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Giurisdizione giudice ordinario: il caso del comodato

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 15911/2024, ha risolto un conflitto di giurisdizione tra il giudice ordinario e quello amministrativo. Il caso riguardava un contratto di comodato per un immobile, stipulato tra un ente pubblico in liquidazione e un’amministrazione statale. Le Sezioni Unite hanno affermato la giurisdizione del giudice ordinario, poiché la controversia verte su diritti e obblighi derivanti da un contratto di diritto privato, dove l’amministrazione non esercita poteri autoritativi, ma agisce su un piano paritario. La natura pubblica delle parti o l’interesse pubblico sotteso non sono sufficienti, da soli, a spostare la competenza al giudice amministrativo.

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Giurisdizione Giudice Ordinario: la Cassazione sul Comodato tra Enti Pubblici

Quando una Pubblica Amministrazione stipula un contratto di diritto privato, come un comodato, a quale giudice bisogna rivolgersi in caso di controversia? La risposta a questa domanda definisce il confine tra giurisdizione ordinaria e amministrativa. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha ribadito un principio fondamentale: la scelta dello strumento contrattuale privatistico determina la giurisdizione del giudice ordinario, anche se le parti sono enti pubblici e l’operazione persegue finalità di interesse pubblico.

I Fatti: la controversia sul contratto di comodato

La vicenda trae origine da un’azione legale avviata da una società, incaricata di liquidare il patrimonio di un ex ente pubblico nazionale. La società aveva citato in giudizio un Ministero per ottenere la risoluzione di un contratto di comodato relativo a un immobile, chiedendo la restituzione del bene e il risarcimento dei danni per l’occupazione protratta oltre la scadenza.

Il contratto era stato stipulato nell’ambito della procedura di liquidazione dell’ente, in base a una specifica previsione normativa che consentiva di assegnare temporaneamente i beni patrimoniali ad altre amministrazioni pubbliche.

Il conflitto di giurisdizione tra Tribunale Ordinario e TAR

Il Tribunale ordinario, inizialmente adito, aveva declinato la propria giurisdizione a favore del giudice amministrativo. Secondo il primo giudice, la natura pubblica dei soggetti coinvolti, la normativa speciale di riferimento e la finalità pubblicistica dell’operazione rendevano la controversia di competenza amministrativa.

La causa, quindi, veniva riassunta davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR). Quest’ultimo, tuttavia, ha sollevato d’ufficio un conflitto negativo di giurisdizione, dubitando della propria competenza. Il TAR ha sostenuto che la controversia non riguardasse l’esercizio di un potere amministrativo, ma piuttosto il rispetto di obblighi derivanti da un contratto di diritto privato, il comodato appunto. La questione è stata così rimessa alle Sezioni Unite della Corte di Cassazione.

La decisione delle Sezioni Unite e la giurisdizione del giudice ordinario

La Corte di Cassazione ha sciolto il dubbio, dichiarando la giurisdizione del giudice ordinario. La decisione si fonda su un’analisi attenta della natura della controversia, basata sul criterio del cosiddetto petitum sostanziale.

Le motivazioni: perché prevale la giurisdizione del giudice ordinario

Le Sezioni Unite hanno chiarito che, per stabilire a chi spetti la giurisdizione, non bisogna guardare alla natura dei soggetti coinvolti (in questo caso, tutti pubblici), ma alla natura della posizione giuridica fatta valere in giudizio.

I punti chiave della motivazione sono i seguenti:
1. Natura del Rapporto: La controversia riguarda l’adempimento di obbligazioni (rilascio dell’immobile, pagamento indennità) che nascono da un contratto di comodato, uno strumento tipico del diritto privato. Utilizzando questo strumento, le amministrazioni si sono poste su un piano di parità, senza che una esercitasse un potere autoritativo sull’altra.
2. Azione ‘Iure Privatorum’: L’amministrazione ha scelto di agire iure privatorum (secondo le regole del diritto privato) e non iure imperii (esercitando un potere pubblico). La stessa legge che disciplinava la liquidazione dell’ente aveva previsto il ricorso allo strumento del comodato. Questa scelta legislativa implica l’assoggettamento al regime civilistico e, di conseguenza, alla giurisdizione del giudice ordinario.
3. Irrilevanza dell’Interesse Pubblico: Il semplice fatto che l’operazione persegua un interesse pubblico non è sufficiente a radicare la giurisdizione amministrativa. L’amministrazione può perseguire fini pubblici anche attraverso strumenti di diritto privato.
4. Differenza con gli ‘Accordi tra Amministrazioni’: La Corte ha precisato che il contratto in questione non rientra nella nozione di ‘accordo tra pubbliche amministrazioni’ di cui all’art. 15 della legge n. 241/1990. Tali accordi, che ricadono nella giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, hanno lo scopo di coordinare l’esercizio di funzioni e poteri pubblici. Il comodato, invece, regola un rapporto puramente patrimoniale e non l’esercizio di potestà amministrative.

Le conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

L’ordinanza consolida un importante principio di riparto della giurisdizione. Essa stabilisce che quando la Pubblica Amministrazione sceglie di spogliarsi delle sue vesti autoritative per utilizzare gli strumenti del diritto comune, le relative controversie contrattuali appartengono alla cognizione del giudice ordinario. Questo garantisce certezza giuridica nei rapporti tra amministrazioni e tra queste e i privati, confermando che la giurisdizione amministrativa sorge solo in presenza dell’effettivo esercizio di un potere pubblico, riconoscibile in base al procedimento e alle forme adottate.

A quale giudice spetta decidere una controversia su un contratto di comodato stipulato tra due enti pubblici?
La giurisdizione spetta al giudice ordinario. La Corte di Cassazione ha chiarito che, trattandosi di un contratto di diritto privato, la controversia riguarda diritti e obblighi che pongono le parti su un piano paritario, indipendentemente dalla loro natura pubblica.

La natura pubblica delle parti coinvolte in un contratto è sufficiente a radicare la giurisdizione del giudice amministrativo?
No, non è sufficiente. Il criterio decisivo è la natura della posizione giuridica dedotta in giudizio (il cosiddetto petitum sostanziale). Se la Pubblica Amministrazione agisce iure privatorum, ovvero come un soggetto privato, senza esercitare poteri autoritativi, la giurisdizione appartiene al giudice ordinario.

Un contratto tra due pubbliche amministrazioni è sempre un ‘accordo’ ai sensi dell’art. 15 della legge 241/1990, di competenza del giudice amministrativo?
No. La Corte ha specificato che gli ‘accordi’ disciplinati da tale norma sono quelli finalizzati a coordinare l’esercizio di funzioni e poteri pubblici. Un contratto come il comodato, che regola un rapporto meramente patrimoniale, non rientra in questa categoria e rimane uno strumento di diritto privato, con conseguente giurisdizione del giudice ordinario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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