LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Giurisdizione estera per liti tra eredi su società

In una controversia tra coeredi riguardante la gestione di partecipazioni societarie ereditate, la Corte di Cassazione ha affermato la giurisdizione estera. La Corte ha stabilito che la natura della lite non era successoria, bensì civile e commerciale, poiché verteva sull’abuso di diritti societari e su operazioni come aumenti di capitale. Di conseguenza, la competenza è stata determinata in base alla Convenzione di Lugano, che indicava i tribunali svizzeri come foro competente, dato il domicilio delle parti convenute e il luogo del presunto danno.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Giurisdizione estera in liti ereditarie: il caso delle azioni societarie

Quando una disputa familiare travalica i confini nazionali, la prima domanda da porsi è: quale tribunale ha il potere di decidere? La questione della giurisdizione estera diventa cruciale, specialmente quando un’eredità include partecipazioni in società straniere. Una recente sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite chiarisce che non tutte le liti tra eredi sono automaticamente di competenza del giudice della successione. Se il cuore del contendere riguarda il diritto societario, le regole cambiano.

I fatti del caso: una complessa vicenda familiare e societaria

La vicenda nasce dalla successione di un imprenditore, il quale lascia alle sue tre figlie e alla moglie un ingente patrimonio, comprensivo di partecipazioni in una holding con sede a Curaçao. Con testamento, il defunto aveva attribuito a una delle figlie l’usufrutto quindicennale sulle azioni, mentre alle altre sorelle e alla madre era rimasta la nuda proprietà.

Le sorelle nude proprietarie citavano in giudizio la sorella usufruttuaria e una società svizzera a lei riconducibile, lamentando una serie di operazioni pregiudizievoli. In particolare, contestavano un aumento di capitale della holding, sottoscritto interamente dalla società svizzera, che alterava i rapporti di forza interni. Sostenevano che la sorella avesse abusato del suo diritto di voto, danneggiando la comunione ereditaria.

La questione sulla giurisdizione estera

Di fronte al Tribunale di Milano, la sorella usufruttuaria e la sua società eccepivano il difetto di giurisdizione del giudice italiano. A loro avviso, la lite non era di natura successoria, ma riguardava questioni di diritto societario e di usufrutto, da risolversi secondo le norme della Convenzione di Lugano, che avrebbero radicato la competenza in Svizzera, paese di domicilio della convenuta e della sua società.

Le attrici, al contrario, insistevano sulla natura ereditaria della controversia, sostenendo che il giudice italiano fosse competente in quanto giudice del luogo di apertura della successione.

Le motivazioni della Corte di Cassazione: perché si applica la giurisdizione estera?

La Corte di Cassazione, chiamata a risolvere il conflitto sulla giurisdizione, ha dato ragione alla convenuta. I giudici hanno chiarito che, per stabilire la giurisdizione, è necessario guardare alla causa petendi, ovvero al vero fondamento giuridico della domanda, e non solo al contesto in cui essa sorge.

Nel caso specifico, la Corte ha osservato che:

1. La natura della controversia non è successoria: Le domande non miravano ad accertare quali beni facessero parte dell’eredità o a rivendicare la qualità di erede. Piuttosto, erano incentrate su presunti illeciti di natura civile e commerciale: l’esercizio abusivo del diritto di voto, la violazione degli obblighi dell’usufruttuario e le conseguenze di un’operazione societaria (l’aumento di capitale).

2. La successione è solo un presupposto di fatto: L’eredità era il punto di partenza della vicenda, ma non il fondamento delle pretese legali. Le azioni legali traevano origine da fatti successivi e autonomi rispetto all’apertura della successione.

3. Il coinvolgimento di un soggetto terzo è decisivo: Le richieste erano rivolte non solo contro la coerede, ma anche contro una società svizzera, un soggetto del tutto estraneo alla successione. Questo elemento ha rafforzato la tesi della natura non successoria della lite.

Sulla base di queste considerazioni, la Corte ha escluso l’applicabilità delle norme sulla giurisdizione in materia di successioni. Ha invece ritenuto applicabile la Convenzione di Lugano del 2007, che disciplina la materia civile e commerciale. Secondo tale convenzione, la giurisdizione si radica principalmente nel luogo di domicilio del convenuto. Poiché sia la sorella usufruttuaria sia la sua società erano domiciliate in Svizzera, e lì si erano verificati gli atti contestati e i relativi danni, la giurisdizione estera svizzera era l’unica competente.

Le conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

La decisione delle Sezioni Unite offre un importante insegnamento: non bisogna dare per scontato che una lite tra eredi ricada automaticamente sotto la giurisdizione del giudice italiano delle successioni. È fondamentale analizzare la vera natura della pretesa. Se la controversia, pur nascendo da un contesto ereditario, verte su questioni di diritto societario, contrattuale o risarcimento danni per illeciti civili, la competenza giurisdizionale deve essere individuata sulla base delle convenzioni internazionali pertinenti, come la Convenzione di Lugano. Questo principio è cruciale per impostare correttamente la strategia processuale in dispute internazionali, evitando di incardinare una causa davanti a un giudice privo di giurisdizione.

Quando una lite tra eredi non è considerata una causa successoria ai fini della giurisdizione?
Quando l’oggetto principale della controversia non è l’accertamento di beni o diritti caduti in successione, ma riguarda obbligazioni di carattere civile e commerciale, come l’esercizio di diritti societari o il risarcimento per condotte illecite. La successione, in tal caso, è solo il presupposto di fatto.

Perché la Corte di Cassazione ha stabilito la giurisdizione estera (svizzera) in questo caso?
Perché la controversia è stata qualificata di natura civile e commerciale, rendendo applicabile la Convenzione di Lugano. I criteri previsti da tale convenzione (domicilio dei convenuti e luogo in cui è avvenuto l’evento dannoso) indicavano univocamente la Svizzera come foro competente.

Quale importanza ha il coinvolgimento di un soggetto terzo (una società) nella determinazione della giurisdizione?
È molto rilevante. Il fatto che le domande siano rivolte anche contro un soggetto completamente estraneo alla successione (in questo caso, la società svizzera) rafforza la conclusione che la controversia esula dalla materia puramente successoria e rientra nell’ambito civile e commerciale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati