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Inadempimento locatore: onere della prova del conduttore

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 10807/2025, ha rigettato il ricorso di una società conduttrice che lamentava un grave inadempimento del locatore per la presunta abusività di una parte dell’immobile commerciale locato. La Corte ha stabilito che grava sul conduttore, che agisce per la risoluzione del contratto, l’onere di provare non solo l’esistenza dell’irregolarità edilizia, ma anche e soprattutto il concreto e specifico pregiudizio che tale irregolarità ha causato al godimento del bene, impedendo l’esercizio della sua attività. In assenza di una specifica pattuizione contrattuale, il locatore non è tenuto a garantire l’ottenimento delle autorizzazioni amministrative necessarie per l’attività specifica del conduttore.

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Locazione Commerciale: Chi Prova l’Inadempimento del Locatore per Abusi Edilizi?

Nell’ambito dei contratti di locazione ad uso commerciale, una delle questioni più delicate riguarda la conformità edilizia e urbanistica dell’immobile. Cosa succede se il conduttore scopre che una parte dei locali è abusiva? Può chiedere la risoluzione del contratto per inadempimento del locatore? Con la recente ordinanza n. 10807 del 24 aprile 2025, la Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali su come ripartire l’onere della prova in queste complesse situazioni, ponendo l’accento sulla necessità per il conduttore di dimostrare un pregiudizio concreto.

I Fatti del Caso: Locazione Commerciale e Presunti Vizi Edilizi

La vicenda trae origine da un contratto di locazione per un immobile da adibire ad attività commerciale. La società conduttrice, dopo aver iniziato i lavori di ristrutturazione, sospendeva il pagamento dei canoni e citava in giudizio il proprietario. La società chiedeva la risoluzione del contratto per grave inadempimento del locatore, sostenendo che una parte dell’immobile (un piano seminterrato) fosse urbanisticamente abusiva e, di conseguenza, inidonea all’uso pattuito.

Il Tribunale prima, e la Corte d’Appello poi, davano ragione al locatore, risolvendo il contratto per inadempimento della conduttrice (mancato pagamento dei canoni) e rigettando le sue domande. Secondo i giudici di merito, la società non aveva fornito prova sufficiente né dell’effettiva abusività del locale né, soprattutto, del fatto che tale presunta irregolarità le avesse concretamente impedito di svolgere la sua attività.

La Decisione della Corte di Cassazione sull’Inadempimento del Locatore

Investita della questione, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della società, confermando la linea dei giudici di merito. Il punto centrale della decisione ruota attorno al principio dell’onere della prova, disciplinato dall’art. 2697 del codice civile.

Onere della Prova: Chi Deve Dimostrare l’Inidoneità dell’Immobile?

La Corte ha ribadito un principio consolidato: spetta al conduttore che lamenta l’inadempimento del locatore dimostrare i fatti posti a fondamento della sua pretesa. Non è sufficiente allegare la mera esistenza di un’irregolarità edilizia. Il conduttore deve provare due elementi fondamentali:

1. L’esistenza dell’abuso: Deve dimostrare con prove concrete che l’immobile o una sua parte presenta vizi o difformità rispetto ai titoli abilitativi edilizi.
2. Il pregiudizio concreto: Questo è l’aspetto più rilevante. Il conduttore deve provare che tale abuso ha inciso in modo diretto e significativo sul godimento del bene, rendendolo inidoneo, in tutto o in parte, all’uso pattuito. In altre parole, deve dimostrare che, a causa di quell’irregolarità, non ha potuto ottenere le licenze necessarie o svolgere la propria attività commerciale.

Senza la prova di un nesso causale tra l’abuso e l’impossibilità di utilizzare l’immobile, la domanda di risoluzione non può essere accolta. La sola circostanza che l’immobile sia abusivo non costituisce, di per sé, un pregiudizio in re ipsa (cioè implicito nella cosa stessa) per il conduttore.

