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Inadempimento locatrice: non si può sospendere il canone

La Corte di Cassazione ha stabilito l’inammissibilità del ricorso di un conduttore che aveva sospeso il pagamento del canone per la mancanza del certificato di agibilità dell’immobile. Poiché il conduttore ha continuato a utilizzare il bene per lo scopo pattuito (laboratorio di analisi), la sua sospensione del pagamento è stata considerata un grave inadempimento e contraria a buona fede, legittimando la risoluzione del contratto a suo sfavore. La Corte ha sottolineato la necessità di valutare comparativamente la gravità dei rispettivi inadempimenti.

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Inadempimento Locatrice: Sospendere il Canone Non è Sempre Possibile

Nel contesto dei contratti di locazione, una delle questioni più dibattute riguarda il diritto del conduttore di sospendere il pagamento del canone a fronte di vizi dell’immobile. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta proprio un caso di inadempimento locatrice, chiarendo i limiti di tale autotutela. La decisione sottolinea come la sospensione del canone non sia legittima se il conduttore, nonostante il difetto, continua a godere del bene per l’uso pattuito. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da un contratto di locazione per uso diverso da quello abitativo, stipulato per adibire un immobile a laboratorio di analisi. Il conduttore, dopo aver corrisposto regolarmente il canone per diciannove mesi, ne sospendeva il pagamento. La ragione addotta era la scoperta che l’immobile era privo del certificato di agibilità, documento che la locatrice, nonostante le richieste, non si era adoperata per ottenere.

Di conseguenza, la locatrice intimava lo sfratto per morosità e chiedeva il pagamento dei canoni insoluti. Il conduttore si opponeva, sostenendo a sua volta l’inadempimento della locatrice, che non gli garantiva il pieno godimento del bene. Chiedeva quindi in via riconvenzionale la risoluzione del contratto per colpa della locatrice, la restituzione dei canoni già versati e il risarcimento dei danni.

La Valutazione dell’Inadempimento Locatrice nei Giudizi di Merito

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello davano ragione alla locatrice. In particolare, i giudici di secondo grado, pur riconoscendo che la proprietaria era venuta meno al suo obbligo di collaborazione per ottenere l’agibilità, hanno ritenuto illegittima la sospensione del pagamento del canone. La motivazione centrale risiedeva nel fatto che il conduttore aveva continuato a fruire dell’immobile, che risultava “fornito di tutti gli arredi e le attrezzature confacenti ad un laboratorio di analisi chimico-cliniche in esercizio”.

Secondo la Corte territoriale, la totale sospensione del pagamento era una reazione sproporzionata e contraria a buona fede rispetto al parziale inadempimento della controparte. Di conseguenza, il grave inadempimento era da attribuirsi al conduttore, giustificando la risoluzione del contratto a suo sfavore.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Il conduttore impugnava la decisione della Corte d’Appello basandosi su tre motivi principali:
1. Travisamento della prova: Sosteneva che i giudici avessero erroneamente dedotto l’effettivo esercizio dell’attività di laboratorio dalla sola presenza di attrezzature, circostanza che egli riteneva impossibile e illecita in assenza di agibilità e autorizzazioni sanitarie.
2. Violazione degli artt. 1571 e 1460 c.c.: Affermava che anche un ridotto godimento dell’immobile potesse legittimare la sospensione del pagamento del canone, invocando il principio inadimplenti non est adimplendum.
3. Violazione dell’art. 112 c.p.c.: Contestava alla Corte di aver valutato il protrarsi della sua morosità anche durante il giudizio, senza una specifica richiesta in tal senso da parte della locatrice.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato inammissibili tutti i motivi del ricorso.
In primo luogo, ha chiarito che il presunto travisamento della prova era in realtà una critica al ragionamento presuntivo del giudice, che andava contestata con altri mezzi e in modo più specifico, ad esempio dimostrando la violazione dei criteri di gravità, precisione e concordanza degli indizi (art. 2729 c.c.).

Per quanto riguarda il secondo e terzo motivo, la Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: nei contratti a prestazioni corrispettive, in caso di inadempienze reciproche, il giudice deve procedere a una valutazione comparativa dei comportamenti. Deve stabilire quale delle due condotte sia stata più grave e abbia inciso in modo determinante sull’equilibrio del contratto.

Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva correttamente operato questa valutazione, concludendo che l’inadempimento del conduttore (il mancato pagamento totale del canone) era prevalente rispetto a quello della locatrice (la mancata fornitura del certificato), dato che l’immobile era stato comunque utilizzato per lo scopo previsto. La sospensione totale del canone è stata quindi ritenuta un’azione contraria al principio di buona fede e non proporzionata alla mancanza subita.

Conclusioni

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione pratica per conduttori e locatori. Un conduttore non può sospendere unilateralmente e integralmente il pagamento del canone di locazione a fronte di vizi dell’immobile, anche se documentali come la mancanza del certificato di agibilità, se continua a godere e utilizzare il bene in modo sostanzialmente pieno. L’autotutela prevista dall’art. 1460 c.c. deve essere sempre proporzionata alla gravità dell’inadempimento della controparte e conforme al principio di buona fede. Una reazione sproporzionata, come la totale sospensione del canone a fronte di un godimento effettivo, si configura come un grave inadempimento da parte del conduttore, con il rischio di subire la risoluzione del contratto e la condanna al pagamento di tutti i canoni arretrati.

La mancanza del certificato di agibilità giustifica sempre la sospensione del pagamento del canone di locazione?
No. Secondo la Corte, se il conduttore continua a godere e utilizzare l’immobile per l’uso pattuito, la mancanza del certificato di agibilità non giustifica di per sé la sospensione totale del canone, in quanto tale comportamento sarebbe contrario a buona fede e sproporzionato.

Come viene valutato l’inadempimento reciproco tra locatore e conduttore?
In caso di inadempienze reciproche, il giudice deve effettuare una valutazione comparativa del comportamento di entrambe le parti per stabilire quale inadempimento sia più grave e abbia causato l’alterazione dell’equilibrio contrattuale. La risoluzione del contratto viene addebitata alla parte il cui inadempimento è ritenuto prevalente.

Il fatto che un immobile sia arredato per un certo uso è sufficiente a provare il suo effettivo utilizzo?
Nel caso specifico, la Corte d’Appello ha presunto l’utilizzo dell’immobile dalla presenza di tutti gli arredi e le attrezzature necessarie. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il motivo di ricorso che contestava questa presunzione, non entrando nel merito della sua correttezza, ma evidenziando che il ricorrente aveva utilizzato uno strumento processuale non adeguato per la contestazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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