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Giurisdizione esclusiva: danni da inerzia P.A.

Una società commerciale ha citato in giudizio un Comune per ottenere il risarcimento dei danni derivanti dalla mancata realizzazione di opere stradali che impedivano l’accesso ai suoi immobili. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha stabilito la giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo. La Corte ha chiarito che la controversia non riguarda un mero illecito civile, ma attiene al cattivo esercizio del potere della Pubblica Amministrazione in materia di urbanistica e governo del territorio, configurando quindi un interesse legittimo del privato e non un diritto soggettivo.

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Giurisdizione esclusiva: danni da inerzia della P.A. in urbanistica

Quando un’impresa subisce un danno a causa dell’inerzia o del ritardo di una Pubblica Amministrazione nel completare opere pubbliche essenziali, a quale giudice deve rivolgersi? La risposta a questa domanda è cruciale e definisce l’intero percorso legale da intraprendere. La Corte di Cassazione a Sezioni Unite, con l’ordinanza n. 3755 del 2024, ha ribadito un principio fondamentale: per le controversie legate al cattivo esercizio del potere amministrativo in materia urbanistica, sussiste la giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo. Questa pronuncia chiarisce la linea di demarcazione tra la tutela dei diritti soggettivi, di competenza del giudice ordinario, e quella degli interessi legittimi.

I Fatti di Causa: Opere Incompiute e Danni Commerciali

Il caso ha origine dall’azione legale di una società commerciale contro un Comune. L’impresa lamentava che l’ente locale non avesse completato una rotatoria e le relative vie di collegamento, opere previste in un piano di urbanizzazione. Questa inadempienza impediva l’accesso diretto dalla strada principale agli immobili commerciali che la società utilizzava in leasing, causando un notevole pregiudizio economico. La società aveva quindi chiesto al Tribunale civile il risarcimento dei danni, sia a titolo contrattuale che extracontrattuale, per l’inerzia e il disinteresse mostrati dal Comune.

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano però declinato la propria giurisdizione, indicando come competente il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR). Secondo i giudici di merito, la controversia non verteva su un semplice comportamento illecito, ma investiva le scelte e le omissioni della Pubblica Amministrazione nell’esercizio del suo potere di gestione e governo del territorio.

La Decisione della Cassazione e la Giurisdizione Esclusiva del Giudice Amministrativo

L’impresa ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che la sua fosse una pretesa basata sulla lesione di un diritto soggettivo e che il giudice ordinario fosse competente a decidere. Le Sezioni Unite, tuttavia, hanno respinto il ricorso, confermando in via definitiva la giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo.

La Corte ha specificato che, sebbene la domanda fosse formulata come una richiesta di risarcimento per un comportamento materiale di inerzia, la sua causa reale risiedeva nel “cattivo esercizio” del potere amministrativo. Le opere stradali non completate rientravano in un più ampio contesto di pianificazione urbanistica, disciplinato da una convenzione tra il Comune e un consorzio. Di conseguenza, l’inerzia del Comune non poteva essere considerata un mero fatto illecito slegato dalla funzione pubblica.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione distinguendo nettamente la natura della posizione giuridica vantata dall’impresa. Non si trattava di un diritto soggettivo pieno e perfetto, come il diritto di proprietà, ma di un interesse legittimo. L’interesse legittimo è la pretesa del cittadino a che la Pubblica Amministrazione eserciti i suoi poteri discrezionali in modo corretto, imparziale e conforme alla legge.

Nel caso specifico, l’impresa lamentava che il Comune non avesse agito o avesse agito in modo inadeguato e tardivo nel realizzare un’infrastruttura pubblica. Tale comportamento omissivo si inserisce direttamente nell’ambito delle scelte di governo del territorio. Pertanto, la controversia rientra pienamente nella giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo in materia di urbanistica ed edilizia, come previsto dall’art. 133 del Codice del processo amministrativo. Questa norma, infatti, affida al giudice amministrativo tutte le questioni relative all’uso del territorio, inclusi gli accordi tra P.A. e privati e il risarcimento dei danni che ne derivano.

Le Conclusioni

L’ordinanza delle Sezioni Unite consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: le domande di risarcimento danni contro la Pubblica Amministrazione, quando la causa del pregiudizio è riconducibile a un esercizio (o mancato esercizio) del potere pubblico in materie come l’urbanistica, devono essere proposte dinanzi al giudice amministrativo. Questa pronuncia offre un’indicazione fondamentale per imprese e cittadini, chiarendo che la valutazione della legittimità dell’azione amministrativa e delle sue conseguenze dannose spetta a un giudice specializzato. La scelta del giudice competente non è una mera formalità, ma un presupposto essenziale per la tutela efficace dei propri interessi.

A quale giudice deve rivolgersi un’impresa per chiedere il risarcimento dei danni causati dal ritardo di un Comune nel completare opere di urbanizzazione?
Secondo la Corte di Cassazione, l’impresa deve rivolgersi al giudice amministrativo, poiché si tratta di una controversia che rientra nella sua giurisdizione esclusiva in materia di governo del territorio.

Perché la richiesta di risarcimento non rientra nella competenza del giudice ordinario come un normale illecito civile?
Perché il danno non deriva da un comportamento materiale slegato da una funzione pubblica, ma dal cattivo esercizio del potere amministrativo in materia urbanistica. La questione centrale è la valutazione della correttezza e tempestività dell’azione della Pubblica Amministrazione.

Che differenza c’è tra diritto soggettivo e interesse legittimo in questo contesto?
In questo caso, la Corte ha stabilito che la posizione dell’impresa non è un diritto soggettivo (un diritto pieno e incondizionato, come la proprietà), ma un interesse legittimo. Ciò significa che l’impresa ha l’interesse a che il Comune eserciti correttamente i suoi poteri di pianificazione territoriale, e la tutela di questo interesse spetta al giudice amministrativo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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