LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisdizione giudice ordinario: il caso P.A. e danni

La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha risolto un conflitto di giurisdizione tra giudice ordinario e amministrativo. La Corte ha stabilito la giurisdizione del giudice ordinario in un caso in cui alcuni cittadini chiedevano a un’amministrazione pubblica di eseguire lavori di consolidamento su un loro terreno, lasciato in stato di dissesto dopo l’esecuzione di opere pubbliche. La decisione si fonda sul principio che l’omissione della P.A. nel ripristinare il fondo costituisce un comportamento materiale che lede un diritto soggettivo, rientrando nella tutela generale contro i danni ingiusti (neminem laedere) e non nell’esercizio di poteri autoritativi.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Giurisdizione Giudice Ordinario: Quando la P.A. Risponde del Mancato Ripristino

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite chiarisce un punto fondamentale nei rapporti tra cittadini e Pubblica Amministrazione: la corretta individuazione del giudice competente a decidere le controversie. La pronuncia stabilisce la giurisdizione del giudice ordinario per le richieste di condanna della P.A. a eseguire opere di ripristino su un terreno privato, danneggiato a seguito di lavori pubblici. Questa decisione ribadisce che, quando la P.A. agisce al di fuori dei suoi poteri autoritativi e causa un danno, deve risponderne come un qualsiasi soggetto privato.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla richiesta di alcuni proprietari terrieri nei confronti di un’Amministrazione Provinciale. L’ente pubblico aveva occupato una porzione del loro terreno per eseguire lavori di messa in sicurezza di un viadotto stradale, interessato da fenomeni franosi. Una volta terminato l’intervento principale, tuttavia, l’Amministrazione non aveva provveduto a consolidare e ripristinare il terreno privato, lasciandolo in uno stato di dissesto.

I cittadini si sono quindi rivolti al Tribunale ordinario per ottenere una condanna dell’ente a eseguire i lavori necessari. Il Tribunale, però, ha declinato la propria giurisdizione, ritenendo competente il Giudice Amministrativo (TAR), sulla base del fatto che l’occupazione del terreno era avvenuta nell’esercizio di poteri pubblici, legati a una pregressa dichiarazione di pubblica utilità.

Il caso è stato quindi riassunto davanti al TAR, il quale, a sua volta, ha ritenuto di non avere giurisdizione, sollevando un conflitto negativo davanti alla Corte di Cassazione.

La Questione sulla Giurisdizione del Giudice Ordinario

Il cuore del problema era stabilire se la richiesta dei cittadini rientrasse nella sfera del diritto soggettivo, tutelato dal giudice ordinario, o in quella dell’interesse legittimo, di competenza del giudice amministrativo. La difesa dell’ente si basava sull’idea che ogni attività legata a un’opera pubblica ricadesse automaticamente nella giurisdizione amministrativa.

Il Tribunale Amministrativo, invece, ha sostenuto una tesi diversa: la pretesa dei proprietari non era diretta contro un atto amministrativo (come un decreto di esproprio), ma contro un comportamento omissivo della P.A. L’omissione nel ripristinare il fondo non rappresentava l’esercizio di un potere pubblico, ma una mera condotta materiale che aveva leso il loro diritto di proprietà. Di conseguenza, secondo il TAR, la controversia apparteneva alla giurisdizione del giudice ordinario.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente la prospettiva del Tribunale Amministrativo. Le Sezioni Unite hanno chiarito che la giurisdizione del giudice amministrativo, anche quella esclusiva, presuppone sempre che l’amministrazione agisca esercitando i propri poteri autoritativi e pubblicistici.

Quando, invece, l’azione della P.A. si traduce in un’attività materiale, commissiva o omissiva, che viola il principio generale del neminem laedere (non danneggiare altri), la controversia riguarda la lesione di un diritto soggettivo. In questi casi, la giurisdizione non può che essere quella del giudice ordinario, che è il giudice naturale preposto alla tutela dei diritti.

Nel caso specifico, la domanda dei cittadini non contestava le scelte autoritative dell’amministrazione (come la decisione di costruire il viadotto), ma la sua successiva inerzia nel rimediare ai danni causati. Questa omissione è stata qualificata come un comportamento illecito ai sensi dell’art. 2043 del codice civile. La Corte ha quindi affermato il seguente principio: l’inosservanza da parte della P.A. delle comuni regole di diligenza e prudenza nella gestione dei beni può essere denunciata davanti al giudice ordinario sia per ottenere un risarcimento del danno, sia per conseguire una condanna a un facere (cioè a compiere un’azione), come il ripristino dei luoghi.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La decisione consolida un orientamento giurisprudenziale cruciale per la tutela dei cittadini. Si stabilisce che la Pubblica Amministrazione non gode di una posizione di privilegio quando i suoi comportamenti, slegati dall’esercizio di un effettivo potere pubblico, causano danni a terzi. La preesistenza di una dichiarazione di pubblica utilità non crea una ‘zona franca’ in cui ogni azione della P.A. è soggetta al solo controllo del giudice amministrativo.

In pratica, se un ente pubblico, dopo aver eseguito un’opera, omette di ripristinare la proprietà privata danneggiata, il cittadino può agire davanti al giudice ordinario per ottenere sia il risarcimento del danno sia l’ordine di esecuzione dei lavori necessari. Questa pronuncia rafforza la tutela del diritto di proprietà e conferma che la P.A., nella sua attività materiale, è tenuta a rispettare le stesse regole di condotta imposte a qualsiasi altro soggetto dell’ordinamento.

A chi spetta la giurisdizione se la Pubblica Amministrazione omette di ripristinare un terreno privato dopo lavori pubblici?
La giurisdizione spetta al giudice ordinario, perché l’omissione non costituisce esercizio di un potere pubblico, ma un comportamento materiale che lede il diritto soggettivo di proprietà, tutelato secondo le regole della responsabilità civile (art. 2043 c.c.).

La presenza di una precedente dichiarazione di pubblica utilità sposta sempre la giurisdizione al giudice amministrativo?
No. La giurisdizione amministrativa, anche quella esclusiva in materia espropriativa, si applica solo alle controversie ‘riconducibili, anche mediatamente, all’esercizio di un pubblico potere’. Un’omissione successiva che causa un danno, come il mancato ripristino, non rientra in questa categoria.

Cosa può chiedere il cittadino al giudice ordinario in questi casi?
Il cittadino può chiedere sia la condanna della Pubblica Amministrazione al risarcimento del danno patrimoniale subito, sia una condanna a un ‘facere’, ovvero un ordine di eseguire materialmente le opere necessarie a consolidare e ripristinare il terreno danneggiato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati