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Impugnazione estratto di ruolo: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2210/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società contro un estratto di ruolo. Applicando la nuova normativa (art. 12, co. 4-bis, D.P.R. 602/73), la Corte ha stabilito che l’impugnazione dell’estratto di ruolo non è generalmente consentita, in quanto documento informativo. L’azione legale diretta è permessa solo in casi eccezionali di specifico pregiudizio, non dimostrati nel caso di specie, rendendo necessario attendere un atto esecutivo concreto.

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Impugnazione estratto di ruolo: Quando è possibile agire?

L’impugnazione estratto di ruolo rappresenta una delle questioni più dibattute nel contenzioso tributario e previdenziale. Un contribuente che scopre di avere debiti tramite questo documento può agire immediatamente o deve attendere un atto successivo? Con l’ordinanza n. 2210/2024, la Corte di Cassazione torna sul tema, applicando la recente riforma legislativa che ha notevolmente limitato le possibilità di azione diretta, chiarendo i confini dell’interesse ad agire del contribuente.

I Fatti del Caso

Una società veniva a conoscenza, tramite la consultazione di un estratto di ruolo, dell’esistenza di diversi avvisi di addebito e cartelle di pagamento a suo carico, oltre che di un’ipoteca legale iscritta su un proprio immobile. Ritenendo illegittime tali pretese e le relative procedure di notifica, la società avviava un’azione legale per farne accertare l’inesistenza. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello respingevano la domanda, dichiarandola inammissibile per carenza di interesse ad agire, poiché l’estratto di ruolo è un semplice documento informativo e non un atto esecutivo. La società decideva quindi di ricorrere alla Corte di Cassazione.

La Nuova Normativa sull’Impugnazione Estratto di Ruolo

Il cuore della decisione ruota attorno all’art. 3-bis del D.L. n. 146/2021, che ha introdotto il comma 4-bis all’art. 12 del D.P.R. n. 602/73. Questa norma ha stabilito un principio generale: “L’estratto di ruolo non è impugnabile”.

La legge prevede, tuttavia, delle eccezioni. Il contribuente può impugnare direttamente il ruolo e la cartella di pagamento che assume non notificata solo se dimostra che dall’iscrizione a ruolo può derivargli un pregiudizio concreto e attuale per:
1. La partecipazione a una procedura di appalto pubblico.
2. La riscossione di somme dovute da soggetti pubblici.
3. La perdita di un beneficio nei rapporti con la pubblica amministrazione.

Al di fuori di queste specifiche ipotesi, il contribuente deve attendere la notifica di un atto esecutivo successivo (come un’intimazione di pagamento o un pignoramento) per poter far valere le proprie ragioni.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, dichiarandolo inammissibile. La Corte ha innanzitutto affermato che la nuova normativa, essendo una norma processuale, si applica anche ai giudizi in corso (jus superveniens). La sua funzione è quella di definire l’interesse ad agire, una condizione dell’azione che deve sussistere fino al momento della decisione.

Nel merito, i giudici hanno ribadito che l’estratto di ruolo non è un atto impositivo né un atto della riscossione, ma un mero elaborato informatico che riassume la posizione debitoria del contribuente. Come tale, non produce di per sé alcun effetto pregiudizievole e non può essere oggetto di autonoma impugnazione. La società ricorrente non aveva fornito alcuna prova di trovarsi in una delle situazioni eccezionali previste dalla legge che avrebbero giustificato un’azione immediata. Di conseguenza, la sua azione era priva dell’indispensabile requisito dell’interesse ad agire.

Conclusioni

La decisione della Cassazione consolida l’orientamento restrittivo introdotto dal legislatore nel 2021. Per i contribuenti e i professionisti, le implicazioni pratiche sono chiare: non è più possibile utilizzare la scoperta di un debito tramite l’estratto di ruolo come occasione per avviare un contenzioso preventivo. Salvo i casi specifici e documentati di pregiudizio nei rapporti con la Pubblica Amministrazione, la strategia difensiva deve attendere la notifica del primo atto esecutivo formale. Questa pronuncia sottolinea l’importanza di una valutazione attenta dell’interesse ad agire prima di intraprendere qualsiasi azione legale in materia di riscossione.

È possibile impugnare un estratto di ruolo?
No, in linea generale l’estratto di ruolo non è impugnabile. Secondo la normativa vigente (art. 12, comma 4-bis, D.P.R. 602/73), esso è considerato un mero documento informativo e non un atto autonomamente contestabile.

La nuova legge che limita l’impugnazione dell’estratto di ruolo si applica anche ai processi già in corso?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che la nuova disciplina ha natura processuale, incide sulla condizione dell’azione dell’interesse ad agire e, pertanto, si applica anche ai giudizi pendenti al momento della sua entrata in vigore.

In quali casi eccezionali è consentita l’impugnazione diretta del ruolo o della cartella non notificata?
L’impugnazione è consentita solo se il debitore dimostra che l’iscrizione a ruolo gli causa un pregiudizio specifico, come l’impossibilità di partecipare a gare d’appalto, di riscuotere crediti da enti pubblici, o la perdita di benefici nei rapporti con la pubblica amministrazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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