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Garanzia vizi immobile: la parola del venditore conta

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 17080/2025, ha confermato la condanna dell’erede del venditore a risarcire gli acquirenti per abusi edilizi non dichiarati. Il caso riguarda l’acquisto di un immobile con un piano sopraelevato abusivo, nonostante nel rogito fosse garantita la piena conformità alla licenza edilizia. La Corte ha ribadito che la garanzia vizi immobile prevale quando l’acquirente fa affidamento sulle dichiarazioni del venditore, a meno che non sia provata la sua conoscenza effettiva del difetto. La semplice disponibilità del bene prima dell’acquisto non è sufficiente a dimostrare tale conoscenza.

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Garanzia Vizi Immobile: Quando la Dichiarazione del Venditore Protegge l’Acquirente

L’acquisto di una casa è un passo fondamentale, basato sulla fiducia e sulla correttezza delle informazioni fornite. Ma cosa succede se, dopo il rogito, si scopre che l’immobile presenta gravi difformità edilizie non dichiarate? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un caso emblematico, rafforzando il principio della garanzia vizi immobile e il valore dell’affidamento dell’acquirente sulle dichiarazioni del venditore.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da una compravendita del 1999. Una coppia acquistava un’unità immobiliare composta da un fabbricato con corte e un terreno agricolo. Nell’atto di vendita, la parte venditrice aveva espressamente garantito due punti cruciali:
1. La conformità dell’immobile alla licenza edilizia rilasciata nel 1976.
2. La libertà del bene da qualsiasi peso, vincolo o onere pregiudizievole.

Successivamente, a seguito di controlli, il Comune competente accertava che la licenza edilizia originaria permetteva la costruzione del solo piano terreno. In realtà, era stato realizzato un ampliamento e una sopraelevazione di un intero piano in totale difformità, tanto che nel 2005 ne veniva ordinata la demolizione. Gli acquirenti, scoprendo l’abuso, citavano in giudizio l’erede della venditrice per ottenere la restituzione di parte del prezzo e il risarcimento dei danni. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello davano ragione agli acquirenti, condannando la parte venditrice al pagamento di una somma per i costi di sanatoria e per il danno subìto.

L’Analisi della Corte di Cassazione

L’erede della venditrice ha presentato ricorso in Cassazione, basandolo su tre motivi principali. La Corte ha esaminato e respinto le argomentazioni, fornendo chiarimenti importanti.

Eccezione di Prescrizione e Conoscenza dei Vizi

La ricorrente sosteneva che l’eccezione di prescrizione fosse stata erroneamente dichiarata inammissibile in appello e che gli acquirenti fossero a conoscenza dei vizi, avendo avuto la disponibilità dell’immobile per anni prima del rogito. La Cassazione ha rigettato questo motivo, chiarendo che:
L’eccezione di prescrizione è un’eccezione in senso stretto e, non essendo stata sollevata in primo grado, non poteva essere introdotta per la prima volta in appello (divieto di ius novorum*).
* La semplice disponibilità del bene non prova la conoscenza effettiva e tecnica delle difformità edilizie. È l’espressa dichiarazione della venditrice nel rogito a creare un legittimo affidamento negli acquirenti, esonerandoli da indagini complesse.

La prevalenza della garanzia vizi immobile sull’apparenza del difetto

Il cuore della decisione si concentra sull’applicazione dell’art. 1489 c.c. Secondo la Suprema Corte, il principio di diritto è chiaro: la responsabilità del venditore è esclusa solo se l’acquirente ha una conoscenza effettiva degli oneri o dei vizi che gravano sull’immobile. L’affidamento del compratore, basato sulle garanzie fornite nell’atto notarile, prevale. La Corte d’Appello aveva correttamente ritenuto non provata tale conoscenza da parte degli acquirenti, rendendo pienamente operativa la garanzia vizi immobile.

La Duplicazione del Risarcimento

Infine, la ricorrente lamentava una presunta duplicazione del risarcimento del danno. Anche questo motivo è stato giudicato infondato. La Corte ha specificato che le somme liquidate avevano due finalità distinte e non sovrapponibili: una copriva i costi specifici per la sanatoria degli abusi, mentre l’altra risarciva, in via equitativa, la perdita di valore commerciale dell’immobile a causa dei vizi stessi.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Corte si fonda sul principio di tutela dell’affidamento contrattuale. Quando un venditore inserisce in un atto pubblico una dichiarazione specifica sulla conformità urbanistica di un immobile, si assume la responsabilità di quanto afferma. Questa garanzia esplicita ha lo scopo di tranquillizzare l’acquirente, che non è tenuto a svolgere indagini tecniche complesse per verificare la veridicità di tali affermazioni. La responsabilità del venditore viene meno solo se riesce a fornire la prova rigorosa che il compratore, al momento del rogito, era pienamente e inequivocabilmente consapevole della difformità. L’apparenza del vizio o il possesso anticipato del bene non sono, di per sé, sufficienti a integrare questa prova. La Corte ha inoltre ribadito che la valutazione delle prove e la quantificazione del danno sono compiti del giudice di merito, e la sua decisione può essere censurata in Cassazione solo per vizi logici o giuridici, non per un riesame dei fatti.

Conclusioni

Questa ordinanza è un monito importante per chi vende un immobile: le dichiarazioni rese nel rogito notarile hanno un peso legale enorme e non possono essere considerate mere clausole di stile. Per gli acquirenti, invece, rappresenta una conferma della tutela offerta dall’ordinamento. La garanzia vizi immobile è uno strumento potente che protegge l’investimento, assicurando che il bene acquistato corrisponda a quanto promesso. In caso di abusi edilizi non dichiarati, l’acquirente ha diritto non solo al rimborso dei costi per regolarizzare la situazione, ma anche a un risarcimento per il minor valore del suo acquisto.

La dichiarazione del venditore sulla conformità dell’immobile esonera l’acquirente da controlli approfonditi?
Sì, secondo la Corte, l’espressa dichiarazione della venditrice contenuta nel rogito circa la conformità del bene alla licenza edilizia esonera gli acquirenti dall’onere di qualsiasi indagine, facendo operare a loro favore il principio dell’affidamento.

L’acquirente perde la garanzia se aveva già il possesso del bene da tempo prima del rogito?
No, la semplice immissione anticipata nel godimento dell’immobile non è sufficiente a dimostrare la conoscenza effettiva delle difformità edilizie. La responsabilità del venditore viene meno solo se si prova che l’acquirente era specificamente a conoscenza dei vizi.

È possibile chiedere sia il rimborso dei costi di sanatoria sia il risarcimento per la perdita di valore dell’immobile?
Sì, la Corte ha confermato che si tratta di due voci di danno distinte e non di una duplicazione. Una voce copre l’esborso concreto per sanare gli abusi, mentre l’altra ristora la perdita di valore commerciale del bene, determinata in via equitativa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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