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Illegittima segnalazione Centrale Rischi: la Cassazione

Una società ricorre in Cassazione dopo che le corti di merito le negano il risarcimento per un’illegittima segnalazione alla Centrale Rischi, a causa della mancata prova dei danni. La Suprema Corte accoglie parzialmente il ricorso, stabilendo che il giudice d’appello ha errato nel non pronunciarsi sulla domanda di accertamento dell’illegittimità della segnalazione, che è una questione distinta e autonoma rispetto alla richiesta di risarcimento. La sentenza viene cassata con rinvio per una nuova valutazione su questo punto specifico.

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Illegittima segnalazione Centrale Rischi: quando il giudice deve pronunciarsi

L’illegittima segnalazione Centrale Rischi rappresenta un grave pregiudizio per qualsiasi impresa, potendo comprometterne l’accesso al credito e la reputazione commerciale. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione (n. 33848/2024) ha ribadito un principio cruciale: la domanda per far accertare l’illegittimità di tale segnalazione è autonoma rispetto alla richiesta di risarcimento del danno e merita una pronuncia specifica da parte del giudice, anche se il danno non è stato provato. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Una società a responsabilità limitata aveva citato in giudizio una banca e una società di cartolarizzazione crediti, chiedendo il risarcimento dei danni subiti a causa di una, a suo dire, illecita segnalazione del proprio nominativo presso la Centrale dei Rischi gestita dalla Banca d’Italia.
All’origine della controversia vi era un rapporto di conto corrente e affidamento con l’istituto di credito, interrotto nel 1994. In seguito a un contenzioso, il debito della società era stato rideterminato da un Tribunale in una somma notevolmente inferiore a quella inizialmente richiesta dalla banca. Nonostante ciò, la segnalazione negativa era rimasta iscritta, causando, secondo la società, danni patrimoniali e di immagine per l’impossibilità di accedere a nuovi finanziamenti. La società aveva quindi chiesto al giudice non solo il risarcimento, ma anche l’accertamento dell’illegittimità della segnalazione sin dalla sua origine.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano respinto le richieste della società. La motivazione principale dei giudici di merito si basava sulla mancata dimostrazione, da parte dell’attrice, dei danni concretamente subiti e del nesso di causalità tra questi e la permanenza della segnalazione nella Centrale dei Rischi. In sostanza, pur riconoscendo implicitamente delle irregolarità nella gestione della segnalazione da parte della banca, i giudici hanno ritenuto che l’assenza di prova del danno fosse sufficiente per rigettare l’intera domanda.

L’Ordinanza della Cassazione e la questione dell’illegittima segnalazione Centrale Rischi

La società ha quindi proposto ricorso per Cassazione, lamentando, tra i vari motivi, l’omessa pronuncia da parte della Corte d’Appello sulla specifica domanda volta a far dichiarare l’illegittimità dell’iscrizione a sofferenza. La Suprema Corte ha accolto questo motivo, ritenendolo fondato.

Le Motivazioni

I giudici di legittimità hanno chiarito che la domanda di accertamento dell’illiceità di un comportamento (in questo caso, la segnalazione) è distinta e autonoma rispetto a quella di risarcimento dei danni che da tale comportamento possono derivare. La Corte d’Appello, concentrandosi unicamente sulla mancanza di prova del danno, ha omesso di decidere su una domanda specifica e ritualmente proposta: quella di ottenere una pronuncia che dichiarasse, una volta per tutte, che la segnalazione era illegittima fin dall’origine.
Secondo la Cassazione, il fatto che non si riesca a provare un danno patrimoniale non impedisce al soggetto leso di avere interesse a una sentenza che accerti l’illegittimità del comportamento della controparte. Tale accertamento ha un valore di per sé, potendo prevenire future contestazioni e ripristinare la correttezza formale della posizione del soggetto segnalato.
La Corte ha quindi cassato la sentenza impugnata, rinviando la causa alla Corte d’Appello in diversa composizione. Quest’ultima dovrà ora pronunciarsi espressamente sulla domanda di accertamento dell’illegittimità della segnalazione, indipendentemente dalla questione risarcitoria.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rafforza un importante principio di tutela per imprese e privati: il diritto a veder accertata l’illegittimità di una segnalazione alla Centrale dei Rischi non è subordinato alla capacità di dimostrare un danno economico immediato. La richiesta di una ‘sentenza di principio’ che sancisca l’errore dell’intermediario è un diritto autonomo. Per le banche e gli intermediari finanziari, questa decisione serve da monito sulla necessità di gestire con la massima diligenza e correttezza le segnalazioni, poiché la loro condotta può essere giudicata illecita anche in assenza di un danno risarcibile dimostrato dalla controparte.

È necessario provare un danno per far dichiarare illegittima una segnalazione alla Centrale dei Rischi?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la domanda volta ad accertare l’illegittimità della segnalazione è autonoma rispetto alla domanda di risarcimento del danno. Pertanto, un giudice deve pronunciarsi sulla legittimità della segnalazione anche se il danno non è stato provato.

Cosa accade se un giudice d’appello non si pronuncia su una specifica domanda formulata da una parte?
Si verifica un vizio di ‘omessa pronuncia’. La Corte di Cassazione può annullare (cassare) la sentenza e rinviare la causa allo stesso giudice (in diversa composizione) affinché decida sul punto che era stato omesso, come avvenuto nel caso di specie.

Qual è la conseguenza pratica di questa decisione per le imprese?
Le imprese hanno il diritto di ottenere una sentenza che dichiari l’illegittimità di una segnalazione a loro carico, anche se non riescono a quantificare o provare un danno economico. Questo accertamento è importante per ripristinare la propria reputazione creditizia e prevenire future contestazioni basate su quella segnalazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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