirente, cassando la sentenza d’appello. I giudici hanno chiarito in modo definitivo la distinzione tra le due fattispecie. Un “vizio redibitorio” è un difetto funzionale o strutturale della cosa, che ne compromette l’uso o il valore (es. metallo di qualità inferiore, con impurità). L’inadempimento parziale, invece, si verifica quando il venditore consegna una cosa diversa o, come in questo caso, una quantità inferiore a quella pattuita.

La Corte ha specificato che, sebbene in una vendita “di genere” (come quella di metallo, definita per peso, numero o misura) un difetto di peso del singolo pezzo possa essere un vizio, la situazione cambia radicalmente quando a mancare è una parte della quantità totale pattuita. In questo caso, il venditore non ha adempiuto completamente alla sua obbligazione di consegna. L’azione dell’acquirente non era una actio quanti minoris (riduzione del prezzo per vizi), ma un’azione di ripetizione dell’indebito, volta a recuperare quanto pagato per merce mai ricevuta. Questa azione non è soggetta ai brevi termini di decadenza e prescrizione dell’art. 1495 c.c.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza la tutela del compratore in caso di consegne incomplete. Stabilisce un principio chiaro: la consegna di una quantità di merce inferiore a quella contrattualizzata e pagata costituisce un inadempimento parziale e non un vizio qualitativo. Di conseguenza, l’acquirente che agisce per recuperare il prezzo pagato in eccesso non deve temere di incorrere nei brevissimi termini di decadenza previsti per la denuncia dei vizi. Si tratta di una tutela fondamentale per le imprese che acquistano materie prime e semilavorati, dove le verifiche quantitative possono richiedere tempo e avvenire solo a valle del ciclo produttivo.

Se ricevo meno merce di quella che ho pagato, si tratta di un vizio o di un inadempimento parziale?
Secondo la Corte di Cassazione, si tratta di un inadempimento parziale. Il vizio riguarda le caratteristiche qualitative, funzionali o strutturali del bene, mentre la consegna di una quantità inferiore a quella pattuita riguarda l’esattezza della prestazione del venditore.

L’azione per recuperare il prezzo pagato per merce mai consegnata è soggetta ai brevi termini di decadenza dell’art. 1495 c.c.?
No. La Corte ha chiarito che l’azione per recuperare il prezzo pagato in eccedenza a causa di un inadempimento parziale quantitativo non è l’azione di garanzia per vizi. Pertanto, non si applicano i termini di decadenza (8 giorni dalla scoperta) e prescrizione (1 anno dalla consegna) previsti dall’art. 1495 del codice civile.

Qual è la differenza tra un difetto quantitativo che è un vizio e uno che è inadempimento?
Un difetto quantitativo (es. peso o misura) di un singolo bene specifico (corpus certum) può essere considerato un vizio di qualità se le parti avevano pattuito quelle specifiche caratteristiche per ogni unità. Invece, quando manca una parte della quantità totale di una fornitura di genere (vendita a peso, a misura, etc.), si ha un inadempimento parziale perché il venditore non ha consegnato tutto ciò che era obbligato a consegnare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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