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Giurisdizione Ex Works: la Cassazione decide

In una controversia tra un’azienda rumena e una italiana, la Corte di Cassazione ha stabilito la giurisdizione del giudice italiano. Nonostante le parti avessero proposto clausole di giurisdizione contrastanti (Romania vs Italia), la Corte ha ritenuto che non si fosse formato un accordo su tale punto. Di conseguenza, ha applicato il criterio della clausola Incoterm menzionata nel contratto, stabilendo che la giurisdizione Ex Works individua il luogo di consegna presso la sede del venditore italiano, fondando così la competenza del tribunale nazionale.

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Giurisdizione Ex Works: Quando la Clausola Determina il Giudice Competente

Nelle compravendite internazionali, la scelta del giudice competente a decidere eventuali controversie è un elemento cruciale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite fa luce su come determinare la competenza quando le parti non trovano un accordo esplicito, evidenziando il ruolo decisivo della clausola Incoterm. Il caso analizzato chiarisce l’importanza della giurisdizione Ex Works e dei requisiti formali per la conclusione del contratto.

I Fatti di Causa: Un Contratto Conteso tra Italia e Romania

Una società italiana, fornitrice di lingotti d’acciaio, otteneva un decreto ingiuntivo dal Tribunale di Brescia nei confronti di una società acquirente di diritto romeno per il mancato pagamento di una fornitura. La società romena si opponeva al decreto, eccependo il difetto di giurisdizione del giudice italiano. Sosteneva, infatti, che le proprie condizioni generali di contratto, allegate all’ordine di acquisto, prevedevano la competenza esclusiva del Tribunale di Bucarest.

Di contro, la società italiana rivendicava la giurisdizione italiana, basandosi su due elementi:
1. Le proprie condizioni generali di contratto, richiamate nella successiva conferma d’ordine, che indicavano il foro italiano.
2. L’applicazione della clausola Incoterm Ex-Works (EXW), costantemente richiamata nella documentazione contrattuale.

La questione è giunta dinanzi alla Corte di Cassazione tramite un regolamento di giurisdizione proposto dalla società romena.

L’Analisi della Corte sulla Formazione del Contratto

Il punto focale della controversia era stabilire quale tra le due diverse clausole sulla giurisdizione dovesse prevalere. Per farlo, la Corte ha dovuto prima determinare il momento esatto della conclusione del contratto.

La società romena, inviando l’ordine, aveva richiesto esplicitamente una “conferma dell’ordine” come forma di accettazione. La società italiana aveva inviato una prima mail interlocutoria, confermando di “star procedendo” con l’ordine e riservandosi l’invio della conferma formale (OC) “al più presto”. Solo tre giorni dopo inviava il documento definitivo di “CONFERMA ORDINE”, che conteneva il rinvio alle proprie condizioni generali.

Secondo la Cassazione, la prima mail non costituiva accettazione, ma un mero atto precontrattuale. Il contratto si è perfezionato solo con l’invio della conferma d’ordine formale, come richiesto dalla proponente. A quel punto, però, alla proposta della società romena (con giurisdizione rumena) si è contrapposta un’accettazione contenente una clausola difforme (con giurisdizione italiana). Di conseguenza, la Corte ha concluso che le parti non avevano mai raggiunto un accordo condiviso sulla determinazione del giudice competente.

Le Motivazioni: la Prevalenza della Giurisdizione Ex Works

Escluso un accordo convenzionale sulla giurisdizione, la Corte ha applicato i criteri oggettivi previsti dal Regolamento UE n. 1215/2012. In materia di compravendita di beni, l’art. 7, n. 1, lett. b) stabilisce la competenza del giudice del luogo in cui i beni sono stati o avrebbero dovuto essere consegnati.

Qui entra in gioco la clausola Incoterm Ex Works (EXW), costantemente richiamata da entrambe le parti. La giurisprudenza consolidata della Cassazione afferma che la clausola EXW non disciplina solo il trasferimento del rischio e dei costi, ma è anche idonea a individuare il luogo della consegna materiale dei beni. Tale luogo, secondo la definizione di EXW, coincide con lo stabilimento del venditore.

La società romena aveva tentato di sostenere che le indicazioni “Delivery address VILMAR SA” e “Delivery Address IDEM” fossero sufficienti a derogare alla regola EXW. Tuttavia, la Corte ha ritenuto tali espressioni “assolutamente laconiche” ed equivoche, e quindi inidonee a dimostrare una chiara volontà delle parti di stabilire un luogo di consegna diverso da quello previsto dalla clausola EXW.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato la giurisdizione del giudice italiano. La decisione si fonda su due pilastri: l’assenza di un accordo consensuale sul foro competente e l’applicazione del criterio legale del luogo di consegna. Quest’ultimo è stato individuato presso la sede del venditore italiano in virtù della clausola Incoterm Ex Works. L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale per gli operatori commerciali internazionali: in mancanza di una pattuizione chiara e inequivocabile, le clausole standard come gli Incoterms assumono un ruolo decisivo non solo per gli aspetti logistici e di rischio, ma anche per determinare la giurisdizione in caso di controversie.

Quando si considera concluso un contratto se il proponente richiede una forma specifica per l’accettazione?
Il contratto si considera concluso solo nel momento in cui l’accettazione viene fornita nella specifica forma richiesta dal proponente (in questo caso, una ‘conferma d’ordine’). Una comunicazione preliminare che non rispetta tale forma non ha valore di accettazione ma è un mero atto precontrattuale.

In una vendita internazionale, come si determina la giurisdizione se le parti non si accordano sul giudice competente?
Si applicano i criteri del Regolamento UE 1215/2012. Per la vendita di beni, la giurisdizione spetta al giudice del luogo in cui i beni sono stati o avrebbero dovuto essere consegnati in base al contratto.

La clausola Incoterm Ex Works (EXW) è sufficiente a stabilire il luogo di consegna e quindi la giurisdizione?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la clausola EXW è idonea a disciplinare non solo il trasferimento di costi e rischi, ma anche a individuare il luogo di consegna presso lo stabilimento del venditore. Questo luogo, a sua volta, determina la giurisdizione del giudice, a meno che dal contratto non emergano elementi chiari e inequivocabili che dimostrino una diversa volontà delle parti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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