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Impossibilità sopravvenuta: locatore risponde sempre?

Un imprenditore agricolo stipula un contratto di locazione per un immobile, ma non può prenderne possesso perché il precedente inquilino si rifiuta di lasciarlo. I tribunali di merito avevano inizialmente escluso la responsabilità del locatore, invocando l’impossibilità sopravvenuta. La Corte di Cassazione, con una decisione innovativa, ribalta il verdetto: se il locatore era consapevole della situazione, si assume il rischio e risponde dell’inadempimento.

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Impossibilità Sopravvenuta: il Locatore Paga se l’Ex Inquilino non Libera i Locali

L’istituto della impossibilità sopravvenuta rappresenta una delle cause di estinzione dell’obbligazione, ma la sua applicazione nei contratti di locazione è spesso oggetto di contenzioso. Con l’ordinanza n. 5782/2024, la Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale: se il locatore stipula un contratto pur sapendo che l’immobile è occupato da un terzo che deve ancora rilasciarlo, non può invocare l’impossibilità della prestazione se quest’ultimo non adempie. Analizziamo questa importante decisione.

I fatti di causa

Un imprenditore agricolo stipulava con una società un contratto di locazione per un complesso immobiliare destinato all’essiccazione di tabacco. Il contratto prevedeva l’inizio della locazione dal 1° luglio 2010. Tuttavia, alla data pattuita, l’immobile risultava ancora occupato dal precedente conduttore, una cooperativa agricola, che si rifiutava di rilasciarlo nonostante l’obbligo contrattuale scadesse il 30 giugno 2010.

Il nuovo conduttore, impossibilitato a utilizzare i locali, subiva ingenti danni, tra cui la perdita quasi totale del raccolto di tabacco di quell’anno. Di conseguenza, citava in giudizio la società locatrice chiedendo la risoluzione del contratto e il risarcimento dei danni per grave inadempimento.

La decisione dei giudici di merito

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello rigettavano le domande del nuovo conduttore. Secondo i giudici, la mancata consegna dell’immobile non era imputabile alla società locatrice, ma al comportamento del terzo (il precedente inquilino). Questa circostanza veniva qualificata come un’impossibilità sopravvenuta della prestazione, non imputabile al debitore, ai sensi dell’art. 1256 del codice civile. Di conseguenza, veniva esclusa la responsabilità della locatrice e, quindi, il diritto al risarcimento.

L’analisi della Corte di Cassazione e il concetto di impossibilità sopravvenuta

Investita del caso, la Suprema Corte ha ribaltato completamente la prospettiva. Il ricorrente sosteneva che la condotta della locatrice non potesse essere scusata, poiché il mancato rilascio da parte del precedente inquilino era un evento prevedibile e prevenibile. La locatrice, infatti, era a conoscenza già da aprile 2010 dell’intenzione del terzo di non liberare l’immobile, ma non aveva intrapreso azioni legali tempestive (come una licenza per finita locazione).

La Cassazione ha accolto questo ragionamento, operando una corretta sussunzione della fattispecie. Ha chiarito che non si può parlare di impossibilità sopravvenuta quando il rischio dell’inadempimento del terzo era noto e, di fatto, accettato dalla parte obbligata alla consegna.

Le motivazioni della decisione

La Corte ha stabilito un principio di diritto fondamentale: quando le parti di un contratto di locazione lo concludono nella consapevolezza che la ‘res locata’ è detenuta da un terzo, contrattualmente obbligato a rilasciarla prima dell’inizio della nuova locazione, il successivo inadempimento di tale terzo non costituisce impossibilità sopravvenuta.

In sostanza, la società locatrice, stipulando il contratto, ha consapevolmente accettato di correre il “rischio del mancato rilascio”. Questo rischio rientra nell’economia del contratto e la sua concretizzazione non può essere considerata una causa esterna, imprevedibile e inevitabile. Al contrario, rappresenta un inadempimento colpevole, in quanto la locatrice non ha garantito al nuovo conduttore la disponibilità del bene, che è l’obbligazione principale del locatore. La Corte ha quindi cassato la sentenza d’appello, rinviando la causa per una nuova valutazione del merito che tenga conto della responsabilità contrattuale della locatrice.

Conclusioni e implicazioni pratiche

Questa ordinanza offre un’importante tutela per i conduttori e definisce con maggior rigore le responsabilità dei locatori. Le conclusioni pratiche sono significative:

1. Assunzione del Rischio: Un locatore che affitta un immobile non ancora libero si assume la responsabilità di garantirne la consegna puntuale. Non può successivamente scaricare sul comportamento del terzo la colpa per il proprio inadempimento.
2. Diligenza del Locatore: Il locatore ha il dovere di agire con diligenza per prevenire l’inadempimento, ad esempio avviando per tempo le procedure di sfratto se sospetta che il precedente inquilino non libererà i locali.
3. Tutela del Conduttore: Il nuovo conduttore ha diritto di ottenere la risoluzione del contratto e il risarcimento di tutti i danni patiti (danno emergente e lucro cessante) se non ottiene la disponibilità dell’immobile per una causa imputabile al locatore, inclusa la mancata liberazione da parte del precedente occupante.

Il locatore è responsabile se il precedente inquilino non libera l’immobile alla data pattuita?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, se il locatore era consapevole che l’immobile era occupato da un terzo al momento della stipula del nuovo contratto, si assume il rischio del mancato rilascio. Pertanto, la mancata consegna costituisce un suo inadempimento contrattuale e non un’impossibilità sopravvenuta.

Quando la mancata consegna di un immobile locato può essere considerata impossibilità sopravvenuta?
L’impossibilità sopravvenuta si configura solo per cause imprevedibili e inevitabili, non imputabili al debitore (locatore). Non può essere invocata se il locatore, conoscendo l’esistenza di un potenziale ostacolo (la presenza di un precedente inquilino), ha comunque stipulato il contratto, accettando implicitamente il rischio che l’ostacolo si concretizzasse.

Cosa significa che il locatore ha accettato il “rischio del mancato rilascio”?
Significa che, essendo a conoscenza della situazione, il locatore non può considerare il mancato rilascio da parte del terzo come un evento imprevisto. Tale evenienza rientrava nella sfera di controllo e prevedibilità del locatore, il quale avrebbe dovuto adottare le misure necessarie per garantire la consegna. La concretizzazione di questo rischio lo rende direttamente responsabile nei confronti del nuovo inquilino.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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