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Giurisdizione scommesse ippiche: decide il giudice

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9202/2024, ha stabilito che la controversia per il risarcimento dei danni subiti da un concessionario di scommesse ippiche a causa di inadempimenti della Pubblica Amministrazione rientra nella giurisdizione del giudice ordinario. La Corte ha chiarito che, trattandosi di una violazione di obblighi contrattuali e non dell’esercizio di poteri autoritativi, la questione riguarda diritti soggettivi e può essere devoluta ad arbitri. Questo caso di giurisdizione scommesse ippiche ribadisce un importante principio sul riparto di competenze tra giudice ordinario e amministrativo.

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Giurisdizione Scommesse Ippiche: La Cassazione Chiarisce la Competenza del Giudice Ordinario

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato un’importante questione sulla giurisdizione scommesse ippiche, definendo i confini tra la competenza del giudice ordinario e quella del giudice amministrativo nelle controversie tra concessionari e Pubblica Amministrazione. La decisione chiarisce che le richieste di risarcimento per inadempimenti contrattuali dello Stato rientrano nella giurisdizione ordinaria e sono, pertanto, compromettibili in arbitri.

I Fatti del Caso: Una Concessione Messa in Crisi

Una società, concessionaria per la raccolta di scommesse ippiche, aveva ottenuto in sede arbitrale una condanna nei confronti delle Amministrazioni statali competenti. La società lamentava di aver subito ingenti danni a causa di una serie di inadempimenti da parte dello Stato concedente. In particolare, denunciava la mancata repressione del fenomeno delle scommesse clandestine, l’ingresso sul mercato di operatori stranieri che erodevano la sua quota e la mancata attivazione di nuove modalità di raccolta delle giocate previste dalla convenzione. Gli arbitri avevano riconosciuto il diritto della società a essere tenuta indenne da tali pregiudizi.

Il Percorso Giudiziario: Dall’Arbitrato alla Cassazione

Le Amministrazioni soccombenti hanno impugnato il lodo arbitrale dinanzi alla Corte d’Appello. Quest’ultima ha accolto il ricorso, dichiarando la nullità del lodo. Secondo la Corte territoriale, la controversia implicava l’esercizio di poteri autoritativi della Pubblica Amministrazione e, di conseguenza, rientrava nella competenza esclusiva del giudice amministrativo, sottraendosi così alla possibilità di essere decisa tramite arbitrato.
Contro questa sentenza, la società concessionaria ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo l’erroneità della decisione sulla giurisdizione.

La Questione della Giurisdizione Scommesse Ippiche

Il nucleo della questione legale era stabilire a chi spettasse la giurisdizione: al giudice ordinario o a quello amministrativo? La risposta a questa domanda determina anche la validità del lodo arbitrale. Se la controversia riguarda l’esercizio di un potere pubblico, solo il giudice amministrativo può decidere e l’arbitrato non è ammesso. Se, invece, la controversia attiene a un rapporto di natura privatistica e a diritti soggettivi, la giurisdizione è del giudice ordinario e le parti possono scegliere di affidarsi a degli arbitri.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione della Corte d’Appello, accogliendo il ricorso della società. Gli Ermellini hanno fondato la loro decisione su un principio di diritto già consolidato dalle Sezioni Unite della stessa Corte (sentenza n. 23418/2020).

Il ragionamento della Corte si basa su una distinzione fondamentale:
1. Fase pubblicistica del rapporto di concessione: Riguarda gli atti autoritativi con cui la P.A. sceglie il concessionario e definisce le regole generali del servizio. Le controversie in questa fase sono di competenza del giudice amministrativo.
2. Fase di attuazione del rapporto (gestionale): Riguarda l’esecuzione della convenzione, dove la P.A. e il concessionario si trovano su un piano di parità (carattere paritetico). Le controversie che sorgono in questa fase, come l’inadempimento di obbligazioni contrattuali, generano questioni su diritti soggettivi.

Nel caso specifico, la richiesta di risarcimento danni non nasceva dall’esercizio di un potere autoritativo, ma dall’inadempimento da parte della P.A. a obblighi di natura patrimoniale e contrattuale. La controversia verteva sull’accertamento di un inadempimento contrattuale e sulla conseguente condanna al risarcimento, temi tipici della giurisdizione del giudice ordinario.
Poiché la causa aveva ad oggetto diritti soggettivi pienamente disponibili, essa era anche ‘compromettibile in arbitri’. Di conseguenza, il lodo arbitrale era stato erroneamente annullato dalla Corte d’Appello.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

La pronuncia della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. Essa rafforza la tutela dei concessionari privati nei rapporti con la Pubblica Amministrazione, confermando che, una volta superata la fase pubblicistica di affidamento della concessione, il rapporto si svolge su un binario prevalentemente contrattuale.

Questo significa che le imprese che operano in regime di concessione possono far valere le loro pretese risarcitorie per inadempimenti dello Stato davanti al giudice ordinario o, se previsto, tramite arbitrato, beneficiando di un percorso giudiziario potenzialmente più snello. La decisione traccia una linea netta, garantendo maggiore certezza giuridica e ribadendo che la P.A., quando agisce come controparte contrattuale, è soggetta alle stesse regole e responsabilità di un soggetto privato.

A quale giudice spetta decidere una controversia per danni chiesti da un concessionario di scommesse ippiche allo Stato?
La controversia spetta alla giurisdizione del giudice ordinario, in quanto riguarda l’inadempimento di obbligazioni di natura contrattuale e patrimoniale.

Perché la controversia non rientra nella giurisdizione del giudice amministrativo?
Perché la questione non verte sull’esercizio di poteri autoritativi da parte della Pubblica Amministrazione, ma sulla fase di attuazione del rapporto di concessione, in cui la P.A. e il privato agiscono su un piano di parità contrattuale.

Una controversia di questo tipo può essere decisa da arbitri?
Sì, può essere decisa da arbitri. Poiché la causa ha per oggetto diritti soggettivi pienamente disponibili e rientra nella giurisdizione del giudice ordinario, è per sua natura compromettibile in arbitrato rituale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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