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Giurisdizione appalti pubblici: decide il giudice ordinario

La Cassazione a Sezioni Unite stabilisce la giurisdizione del giudice ordinario in una controversia su un appalto pubblico. Il caso riguarda la revoca di un’aggiudicazione e l’escussione della fideiussione, avvenute dopo l’inizio dei lavori in via d’urgenza ma prima della firma del contratto. La Corte ha chiarito che, se la controversia si fonda sulla violazione dei doveri di correttezza e buona fede (responsabilità precontrattuale) e non sulla legittimità dell’esercizio del potere amministrativo, la competenza è del giudice ordinario. La decisione sulla giurisdizione negli appalti pubblici dipende quindi dalla natura della pretesa avanzata (causa petendi).

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Giurisdizione Appalti Pubblici: la Cassazione fa chiarezza sulla fase post-aggiudicazione

Con una recente ordinanza, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione sono intervenute per dirimere un’importante questione sulla giurisdizione negli appalti pubblici. La decisione stabilisce un principio chiaro: quando la Pubblica Amministrazione revoca un’aggiudicazione non per motivi di interesse pubblico, ma come reazione a un presunto inadempimento dell’impresa, la controversia appartiene al giudice ordinario. Questo perché al centro del contendere non vi è l’esercizio di un potere autoritativo, ma la violazione di obblighi di correttezza e buona fede, tipici del diritto privato.

I Fatti di Causa

Una società di costruzioni si aggiudicava due lotti di un appalto per la manutenzione di reti idriche e fognarie. In attesa della stipula del contratto definitivo, la stazione appaltante disponeva l’avvio dei lavori in via d’urgenza. Durante questa fase esecutiva, l’impresa si accorgeva di una grave discrepanza: il numero di interventi richiesti era il triplo rispetto a quanto indicato nei documenti di gara, rendendo l’offerta economica del tutto insostenibile.

L’appaltatrice chiedeva quindi una modifica dello schema contrattuale per adeguarlo alla realtà dei fatti, ma la stazione appaltante rifiutava. Di fronte all’indisponibilità a sottoscrivere un contratto ritenuto antieconomico, l’amministrazione revocava l’aggiudicazione, avviava le procedure per incassare la polizza fideiussoria e segnalava l’impresa all’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione).

L’impresa si rivolgeva quindi al Tribunale ordinario per far accertare la responsabilità precontrattuale della stazione appaltante, l’illegittimità della revoca e dell’escussione della garanzia, e per ottenere il pagamento dei lavori già eseguiti. La stazione appaltante, di contro, eccepiva il difetto di giurisdizione, sostenendo la competenza del giudice amministrativo.

La Questione sulla Giurisdizione negli Appalti Pubblici

Il cuore del problema era stabilire a quale giudice spettasse la competenza. La vicenda si colloca in una fase ‘intermedia’: successiva all’aggiudicazione (atto tipico della procedura di gara, di competenza amministrativa) ma precedente alla stipula formale del contratto. La difesa della stazione appaltante sosteneva che, non essendo stato firmato il contratto, ogni atto, inclusa la revoca, rientrasse ancora nell’esercizio di poteri pubblicistici e, quindi, nella giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo.

La Corte di Cassazione, investita della questione tramite un regolamento preventivo di giurisdizione, ha invece accolto la tesi dell’impresa, affermando la competenza del giudice ordinario per tutte le domande proposte.

Le Motivazioni

La Corte ha basato la sua decisione su un’analisi approfondita della causa petendi, ovvero del reale fondamento della domanda. L’impresa non contestava la legittimità di un atto di autotutela della P.A. (cioè una revoca basata su una nuova valutazione dell’interesse pubblico), ma lamentava la violazione dei principi di correttezza e buona fede che devono governare il comportamento delle parti anche prima della conclusione del contratto.

I punti chiave del ragionamento della Cassazione sono i seguenti:

1. Natura della Controversia: La disputa non riguarda l’esercizio del potere amministrativo, ma il comportamento della stazione appaltante in una relazione paritetica. Aver fornito dati errati nel bando di gara e aver preteso l’esecuzione di un contratto a condizioni diverse da quelle prospettate sono condotte che violano l’affidamento legittimo dell’impresa e configurano una responsabilità precontrattuale ai sensi dell’art. 1337 c.c.
2. La Revoca come Atto Privatistico: La revoca dell’aggiudicazione, in questo contesto, non è un provvedimento autoritativo, ma una reazione a un presunto inadempimento dell’appaltatrice (il rifiuto di proseguire i lavori e firmare il contratto). Si tratta, in sostanza, di una risoluzione per inadempimento o di un recesso dalle trattative, atti di natura privatistica la cui legittimità deve essere valutata dal giudice ordinario.
3. Fase Esecutiva Anticipata: L’avvio dei lavori in via d’urgenza ha instaurato un rapporto contrattuale di fatto. Le contestazioni sorte durante questa fase, relative a inadempimenti reciproci, appartengono alla sfera del diritto civile e non a quella del diritto amministrativo.
4. Conseguenze a Cascata: Poiché la questione principale (la legittimità del comportamento delle parti) rientra nella giurisdizione ordinaria, anche tutte le domande accessorie seguono la stessa sorte. Tra queste, l’accertamento dell’illegittimità dell’escussione della garanzia fideiussoria, la contestazione della segnalazione all’ANAC e la richiesta di pagamento per i lavori eseguiti, in quanto tutte derivanti dalla medesima vicenda di natura contrattuale/precontrattuale.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale fondamentale per la tutela delle imprese che operano con la Pubblica Amministrazione. Il principio affermato è che il riparto di giurisdizione non dipende solo dal momento temporale (prima o dopo la firma del contratto), ma dalla sostanza della pretesa. Se l’Amministrazione agisce non come autorità, ma come una controparte che viola i doveri di lealtà e correttezza, essa ‘dismette i panni dell’autorità’ e si pone su un piano paritario. Di conseguenza, le relative controversie devono essere decise dal giudice ordinario, che è il giudice naturale dei diritti e degli obblighi nascenti da rapporti contrattuali o precontrattuali. Questa decisione rafforza la tutela dell’affidamento e della buona fede, principi cardine anche nel settore degli appalti pubblici.

A quale giudice spetta decidere sulla revoca di un’aggiudicazione se questa avviene dopo l’inizio dei lavori ma prima della firma del contratto?
Spetta al giudice ordinario se la revoca non è motivata da ragioni di pubblico interesse (autotutela), ma costituisce una reazione a un presunto inadempimento dell’impresa. In tal caso, si tratta di una controversia di natura privatistica sulla responsabilità delle parti.

La violazione della buona fede da parte della P.A. in un appalto a quale giurisdizione appartiene?
Appartiene alla giurisdizione del giudice ordinario. Quando la domanda si fonda sulla violazione dei doveri di correttezza e lealtà (responsabilità precontrattuale) e non sulla legittimità di un provvedimento amministrativo, la controversia riguarda la lesione di un diritto soggettivo e non di un interesse legittimo.

L’escussione di una polizza fideiussoria in un appalto pubblico è sempre di competenza del giudice amministrativo?
No. Se l’escussione della garanzia è la conseguenza di una contestazione legata all’esecuzione del rapporto o a inadempimenti di natura contrattuale/precontrattuale, come nel caso di specie, la controversia esula dalla giurisdizione esclusiva amministrativa e rientra nella cognizione del giudice ordinario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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