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Improcedibilità ricorso Cassazione: la guida completa

La Corte di Cassazione dichiara l’improcedibilità di un ricorso in una complessa disputa ereditaria. La causa dell’improcedibilità del ricorso in Cassazione è un vizio procedurale fatale: il mancato deposito della copia notificata della sentenza impugnata entro i termini di legge. La decisione sottolinea l’importanza inderogabile degli adempimenti formali, che non possono essere sanati neanche dalla mancata obiezione della controparte.

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Improcedibilità Ricorso Cassazione: Quando un Errore Formale Costa la Causa

L’esito di una causa non dipende solo dalla bontà delle proprie ragioni, ma anche dal rigoroso rispetto delle regole processuali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come un vizio formale possa portare a una declaratoria di improcedibilità del ricorso in Cassazione, vanificando ogni sforzo precedente. Questo caso, nato da una disputa familiare su presunte vendite immobiliari simulate, si è concluso non con una decisione sul merito della questione, ma con una pronuncia che ha fermato il processo per un mancato adempimento: il deposito della sentenza notificata.

I Fatti di Causa: una Disputa Ereditaria

La vicenda trae origine da un’azione legale intentata dalla seconda moglie e dai figli di un uomo defunto contro il fratello di quest’ultimo e sua moglie. Gli attori sostenevano che diversi acquisti immobiliari, formalmente intestati ai convenuti, fossero in realtà simulati e che il vero acquirente fosse il loro parente deceduto.

Il Tribunale di primo grado aveva dato parzialmente ragione agli attori, dichiarando la simulazione di numerosi atti di compravendita e condannando i convenuti al rilascio degli immobili. La decisione veniva confermata in secondo grado dalla Corte d’Appello, che rigettava l’impugnazione dei convenuti.

La Decisione della Corte: Ricorso Improcedibile

Giunti al terzo grado di giudizio, i soccombenti proponevano ricorso davanti alla Corte di Cassazione. Tuttavia, la Suprema Corte non è mai entrata nel merito della contesa sulla simulazione. Ha invece rilevato d’ufficio un vizio procedurale insuperabile che ha portato a dichiarare l’improcedibilità del ricorso in Cassazione.

I ricorrenti, pur avendo notificato il ricorso, avevano omesso di depositare, entro il termine perentorio di venti giorni, la copia notificata della sentenza della Corte d’Appello che intendevano impugnare. Questo adempimento è richiesto a pena di improcedibilità dall’articolo 369 del codice di procedura civile.

Le Motivazioni: Il Rigore Formale e l’Improcedibilità del Ricorso in Cassazione

La Corte ha spiegato in modo dettagliato le ragioni della sua decisione, basandosi su un consolidato orientamento giurisprudenziale. Il deposito della copia autentica della sentenza impugnata, con la relazione di notificazione, è un requisito essenziale per verificare due aspetti cruciali:

1. La tempestività del ricorso: La notifica della sentenza fa decorrere il cosiddetto ‘termine breve’ di 60 giorni per impugnare. Senza la prova della data di notifica, la Corte non può verificare se questo termine sia stato rispettato.
2. La procedibilità dell’azione: L’adempimento è un presupposto processuale che non ammette deroghe.

I giudici hanno chiarito che questo vizio non può essere sanato. Nemmeno il fatto che la controparte non abbia sollevato l’eccezione nel suo controricorso può salvare il ricorso. La Corte ha il potere e il dovere di rilevare d’ufficio tale mancanza. Citando le Sezioni Unite, la Cassazione ha ribadito che l’unico modo per rimediare al difetto è il deposito della relazione di notificazione entro il termine di venti giorni, cosa che non è avvenuta nel caso di specie.

Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato improcedibile, con condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese legali in favore delle controparti. È stata inoltre respinta la domanda di risarcimento danni avanzata da queste ultime.

Conclusioni: Lezioni Pratiche per i Ricorrenti

Questa ordinanza è un monito fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Evidenzia come la massima attenzione agli adempimenti formali sia tanto importante quanto la solidità delle argomentazioni di merito. La mancata osservanza di un termine perentorio, come quello per il deposito degli atti, può determinare la fine del percorso giudiziario. La decisione conferma che nel processo di legittimità il rigore formale è un principio cardine, la cui violazione comporta conseguenze irreversibili, come l’improcedibilità del ricorso in Cassazione.

Perché il ricorso è stato dichiarato improcedibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato improcedibile perché i ricorrenti non hanno depositato, entro il termine perentorio di venti giorni dalla notifica del ricorso, la copia notificata della sentenza impugnata, come prescritto dall’art. 369, comma 2, n. 2 del codice di procedura civile.

La mancata contestazione da parte dei controricorrenti può sanare il vizio procedurale?
No. La Corte ha specificato che l’improcedibilità per mancato deposito è un vizio rilevabile d’ufficio dal giudice e non è sanato dalla mancata contestazione della controparte. Si tratta di un presupposto processuale inderogabile.

Quali sono state le conseguenze economiche per i ricorrenti a seguito della declaratoria di improcedibilità?
I ricorrenti sono stati condannati in solido al pagamento delle spese del giudizio di legittimità in favore dei controricorrenti. Inoltre, la Corte ha dato atto della sussistenza dei presupposti per il versamento, da parte loro, di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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