Obblighi del Locatore e del Conduttore

L’ordinanza ha anche l’occasione per riaffermare la distinzione degli obblighi tra le parti:

* Obblighi del Locatore: Il locatore è tenuto a garantire che il bene sia in regola sul piano edilizio generale, ovvero che sia stato edificato sulla base di un idoneo titolo abilitativo. Deve consegnare un bene che non presenti vizi strutturali tali da impedirne il godimento.
* Obblighi del Conduttore: Grava sul conduttore l’onere di verificare che le caratteristiche specifiche dell’immobile siano adeguate all’attività che intende svolgervi. Salvo patto contrario esplicitato nel contratto, è sempre il conduttore a doversi attivare per ottenere le necessarie autorizzazioni amministrative (es. licenze commerciali, agibilità specifica, etc.).

Le Motivazioni della Sentenza

La Suprema Corte ha dichiarato inammissibili la maggior parte dei motivi di ricorso presentati dalla società conduttrice per ragioni procedurali. In particolare, ha rilevato che la ricorrente si era limitata a criticare singoli passaggi della sentenza d’appello senza confrontarsi con l’intera ratio decidendi, cioè con il complesso dell’argomentazione giuridica che sorreggeva la decisione. La Corte ha sottolineato come il ricorso per cassazione non possa trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito della controversia, dove ridiscutere la valutazione delle prove operata dai giudici precedenti. La motivazione della Corte d’Appello, secondo gli Ermellini, era logica e coerente nell’affermare che, in base ai principi generali, l’onere di assicurarsi l’idoneità del locale per la specifica attività commerciale e di ottenere i relativi permessi ricadeva sul conduttore, in assenza di un’esplicita assunzione di tale obbligo da parte del locatore nel contratto.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Locatori e Conduttori

Questa ordinanza offre importanti spunti pratici. Per i conduttori di immobili commerciali, emerge la necessità di una scrupolosa due diligence prima della stipula del contratto. È fondamentale verificare non solo lo stato di fatto dell’immobile, ma anche la sua conformità urbanistica e la potenziale ottenibilità di tutte le licenze necessarie per la propria attività. È consigliabile inserire nel contratto clausole specifiche che obblighino il locatore a garantire tali aspetti, se ritenuti essenziali. Per i locatori, la decisione conferma che la loro responsabilità non si estende automaticamente a garantire il successo dell’iter amministrativo del conduttore. Tuttavia, è sempre opportuno garantire la regolarità edilizia di base dell’immobile per evitare future contestazioni. In definitiva, la pronuncia rafforza il principio secondo cui, per denunciare un inadempimento del locatore, non basta un’irregolarità formale, ma serve la prova di un danno reale e tangibile.

In un contratto di locazione commerciale, su chi ricade l’onere di provare che un abuso edilizio rende l’immobile inidoneo all’uso?
Secondo la Corte di Cassazione, l’onere della prova ricade interamente sul conduttore. Egli deve dimostrare non solo l’esistenza dell’irregolarità edilizia, ma soprattutto il pregiudizio concreto che questa ha causato al godimento del bene e allo svolgimento della sua specifica attività commerciale.

Il locatore è sempre responsabile se il conduttore non ottiene le autorizzazioni amministrative per la propria attività?
No. In linea di principio, grava sul conduttore l’onere di verificare l’idoneità del bene per l’uso specifico e di ottenere le relative autorizzazioni. Il locatore diventa responsabile solo se tale obbligo è stato specificamente pattuito nel contratto di locazione.

La semplice presenza di un’irregolarità urbanistica in un immobile locato costituisce automaticamente un grave inadempimento del locatore?
No. La Corte ha chiarito che il carattere abusivo dell’immobile non costituisce, di per sé, un inadempimento del locatore né un pregiudizio automatico per il conduttore. È necessario che l’irregolarità abbia inciso concretamente sulla sfera di godimento del conduttore, causando una limitazione o un impedimento effettivo, e spetta a quest’ultimo fornire la prova di tale pregiudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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