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Impegno del venditore: quando nasce una nuova obbligazione

La Cassazione chiarisce che l’impegno del venditore a eliminare i vizi di un immobile non crea automaticamente una nuova obbligazione. Se il compratore non accetta l’offerta di riparazione, l’unica azione disponibile resta quella di garanzia, soggetta alla prescrizione annuale. L’impegno del venditore, se non accettato, ha solo l’effetto di interrompere la prescrizione, non di trasformarla in decennale. Il ricorso dei compratori è stato rigettato.

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Impegno del venditore: quando una promessa estende la garanzia

L’acquisto di un immobile è un passo importante, ma cosa succede quando emergono difetti dopo la consegna? La legge tutela l’acquirente con la garanzia per i vizi, ma i termini per agire sono brevi. Spesso, il costruttore o venditore si impegna a risolvere i problemi. Ma questo impegno del venditore che valore legale ha? Con l’ordinanza n. 12809/2024, la Corte di Cassazione fa chiarezza su un punto cruciale: una promessa di riparazione non sempre si traduce in una nuova obbligazione con prescrizione decennale. È necessaria l’accettazione del compratore.

Il caso: vizi immobiliari e la promessa di intervento

La vicenda trae origine dalla richiesta di alcuni condomini e proprietari di appartamenti che, dopo aver acquistato i loro immobili da una società costruttrice, avevano riscontrato diversi vizi. A fronte delle lamentele, la società venditrice, con una comunicazione scritta, aveva riconosciuto l’esistenza di alcuni difetti e manifestato la propria disponibilità a intervenire per eliminarli.

Gli acquirenti, ritenendo che tale impegno avesse dato vita a una nuova e autonoma obbligazione, svincolata dai brevi termini di prescrizione della garanzia per vizi (un anno dalla consegna), agivano in giudizio per ottenere l’eliminazione dei difetti. Tuttavia, sia il Tribunale che la Corte d’Appello rigettavano la domanda, ritenendo che l’azione fosse prescritta, poiché la semplice disponibilità a riparare, non seguita da un’accettazione formale degli acquirenti, non era sufficiente a creare un nuovo rapporto obbligatorio con prescrizione decennale.

L’impegno del venditore davanti alla Corte di Cassazione

Gli acquirenti hanno quindi proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che l’impegno unilaterale assunto dalla società venditrice fosse di per sé sufficiente a generare un’obbligazione giuridicamente vincolante. La questione centrale sottoposta alla Corte era se una dichiarazione del venditore di voler eliminare i vizi potesse trasformare la garanzia originaria, soggetta a prescrizione breve, in un nuovo diritto soggetto alla prescrizione ordinaria di dieci anni.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito e fornendo importanti chiarimenti sulla natura dell’impegno del venditore.

Differenza tra garanzia e nuova obbligazione

I giudici hanno innanzitutto ribadito che la disciplina della garanzia per vizi nella compravendita (art. 1490 c.c. e ss.) offre al compratore due rimedi: la riduzione del prezzo (actio quanti minoris) o la risoluzione del contratto (actio redhibitoria). Non prevede, di base, un’azione per ottenere l’esatta riparazione del bene. Quest’ultimo rimedio sorge solo in ipotesi specifiche previste dalla legge o se il venditore si impegna specificamente a riparare il bene e il compratore accetta tale impegno.

L’importanza dell’accettazione del compratore

Questo è il fulcro della decisione. L’impegno del venditore a eliminare i vizi costituisce una proposta contrattuale. Affinché sorga una nuova e autonoma obbligazione di facere (ovvero, di riparare), è indispensabile che a tale proposta segua l’accettazione del compratore. Senza un accordo tra le parti sulla riparazione, non nasce alcun nuovo vincolo contrattuale. Nel caso di specie, gli acquirenti non avevano mai accettato l’offerta della società venditrice, che peraltro era più limitata rispetto alle loro richieste. La mancanza di accettazione ha impedito la nascita di una nuova obbligazione.

L’impegno del venditore e l’effetto interruttivo della prescrizione

Se l’impegno a riparare non viene accettato, che valore ha? La Corte chiarisce che il riconoscimento dei vizi da parte del venditore ha unicamente un effetto interruttivo della prescrizione annuale prevista dall’art. 1495 c.c. Ciò significa che dal momento del riconoscimento, il termine di un anno per far valere la garanzia ricomincia a decorrere da capo. Tuttavia, non trasforma il termine da annuale a decennale. Poiché nel caso esaminato gli acquirenti avevano avviato l’azione giudiziaria oltre un anno dopo la comunicazione della venditrice, il loro diritto si era comunque prescritto.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione offre una lezione pratica fondamentale per chi acquista un immobile e si trova a dover gestire la presenza di vizi. L’impegno del venditore a intervenire è un passo positivo, ma non è sufficiente a garantire una tutela a lungo termine. Per far sorgere una nuova obbligazione di riparazione, con prescrizione decennale, è essenziale che l’acquirente accetti formalmente e in modo chiaro la proposta del venditore. In assenza di un vero e proprio accordo, la promessa del venditore vale solo a interrompere il breve termine di prescrizione annuale. L’acquirente deve quindi agire tempestivamente, entro il nuovo termine di un anno, per non perdere i propri diritti.

L’impegno del venditore a riparare i vizi di un immobile crea sempre una nuova obbligazione con prescrizione di dieci anni?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’impegno del venditore a riparare i vizi crea una nuova obbligazione, soggetta a prescrizione decennale, solo se tale impegno viene accettato dal compratore. Si deve formare un vero e proprio accordo contrattuale sulla riparazione.

Cosa succede se il compratore non accetta l’offerta di riparazione del venditore?
Se l’offerta di riparazione non viene accettata, non sorge alcuna nuova obbligazione. L’impegno del venditore assume il valore di un semplice riconoscimento dei vizi, che ha l’unico effetto di interrompere il termine di prescrizione annuale della garanzia, il quale ricomincia a decorrere da quel momento.

Il riconoscimento dei vizi da parte del venditore a cosa serve se non viene accettato dal compratore?
Serve a interrompere la prescrizione annuale prevista dall’art. 1495 del codice civile. Questo significa che dal giorno del riconoscimento, il compratore ha un nuovo anno di tempo per esercitare le azioni di garanzia (riduzione del prezzo o risoluzione del contratto). Tuttavia, non trasforma la natura del diritto né la durata della prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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