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Gravi difetti immobile: la Cassazione sui vizi

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5648/2024, si è pronunciata su un caso di gravi difetti in un immobile di nuova costruzione. Un condominio aveva citato in giudizio il costruttore e i professionisti per vizi quali infiltrazioni e problemi all’impianto di riscaldamento. La Corte d’Appello aveva ridotto il risarcimento, escludendo alcuni vizi. La Cassazione ha confermato che la qualificazione di un vizio come ‘grave’ è una valutazione di merito del giudice, ma ha cassato la sentenza d’appello per non essersi pronunciata su una voce di costo accessoria (omessa pronuncia), rinviando il caso per una nuova valutazione su quel punto specifico.

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Gravi difetti immobile: quando scatta la responsabilità del costruttore?

L’acquisto di un immobile nuovo dovrebbe rappresentare un investimento sicuro, ma cosa succede quando emergono gravi difetti di costruzione? La legge tutela gli acquirenti attraverso l’articolo 1669 del codice civile, che prevede una responsabilità decennale del costruttore. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 5648/2024) chiarisce importanti aspetti su cosa costituisca un ‘grave difetto immobile’ e sulle conseguenze dei vizi procedurali nei giudizi di risarcimento. Questo caso offre spunti fondamentali per comprendere i confini della tutela legale.

Il Caso: Vizi Costruttivi e la Battaglia Legale del Condominio

La vicenda ha origine dall’azione legale intrapresa da un condominio contro la società costruttrice, il progettista e il direttore dei lavori. I proprietari lamentavano una serie di problemi significativi: infiltrazioni d’acqua nelle pareti del piano interrato e nel vano ascensore, difetti nel giardino condominiale e una coibentazione inadeguata dei tubi dell’impianto di riscaldamento. In primo grado, il Tribunale aveva dato ragione al condominio, riconoscendo la responsabilità solidale dei convenuti e condannandoli al pagamento di un cospicuo risarcimento, oltre a condannare la compagnia assicurativa al pagamento dell’indennizzo previsto dalla polizza postuma decennale.

La Decisione della Corte d’Appello: una Vittoria Parziale

In appello, la decisione veniva parzialmente riformata. La Corte territoriale confermava la responsabilità per i danni da infiltrazione, ma escludeva dal risarcimento i costi per sistemare il giardino e per la nuova coibentazione dei tubi. Secondo i giudici di secondo grado, questi specifici problemi non rientravano nella nozione di ‘gravi difetti’ secondo l’art. 1669 c.c., in quanto l’imperfetta modellazione del giardino e l’insufficiente coibentazione non incidevano in modo significativo sul normale godimento dell’immobile. Inoltre, la Corte d’Appello ometteva di pronunciarsi sui costi accessori (progettazione, sicurezza, ecc.) che il primo giudice aveva liquidato.

I gravi difetti dell’immobile secondo la Cassazione

Il condominio ha quindi presentato ricorso in Cassazione. Sul punto centrale, ovvero la qualificazione dei vizi, la Suprema Corte ha rigettato il motivo del ricorso. Ha ribadito un principio consolidato: la valutazione se un difetto sia ‘grave’ ai fini dell’art. 1669 c.c. costituisce un apprezzamento di fatto riservato al giudice di merito. Tale valutazione è insindacabile in sede di legittimità se, come nel caso di specie, è supportata da una motivazione congrua e priva di vizi logici. La Corte d’Appello aveva ragionevolmente escluso la gravità dei difetti relativi al giardino (costo di ripristino modesto) e alla coibentazione (non era stata provata una riduzione dell’efficienza dell’impianto), e tale decisione non poteva essere messa in discussione.

L’omessa pronuncia: un vizio procedurale fatale

L’esito del giudizio è cambiato a causa di un errore procedurale. Il condominio aveva lamentato che la Corte d’Appello non si era pronunciata sulla richiesta di rimborso degli oneri complementari (circa 13.500 euro), che erano stati riconosciuti in primo grado. La Cassazione ha accolto questo motivo, qualificandolo come ‘omessa pronuncia’. Questo vizio, previsto dall’art. 360, n. 4, c.p.c., si verifica quando il giudice non decide su una specifica domanda. Tale omissione ha reso nulla la sentenza d’appello su quel punto. Di conseguenza, la Corte ha cassato la sentenza e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello di Milano, in diversa composizione, che dovrà decidere nuovamente sulla questione dei costi accessori.

Le motivazioni

Le motivazioni della Cassazione sono duplici. Da un lato, si riafferma l’autonomia del giudice di merito nel qualificare i difetti di un immobile. Non tutti i vizi costruttivi sono ‘gravi’ ai sensi dell’art. 1669 c.c., ma solo quelli che compromettono in modo considerevole il godimento del bene. La Corte ha ritenuto che la motivazione della Corte d’Appello su questo punto fosse adeguata. Dall’altro lato, la decisione sottolinea il rigore del processo civile: un giudice non può ignorare una domanda posta da una delle parti. L’omessa pronuncia sugli oneri complementari ha costituito un vizio insanabile che ha richiesto l’annullamento parziale della sentenza e un nuovo giudizio sul punto.

Le conclusioni

Questa ordinanza offre due lezioni importanti. La prima è che la nozione di ‘grave difetto’ è flessibile e dipende da una valutazione concreta del giudice, che deve considerare l’impatto del vizio sull’uso e la funzionalità dell’immobile. Non è sufficiente che un difetto esista, ma deve essere tale da incidere negativamente e in modo considerevole sul godimento del bene. La seconda è l’importanza della precisione processuale. L’omissione di una decisione, anche su una voce di costo apparentemente secondaria, può portare all’annullamento di una sentenza, con conseguente allungamento dei tempi della giustizia e necessità di un nuovo giudizio.

Quali vizi di un immobile sono considerati ‘gravi difetti’ ai sensi dell’art. 1669 c.c.?
Secondo la sentenza, sono considerati gravi difetti quelle alterazioni che, pur non riguardando parti essenziali dell’edificio, incidono negativamente e in modo considerevole sul suo godimento a lungo termine. La qualificazione di un vizio come ‘grave’ è un apprezzamento di fatto riservato al giudice di merito, che deve essere adeguatamente motivato.

La modesta entità della spesa per la riparazione di un vizio esclude la sua qualificazione come ‘grave difetto’?
Sì, la Corte ha implicitamente confermato che la modesta entità della spesa (in questo caso, 2.000 euro per il giardino) può essere un elemento rilevante per escludere la gravità del difetto, specialmente se il vizio non compromette in modo significativo il godimento del bene.

Cosa succede se un giudice d’appello omette di decidere su una parte della domanda, come i costi accessori?
Se un giudice omette di pronunciarsi su una domanda specifica sollevata da una parte, la sentenza è affetta dal vizio di ‘omessa pronuncia’ e può essere cassata dalla Corte di Cassazione. La causa viene quindi rinviata a un altro giudice per una nuova decisione sul punto omesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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