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Improcedibilità del ricorso: l’onere del deposito

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’improcedibilità del ricorso di un istituto di credito a causa del mancato deposito della copia della sentenza impugnata munita della relata di notifica. La Corte ha sottolineato che la dichiarazione, contenuta nel ricorso stesso, di aver ricevuto la notifica, fa scattare l’onere per il ricorrente di produrre tale documentazione, pena l’inammissibilità dell’impugnazione, senza possibilità di sanatoria successiva.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Improcedibilità del Ricorso in Cassazione: Il Deposito della Sentenza Notificata è un Onere Insanabile

Nel complesso mondo della procedura civile, il rispetto dei termini e degli adempimenti formali non è un mero esercizio di stile, ma un requisito fondamentale per la tutela dei propri diritti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce questo principio, chiarendo le gravi conseguenze derivanti dal mancato deposito della sentenza notificata. La decisione sottolinea come tale omissione conduca inevitabilmente alla declaratoria di improcedibilità del ricorso, un esito che vanifica le ragioni di merito della parte impugnante.

Il Contesto del Caso: Dall’Esecuzione al Ricorso

La vicenda trae origine da una procedura di espropriazione forzata immobiliare avviata da un istituto di credito sulla base di un decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo. Nelle more del procedimento esecutivo, tuttavia, il decreto ingiuntivo veniva revocato a seguito dell’opposizione della debitrice. Di conseguenza, il giudice dell’esecuzione dichiarava l’estinzione della procedura.

L’istituto di credito impugnava tale decisione, ma sia il reclamo dinanzi al Tribunale in composizione collegiale sia il successivo appello venivano respinti. Giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, la banca si è trovata di fronte a un ostacolo puramente procedurale, ma insormontabile.

L’Onere del Deposito e l’Improcedibilità del Ricorso

Il fulcro della questione non risiede nel merito della controversia, ma in un adempimento previsto dall’art. 369 del codice di procedura civile. La norma impone al ricorrente di depositare, a pena di improcedibilità, una copia autentica della sentenza impugnata con la relazione di notificazione, qualora questa sia avvenuta.

Nel caso di specie, la stessa banca ricorrente aveva dichiarato nel proprio atto di impugnazione che la sentenza della Corte d’Appello le era stata notificata in una data specifica. Tale dichiarazione, manifestazione di autoresponsabilità processuale, ha fatto sorgere in capo alla stessa l’onere ineludibile di depositare la sentenza corredata dalla prova di tale notifica (la cosiddetta ‘relata’).

Nonostante ciò, la banca ha depositato una copia della sentenza priva di tale attestazione, e la controparte non ha provveduto a colmare tale lacuna. Questa omissione, secondo la Corte, non è sanabile.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso improcedibile con una motivazione netta e rigorosa. I giudici hanno chiarito che, una volta che il ricorrente attesta l’avvenuta notifica della sentenza, scatta il termine breve di 60 giorni per l’impugnazione e, con esso, l’obbligo di depositare la prova documentale di tale notifica.

La Corte ha specificato che questa mancanza non può essere sanata tardivamente, ai sensi dell’art. 372 c.p.c., poiché si tratta di un requisito di procedibilità da adempiere entro un termine perentorio. Inoltre, i giudici hanno escluso la possibilità di applicare un principio giurisprudenziale alternativo (che considera procedibile il ricorso se notificato entro 60 giorni dalla pubblicazione della sentenza), poiché nel caso specifico anche questo termine più ampio era stato superato. La notifica del ricorso era avvenuta il 29 aprile 2022, a fronte di una sentenza pubblicata il 16 febbraio 2022, quindi oltre il sessantesimo giorno.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un importante monito per tutti gli operatori del diritto. La gestione di un ricorso per cassazione richiede la massima attenzione agli aspetti formali e procedurali. La dichiarazione di un fatto processuale, come l’avvenuta notifica, vincola la parte che la compie e ne determina oneri specifici. L’omissione, anche se apparentemente minore, può avere conseguenze fatali, portando a una declaratoria di improcedibilità del ricorso che preclude qualsiasi esame del merito. La decisione conferma il rigore della Corte di Cassazione nel pretendere il rispetto delle norme procedurali, considerate presidio essenziale per il corretto funzionamento della giustizia.

Cosa succede se nel ricorso per cassazione si dichiara che la sentenza è stata notificata, ma non si deposita la copia con la prova della notifica?
Il ricorso viene dichiarato improcedibile. La dichiarazione di avvenuta notifica fa sorgere l’onere per il ricorrente di depositare la sentenza con la relativa relata di notifica, e l’omissione di tale adempimento non è sanabile.

È possibile rimediare al mancato deposito della sentenza notificata in un momento successivo?
No, secondo la Corte non è possibile recuperare l’omissione mediante una produzione successiva e tardiva ai sensi dell’art. 372 cod. proc. civ., poiché si tratta di un requisito di procedibilità da adempiere entro un termine perentorio.

Perché la Corte non ha considerato il ricorso procedibile, visto che a volte si valuta il termine dalla data di pubblicazione della sentenza?
Anche se in alcuni casi si valuta la procedibilità controllando che il ricorso sia notificato entro 60 giorni dalla pubblicazione della sentenza, in questa specifica vicenda anche tale termine era stato superato. La sentenza era stata pubblicata il 16 febbraio 2022 e il ricorso notificato il 29 aprile 2022, quindi oltre i 60 giorni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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